Il nuovo sindaco di Randazzo, Michele Mangione: “Così stiamo risolvendo l’emergenza rifiuti”

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RandazzoQuello della spazzatura è un problema di cui si parla, e per il quale si soffre, ormai da tempo. L’emergenza rifiuti, però, la immaginavamo lontana dalla nostra isola felice. Sappiamo bene, se abitiamo in uno dei paesi etnei che va da Bronte a Giarre, che negli ultimi mesi anche la nostra (un tempo) oasi pulita ha subito un certo degrado. Per parlare delle cause di questo problema e per vedere come (e se) è stato risolto, in particolare nel paese di Randazzo, abbiamo intervistato il sindaco appena insediatosi, prof. Michele Mangione (nella foto in basso).

Signor sindaco, può spiegarci in parole povere qual è stata la causa dell’accumulo nei nostri paesi di tutti questi rifiuti? Concretamente parlando come funzionava la raccolta dei rifiuti?
“A seguito della costituzione di organi chiamati Ato (Ambito Territoriale Ottimale) la gestione dei rifiuti è passata dal singolo Comune a quest’ultimo ente. Di fatto l’ Ato è diventato l’ente a cui un gruppo di Comuni delegavano la raccolta dell’immondizia. L’Ato della nostra zona si chiama Joniambiente e comprende circa una dozzina di Comuni. Tuttavia, non disponendo di risorse adeguate, lo stesso Ato ha deciso di fare una gara d’appalto per affidarsi ad una ditta specializzata. Tale gara è stata vinta dalla ditta Aimeri. Dopo un periodo di efficienza e dopo la lodevole iniziativa di introdurre la raccolta differenziata, si sono verificati i primi disservizi; che sono diventati poi sempre più frequenti e insostenibili per la popolazione. E’ certo che, nell’ambito dell’ Ato, ci fossero numerosi Comuni morosi, ma è anche vero che i comuni virtuosi, quelli in regola con i pagamenti, hanno subito gli stessi disservizi”.

 – Quindi, la responsabilità a chi va attribuita? Detta così, sembra assolutamente ai Comuni.
“Certamente, la creazione degli Ato non è stata una trovata brillante tanto che tutti, salvo qualche eccezione, si sono rivelati dei veri e propri fallimenti. Ed è per questo che di qui a breve verranno cancellati. C’è da dire, però, che la raccolta dei rifiuti richiede una spesa gigantesca per i Comuni; quello di Randazzo spende mensilmente la bellezza di 125.000 euro, e vi assicuro che non è una cifra cui far fronte facilmente. Va anche detto, per completezza, che le ditte di raccolta di rifiuti riescono, in genere, a sopportare dei ritardi nei pagamenti. In questo caso, invece, a seguito della rottura di alcuni macchinari che non erano stati riparati, il servizio era praticamente zero. Insomma, non è facile sciogliere questa matassa”.

 – La mancata raccolta dei rifiuti a cosa ha portato?
“Immaginate di dover tenere la spazzatura a casa una settimana: non è certo piacevole. Ed ecco che sono state create le microdiscariche abusive, circa una ventina in tutto il paese di Randazzo. Questa era la situazione che mi sono ritrovato quando mi sono insediato come sindaco”.

 – E come ha fatto fronte  a tale emergenza?
“Esiste una normativa che consente al sindaco, sentiti i pareri della Asp (Azienda sanitaria provinciale) e della polizia ambientale, di provvedere all’affitto di un autocompattatore, sostenendo dunque una spesa extra, per ripulire il paese. Ho deciso di prendere questa strada e, nel giro di una settimana circa, le microdiscariche sono state eliminate del tutto. Soprattutto è stata ripulita l’isola ecologica che funge da deposito temporaneo dei rifiuti differenziati. Inutile dire quanta spazzatura indifferenziata vi fosse stata gettata”.

 Michele Mangione, sindaco Randazzo– Questo è servito a riportare la situazione alla normalità ed è cosa lodevole. Ma com’è adesso la situazione rifiuti?
“Il 13 luglio, la ditta Aimeri è stata definitivamente sollevata dall’incarico di raccogliere i rifiuti, ed è in corso una battaglia giudiziaria tra l’Ato e la ditta stessa. Le strade che l’Ato ha offerto ai Comuni sono state quella di organizzarsi immediatamente per gestire il servizio di raccolta dei rifiuti o quella di affidarsi nuovamente all’Ato stesso, affinché provvedesse questo ente a trovare, Comune per Comune, una ditta locale per gestire il servizio. Non avendo gli strumenti per occuparci della raccolta rifiuti direttamente, abbiamo deciso di delegare l’Ato per gli ultimi mesi, fino a settembre. Dopo di che, con la cancellazione degli Ato, potremo decidere se associarci ad altri Comuni o provvedere da soli alla raccolta dei rifiuti. Io propendo per quest’ultima soluzione”.

                                                                                     Annamaria Distefano

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