Gratitudine per i suggerimenti del presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Enzo Iacopino, e di monsignor Domenico Pompili, su una diversa responsabilità sul fronte della narrazione. Agli aquilani che hanno avuto la gioia di accogliere i tanti amici della bella e vivace famiglia Fisc rimane la gioia di una presenza confortante e rassicurante.
Si è concluso sabato scorso il Convegno nazionale della Federazione italiana dei settimanali cattolici che quest’anno si è svolto all’Aquila sul tema: “L’Italia da riprogettare e preservare nella nostra storia”.
Numeri importanti (110 giornalisti dei giornali diocesani e 70 giornalisti abruzzesi) hanno caratterizzato l’appuntamento, interventi di qualità che hanno lasciato il segno e partecipazione piena della realtà ecclesiale abruzzese. Infatti il Convegno ha visto l’adesione della Conferenza episcopale abruzzese-molisana e la collaborazione della sezione abruzzese dell’Ucsi. Anche l’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo è stato partner dell’iniziativa.
Spenti i riflettori sull’importante meeting aquilano ora bisogna far sì che l’esperienza fatta non rimanga racchiusa nei tre giorni di convegno ma possa continuare ad essere per tutti occasione di crescita e riflessione.
Sia per chi è tornato nella propria città e nella propria redazione ma anche per chi vive in Abruzzo e si trova a raccontare ancora quotidianamente il terremoto può essere importante, tra i tanti offerti, raccogliere due suggerimenti. Il primo quello sottolineato dal presidente dell’OdG nazionale: il terremoto – ha detto Enzo Iacopino – è stato raccontato a corrente alternata, mentre ha bisogno di attenzione continua. E il racconto del terremoto come di qualsiasi altra notizia ha bisogno di onestà intellettuale e libertà. Giornalisti al soldo di qualche padrone, infatti, non potranno mai essere degni del servizio che sono chiamati a fare.
Il secondo suggerimento è quello lanciato da monsignor Domenico Pompili che, con acuta sensibilità, ha rilevato e sottolineato lo iato creatosi nel racconto del sisma da parte dei media. All’indomani del terremoto, nel 2009, si è riusciti a far emergere la forza e la dignità di un popolo ferito dal sisma. Ora emerge solo la polemica e la lagnanza procurando, così, un cattivo servizio a una comunità che vive la fatica del ripartire, del ricominciare.
E agli aquilani che hanno avuto la gioia di accogliere i tanti amici della bella e vivace famiglia Fisc rimane la gioia di una presenza confortante e rassicurante. Proprio nella III domenica di Pasqua si è potuto contemplare Gesù, il Risorto che, dopo il supremo sacrificio della Croce – oggi ancor più evidenziato dall’ostensione straordinaria della Sindone – mangia il pesce arrostito con i suoi amici e discepoli impauriti donando loro una gioia vera e profonda.
Ecco, per gli aquilani che hanno visto la presenza di tanti professionisti dell’informazione delle redazioni dei giornali diocesani ciò che rimane è un tesoro prezioso di cui essere grati: la gioia di una presenza.
Una presenza – quella dei giornalisti dei settimanali cattolici – che sa di solidarietà concreta, di condivisione piena, di memoria viva di un evento drammatico come il sisma abruzzese che, se condiviso, perde la sua forza demotivante in favore di quella speranza che il calore di un’amicizia come quella della Fisc, può ravvivare negli animi di chi quotidianamente è chiamato a ricostruire se stesso e la propria città.
E, ricordando la canzone “Domani” realizzata da vari artisti in favore dell’Aquila e citata nel suo intervento da mons. Pompili, dopo il convegno Fisc gli aquilani possono dire, con voce ancora più forte, che davvero non sono soli dopo che hanno potuto “vedere e toccare” la presenza di tanti fratelli.
Che la ricostruzione, allora, continui con rinnovata forza. Continui nel recupero dei simboli identitari aquilani come la basilica di san Bernardino da Siena che riaprirà il prossimo 2 maggio e che è stata visitata in anteprima dai convegnisti. Continui anche quella sociale, ancor più complessa e delicata di quella immobiliare per offrire a tutti la testimonianza che, comunione e unità profonda di intenti e di volere, sono la strada, la più efficace, per andare oltre le tante crisi a cui va incontro il nostro Paese.
Claudio Tracanna, direttore “Vola” (L’Aquila)