Teodoro Pulvirenti ha raccontato pubblicamente, in un’affollata conferenza stampa tenuta a Roma, di essere stato vittima di abusi sessuali da parte di mons. Carlo Chiarenza, quando questi era parroco di San Paolo ad Acireale; l’accusato, tramite il proprio legale avv. Antonio Fiumefreddo, si difende affermando che le cose non stanno proprio così e che, comunque, non accetta la prescrizione; la magistratura catanese continua a indagare, nel più stretto riserbo, e a raccogliere informazioni e testimonianze, anche su eventuali altri fatti; il vescovo mons. Antonino Raspanti è intervenuto subito, appena dopo la pubblicazione della prima notizia, per sollevare mons. Chiarenza dall’incarico pastorale e farlo ritirare, fuori dalla Sicilia, in luogo di meditazione; Acireale ha partecipato in massa al corteo, silenzioso, composto e commosso contro la pedofilia che, la sera della Domenica delle Palme, ha espresso solidarietà a Teo; il caso è stato trattato anche ai “Fatti vostri”, seguitissima trasmissione della tarda mattinata su “Rai 2”, cioè in una fascia oraria che, in televisione, è definita protetta; gli organi d’informazione, ad ogni livello, continuano ad occuparsi del caso. Il vescovo di Acireale, chiamato in causa e non sempre opportunamente, ha ribadito la propria fiducia nella giustizia, ha annunciato l’apertura dell’iter giudiziario canonico a carico dell’accusato, ha confermato la propria determinazione nella ricerca della verità, agendo con la massima trasparenza nell’ambito delle regole e dei poteri conferitigli, e la “disponibilità ad ascoltare tutti”; ha affermato di avere telefonato a Teo per esprimergli la propria solidarietà (“e lui non se l’aspettava e quasi si è discolpato per non avere più fiducia nelle istituzioni ecclesiastiche”) e di avere parlato “di tanto in tanto” anche con mons. Chiarenza (“mi ha detto che sta riflettendo ed è addolorato”) ma di non essere entrato con lui nel merito dell’accusa che gli viene rivolta. Mons. Raspanti ha rivelato, negli ultimi giorni, di avere saputo “di questa spiacevole storia da mons. Urso (attuale vescovo di Ragusa ed ex vicario generale della Diocesi di Acireale, ndr) ma tre giorni dopo l’ordinazione episcopale”; e ha osservato come nella vicenda ci siano aspetti che ancora non capisce, di non avere maturato un’idea precisa ma che, da quello che sente, resta “sconvolto e addoloratissimo”. Il suo predecessore, mons. Pio Vigo, da parte sua, ha affermato di non avere mai saputo alcunché del caso di pedofilia in cui sarebbe coinvolto mons. Chiarenza. Teo, assistito dai familiari e dall’associazione “Caramella buona”, continua la sua coraggiosa azione diretta a spingere altre vittime della pedofilia a parlare e a impedire che si verifichino ulteriori abusi e violenze sessuali. La comunità tutta, sconvolta e confusa, chiede che si giunga al più presto la verità e si accertino le eventuali responsabilità.
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