Danimarca / Hygge, la formula per la felicità

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Hygge Danimarca tazza

Hygge è una parola sempre più diffusa a livello internazionale e fa riferimento ad un modus vivendi per la felicità tipico della Danimarca. Nella lista dei candidati alla “parola dell’anno” 2016 stilata dagli Oxford Dictionaries vi era anche “hygge”, vocabolo che nel 2017 è entrato a tutti gli effetti a far parte dell’Oxford English Dictionary.

Si tratta di un termine danese definito come “una qualità di intimità e di confortevole convivialità che genera una sensazione di appagamento o di benessere; appagamento derivante da piaceri semplici, come il calore, il cibo, gli amici, ecc.” e anche, in forma di attributo riferibile a qualcosa o qualcuno “che ispira o genera sentimenti di soddisfazione o benessere, come quando si sperimenta l’intimità, il comfort, l’armonia sociale, ecc.” Deriva dal termine norvegese del XVI secolo “humga”, che significa “confortare” o “consolare”.

Hygge / La formula per la felicità che arriva dalla Danimarca

Questo stile di vita, costellato di relax, indulgenza e gratitudine, sembra essere un carattere tradizionale della nazione danese. Recentemente ha fatto breccia presso un pubblico internazionale, anche tramite l’editoria. Louisa Thomsen Brits, autrice di “The Book of Hygge: The Denmark Art of Contentment, Comfort, and Connection”, lo definisce “un modo pratico per creare un rifugio nel mezzo della vita reale”.

Ci sono stagioni più hygge di altre: l’inverno è sicuramente al primo posto, in tal senso. Candele, lana, pantofole, latte macchiato sono cose che, certamente, creano un’atmosfera hygge. E’ possibile sentirsi così anche da soli, avvolti in una coperta con una tazza di tè. Ma la vera espressione di questo stato d’animo è unirsi ai propri cari in un clima rilassato e intimo. In “Hygge: La via danese alla felicità”, bestseller da milioni di copie scritto da Meik Wiking, C.E.O. dell’Happiness Research Institute di Copenaghen, l’autore scrive di un giorno di Natale passato con gli amici in una baita nel bosco. Erano seduti attorno al camino dopo un’escursione sulla neve, indossando maglioni di lana e ascoltando lo scoppiettìo del fuoco. Ad un tratto uno degli amici chiese: “Potrebbe essere più hygge?”. Una donna rispose: “Sì, se fuori infuriasse un temporale”.Hygge Danimarca tazza

Hygge, la formula per la felicità che arriva dalla Danimarca: la qualità di vita in Scandinavia

Il World Happiness Report (WHR) 2024 pone la Finlandia come paese più felice al mondo, per il settimo anno consecutivo, seguita da Danimarca, Islanda e Svezia. Forse gli scandinavi sono più in grado di apprezzare le piccole cose hygge della vita perchè hanno una certa serenità rispetto alle grandi cose? Istruzione universitaria gratuita, assistenza sanitaria universale, infrastrutture efficienti ed una serie di politiche statali molto attente alla cura e al benessere della persona sono tutti aspetti importanti per una buona qualità di vita. Una volta garantite queste necessità primarie, secondo Wiking, i danesi sono liberi di diventare “consapevoli del disaccoppiamento tra ricchezza e benessere”.

Hygge, la formula per la felicità che arriva dalla Danimarca: “Lagom” e la moderazione

Un concetto svedese correlato a questo, chiamato “lagom”, fa riferimento ad una sorta di moderazione. Il termine ha radici nella frase vichinga “laget om”, o “intorno alla squadra”, che sta a significare che bisognerebbe bere solo un sorso dell’idromele offerto, cosicchè nessuno rimanga senza. Lagom vuol dire “adeguato”, “giusto” o “in equilibrio” e a quanto pare ha influenzato molto la psiche degli svedesi. Incoraggia la modestia a discapito degli estremi ed incentiva il lavoro di squadra, legandosi profondamente ad equità e uguaglianza. Hygge ha in comune con il Lagom l’apprezzamento per l’esperienza moderata: “una cena tra amici a casa, ma niente di eccezionale”.

Alcuni scandinavi sostengono che il lagom possa avere dei lati insidiosi, incoraggiando un conformismo a cui i paesi nordici vengono spesso associati. “Pensa di essere speciale” è stata la cosa peggiore che qualcuno potesse dire di te”. Questo è quello che ha scritto Karl Ove Knausgaard sulla propria esperienza adolescenziale, immersa in quella che in Scandinavia è nota come “la Legge di Jante”.  Piuttosto che celebrare la modestia, si può sfociare in una vera e propria percezione dell’individualità in quanto minaccia per il gruppo.

Sono diversi gli aspetti dell’hygge dai quali potremmo prendere spunto, come l’importanza del sapere come fare attività pratiche e farle bene. Un’altra sfaccettatura degna di nota riguarda la cura del proprio corpo, passando del tempo all’aperto quotidianamente. Il gelido inverno scandinavo insegna che non esiste il brutto tempo, ma solo vestiti inadeguati. Quello che è davvero importante per superare dei momenti più difficoltosi è un rifugio e un sostegno, amici e parenti.

                                                                                           Maria Maddalena La Ferla

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