Guerra / Le amare riflessioni di studentesse acesi sugli orrori del conflitto

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Pubblichiamo il testo delle riflessioni sulla guerra in Ucraina, composte da tre studentesse del Liceo Regina Elena, nell’ambito delle attività svolte per il 24 febbraio, ad un intero anno di guerra in Ucraina, dal Coordinamento Acireale per la Pace.

Guerra in Ucraina, riflessioni di Martina Finocchiaro

La guerra in Ucraina rappresenta, ahimè, la persistente causa di fallimento che incombe nell’animo umano: l’egoismo. La storia ci racconta come grandi figure di governanti o, addirittura, tiranni di grande influenza, attraverso la propaganda e l’abuso di potere, abbiano condotto il proprio Paese a disperdersi nello struggente atto di attaccarne un altro. Nascondendosi dietro false ideologie buoniste, ma, in realtà, inseguendo la propria personale foga di potere.

Umanamente parlando, è possibile cercare il benessere attraverso un’azione così viscida come quella della violenza? A che prezzo? Da secoli miliardi di uomini si sono impegnati in azioni belliche cercando di sopraffare il “nemico”, che, paradossalmente, è rappresentato da altri uomini.
C’è, però, chi non ha avuto scelta, c’è chi da un giorno all’altro si è ritrovato sfollato, mutilato, sopravvissuto. E circondato da una realtà che non gli appartiene più.
Chi da un giorno all’altro ha perso i genitori, i fratelli o semplicemente delle persone  care.

Ma c’è anche chi di scelte ne ha avute fin troppe. Ed ha comunque deciso volontariamente di far ripercuotere l’indecenza della guerra e dell’odio sul mondo intero. Per concludere, è necessario sottolineare quanto l’impiego della sopraffazione inneschi inevitabilmente dei circoli viziosi. La guerra non può che portare con sé soltanto altre stragi, lotte ed ingiustizie.

Martina Finocchiaro
Liceo “Regina Elena”, Acireale (CT), classe 5AL

Guerra in Ucraina, riflessioni di Giada Naceto

Una guerra, quella contro l’Ucraina, che non occupa più le prime pagine dei giornali da ormai lughi mesi. Questo perché essa è ormai diventata un’abitudine, il “prodotto guerra” negli articoli non viene più acquistato. Ergo, chi si occupa del settore di vendita del prodotto di informazione decide di non puntarci più.

Ulteriore aspetto da puntualizzare riguarda gli esiti di questa guerra. Essa non prosegue come gli analisti prevedevano, l’economia russa continua a godere di una salute economica robusta e così la sua moneta. Le esportazioni continuano, grazie ai nostri finanziamenti economici tramite l’importazione di gas e petrolio. Quindi, finanziando, indirettamente, anche la guerra stessa.

guerra ucraina
(Foto Ansa/Sir)

La guerra scompare dai media, ma non per questo è meno reale. Poiché la gente continua a morire e nessuno si presta ad un momento di “mea culpa.”
In questo momento io detengo il privilegio di poter scrivere di una realtà le cui conseguenze vivo solo parzialmente e in maniera indiretta. Ma intanto il cinismo sembra pervadere i sindacati occidentali, che chiedono in questa fase di inflazione, un focus maggiore sui metodi per migliorare il tenore di vita. Di noi che in fondo, non temiamo per essa costantemente.
E in pochi secondi siamo capaci di dimenticare il terrore, digerire la morte, le donne vittime degli “stupri bottino” dei soldati. La fame, i bambini rimasti abbandonati ad un futuro mancato e che vivono in pozze di sangue ed odio.

La guerra è il male insinuatosi per vie traverse nell’uomo, permettendole di farsi carne, ma si cela anche nell’ indifferenza che diventa poi oblio. Ad un anno dal conflitto, in un mondo che volta le spalle al prossimo, io non dimentico.

Giada Naceto
Liceo “Regina Elena”, Acireale (CT), classe 5AL

Guerra in Ucraina, riflessioni di Serena Grasso

Ci sono date che non vorresti mai ricordare. Perché segnano in maniera indelebile uno spartiacque tra l’orribile realtà attuale e ciò che era, ma non sarà mai più.
È passato già un lunghissimo anno. Nei giorni immediatamente seguenti il 24 febbraio del 2022, dopo ore di tensione e minacce, la Russia attaccava l’Ucraina seguendo l’onda di antiche ostilità mai sopite. Infatti, benché la guerra sia iniziata il 24 febbraio con un’invasione contro un paese libero, senza alcuna legittimità a livello di diritto internazionale, essa è stata preceduta da tantissimi anni di crisi e tensioni, sin dal 2014. Così dopo la pandemia, che ha segnato il mondo a livello globale, costringendoci ad abbandonare le nostre abitudini, separarci dalle nostre famiglie e isolandoci da tutti, il popolo ucraino si è trovato a dover affrontare una delle più angoscianti e devastanti belve: la guerra.

Non è la prima volta che il mondo è in guerra. Infatti, non ero ancora nata quando quell’organizzazione terroristica, che veniva  definita Isis, cambiava per sempre il destino del mondo. E non posso fare a meno di ripensare a quanti in quell’11 settembre del 2001 rimasero senza  fiato e con il cuore in gola nel vedere la distruzione delle torri gemelle e l’annientamento di vittime  umane da uno schermo impietriti o vissuto in prima persona.

Riflessioni sulla guerra in Ucraina: all’orrore non c’è mai fine

Pensavano che quella immane tragedia, di cui ancora oggi l’umanità porta il segno, sarebbe stata l’ultima di una lunga serie. Ma all’orrore non c’è mai fine.
Ogni guerra è terribile e nasce sempre da motivazioni che sembrano complesse, ma poi denotano scarsa intelligenza, potere o fini di estremo fondamentalismo religioso. E che lasciano solo dolore, morte, devastazione e estrema povertà.

Le vittime che più ci toccano sono i numerosi bambini e giovani adulti o soldati che combattono, spesso per ideali sconosciuti e per dei confini che, invece, dovrebbero essere abbattuti. Sapere che la maggioranza di questi soldati possano essere studenti come lo siamo noi, che frequentavano la scuola o l’università, dove il sapere apre tutti i confini intellettuali e ci prepara  ad essere cittadini del mondo, è incomprensibile e inaccettabile, soprattutto perché non possono  opporsi all’arruolamento. La sofferenza della popolazione, vittima delle barbarie della guerra,  aumenta ormai di giorno in giorno, mentre anche la minaccia nucleare getta un’ombra sulle nostre  vite.

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(Foto Ansa/Sir)

Vorrei citare un brano intenso di Cesare Pavese che qualche tempo fa mi è capitato di  leggere. Esso fa meditare su tutte le guerre, ma in particolare riguarda la seconda guerra mondiale, tuttavia, credo  sia sempre attuale e dice così: “Guardare i morti al telegiornale è umiliante, non sono più faccende  altrui, c’è l’impressione che lo stesso destino che ha messo a terra quei corpi, tenga noi inchiodati a  guardarli; Al posto del morto potremmo esserci noi, non ci sarebbe differenza, e se viviamo lo  dobbiamo a lui; per questo ogni caduto somigli a chi resta e gliene chiede ragione.”

Le immagini che arrivano a poca distanza da noi, destabilizzano le nostre sicurezze facendoci sentire piccoli e inadeguati. E subito scatta un’immediata empatia per i volti sofferenti. Osservare le espressioni di chi è fuggito e cerca aiuto e conforto nel nostro paese, da sempre dedito alla pace, ci scuote emotivamente.

C’è anche la crisi in Siria e in Afghanistan

Purtroppo, noi giovani ci sentiamo a volte inutili e non considerati, ma cosa possiamo fare oltre a  donare quanto possiamo a chi è in questa situazione? Sicuramente nel nostro piccolo possiamo portarci avanti, offrendo uno sguardo al futuro, possiamo studiare, studiare la storia, studiare quello  che succede oggi per non commettere un domani gli stessi errori di ora.

Mentre ricordiamo questo tremendo evento che ricorderemo per sempre, credo sia importante citare  un’altra guerra, che da moltissimo tempo ha calpestato i diritti umani di cui noi godiamo  tranquillamente, soprattutto riguardanti la popolazione femminile. Mi riferisco alla crisi in Afghanistan e Iran: le donne in questi paesi  combattono continuamente per riavere solo il diritto di poter essere considerate esseri umani, per  riavere il diritto allo studio, allo sport, ad aver amici, a poter uscire tranquillamente senza aver la  paura di essere arrestare, il diritto di ridere! Fa un po’ paura sapere che anche solo una risata può costarti la vita!

Molte volte capita tra noi ragazzi di ironizzare sul perché bisogna studiare la storia, quando sembrano  accadere sempre le stesse cose e quando i potenti sembrano commettere sempre gli stessi errori e quando tutto sembra solo e soltanto una lotta al potere.
Ma non è inutile, poiché una delle poche cose che possiamo fare è  non rimanere indifferenti, non farci trasportare dal pensiero che questo non ci toccherà mai, che la  guerra non potrà mai arrivare qua, perché tutto può accadere in ogni angolo della Terra, se solo si continuano a commettere gli  stessi errori.

Spero che l’umanità capisca quanto sia importante il ripudio della guerra, ma, forse, l’atteggiamento più giusto è quello di incanalare tutte le energie a favore del bene, nutrendoci di bellezza e amore, leggendo poesie, ispirandoci con l’arte, la bellezza e coltivando la luce in modo da donarla agli altri, per resistere, per lottare e per non mollare mai.

Serena Grasso
Liceo “Regina Elena”, Acireale (CT), classe 5AL

 

 

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