Il futuro è nelle nostre mani

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E’ tempo di scelte forti, radicali, coraggiose. Non scorgiamo luci nel presente, speranze nel futuro, perché ripetiamo gli stessi errori, condizionati come siamo da un sistema che ci considera consumatori prima ancora che cittadini e la società non è più una comunità di individui ma un mercato nel quale a guadagnare di più spesso sono i furbi ed i potenti.

Il nostro sistema economico basato sui consumi, sullo stimolo dei desideri che la pubblicità elabora e presenta come bisogni, che ha messo in crisi le risorse del pianeta distruggendo ed inquinando fiumi, mari, laghi, foreste, campagne, città, ripropone soluzioni che vanno nella direzione sbagliata : consumare di più non equivale a stare meglio, se poi i cibi sono artificiali, intossicati dai veleni, le acque potabili avvelenate da sostanze chimiche di ogni tipo, l’aria ammorbata, se aumentano esponenzialmente le neoplasie e le malattie genetiche . Prendiamo ad esempio Acireale che, solo 30 anni fa godeva di un microclima invidiabile, circondata com’era da tanti giardini. Mai il caldo si presentava così soffocante. Lo pseudo – sviluppo ha cancellato ogni traccia di verde, lasciando il posto a casermoni tirati su in fretta, senza alcuno sforzo di ricerca di bellezza architettonica, senza piazze, parchi, in barba a chi ha costruito la meraviglia del nostro centro storico e ci ha lasciato in eredità una bellezza che forse non meritiamo.

Diceva il grande architetto catalano A. Gaudì: “Per essere originali bisogna tornare alle origini”. Certo, la soluzione non è cancellare tutto ciò che la scienza e la tecnologia hanno scoperto e creato per il bene dell’uomo, occorre però rimettere al centro di ogni interesse, appunto, l’uomo e i suoi bisogni (che sono pochi mentre i desideri sono infiniti…). Le città devono quindi essere ripensate a misura d’uomo e non di auto, la tecnologia che lascia a casa gli operai per far lavorare le macchine è una tecnologia usata male, solo per l’arricchimento di pochi. La finanza che permette di speculare sulla sorte delle nazioni è una finanza diabolica perché non guarda all’interesse collettivo ma a quello di pochi.

Come fare? La risposta non è semplice di fronte a realtà così complesse. Tuttavia, se ciascuno di noi riuscirà ad essere sobrio nella propria vita, ad usare con intelligenza le risorse, ad acquistare beni di consumo che rispettano l’ambiente, a consumare prodotti locali, a  favorire l’economia cittadina anziché avventurarsi su internet in cui non sappiamo chi gestisce certe società e come vengono utilizzati i nostri soldi, mentre i negozianti della nostra città chiudono, impoverendo tutti ed il futuro dei nostri figli, se puntiamo su economie non distruttive come il turismo, il termalismo, l’agricoltura, la cultura, l’artigianato, il commercio, ecc., vedremo intanto cambiare le sorti della nostra comunità.  

Orazio Maltese

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