Il personaggio / Madre Venera Sapienza, canossiana di 98 anni, modello di educatrice e maestra di ricamo in oro

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Il 17 marzo scorso, Madre Venera Sapienza delle suore canossiane (98 anni) ha ricevuto uno speciale riconoscimento quale educatrice, benefattrice e maestra del ricamo in oro nell’ambito della VII edizione di “Femminile Plurale”, che ha avuto luogo nel teatro “Eliseo” di Santa Venerina, organizzata dall’associazione “Storia, Cultura e Sviluppo Territoriale” con il patrocinio del Comune di Santa Venerina.
In quella sede Madre Venera ha avuto modo di constatare l’affetto e la stima di quanti l’hanno conosciuta e ne hanno sperimentato le doti umane e spirituali. Una lunga e gradevole conversazione con questa suora, che mantiene una perfetta lucidità mentale e conserva tanti ricordi, ci ha permesso di ricostruire il suo itinerario vocazionale e operativo.
Madre Venera Sapienza è nata a Santa Venerina (allora frazione del Comune di Acireale) il 10 gennaio 1920. Figlia unica di Sebastiano Sapienza detto Nello, di Santa Venerina e Giuseppa Ragonesi, originaria di Guardia, a 14 anni, il giorno 15 agosto, festa della Madonna Assunta, riconobbe di avere la vocazione e decise di voler diventare suora canossiana, ma mantenne il segreto perché i genitori volevano che si sposasse ed ereditasse i beni di famiglia, essendo figlia unica.
Intanto frequentava l’istituto delle suore canossiane dove, da una suora molto brava, imparò il disegno, la pittura e i ricami e si preparò per gli esami di accesso al triennio dell’istituto magistrale, ma il padre si oppose al suo desiderio di diventare maestra e le ribadiva spesso che lui avrebbe potuto mantenerla. Non si fidava di doverla mandare a studiare ad Acireale, nonostante in quella scuola ci fossero il prof. Ragonesi e il prof. Cavallaro di Santa Venerina, molto stimati e amici di famiglia. Venera, preso atto del turbamento del padre, decise di non presentarsi agli esami, ma con la segreta speranza che, una volta diventa suora, avrebbe potuto proseguire gli studi.
Grazie a uno zio sacerdote di Rieti e alla direzione spirituale di monsignor Giosuè Russo, direttore del seminario, maturò la sua vocazione, che venne ufficializzata in famiglia nel 1939, a 19 anni. Determinante fu questa volta l’intervento di un pio sacerdote che convinse il padre, molto restìo, portando l’esempio del papà di Santa Teresina che aveva donato sette figli al Signore (e Teresina, quarta figlia. era la reginetta del suo cuore).
Come novizia rimase sei mesi a Santa Venerina con l’abito grigio, poi passò al collegio Santa Venera di Acireale e successivamente ad Aci Bonaccorsi. Il 7 dicembre del 1941, il giorno dedicato a Santa Maddalena, a Roma avvenne la vestizione con l’abito nero delle canossiane. Quindi fu inviata per cinque anni a Santa Rosalia di Acireale per insegnare il ricamo, di cui era diventata una vera esperta perfezionandosi nel tempo presso scuole di ricamo a Roma e Cantù. Quindi per 22 anni operò ad Aci Bonaccorsi. Nel 1970 fu mandata a Santa Venerina per fare la sorella maggiore della comunità. Poiché la mamma diventava anziana ed era sola (il padre era morto il 29 luglio del 1944) e dopo tre anni di permanenza a Santa Venerina, Venera chiese il permesso di andare ad assistere la madre e la confermarono nella sede per altri tre anni e quindi per altri sette anni, fino alla morte della madre avvenuta nel 1983 a 88 anni.
Dal 1983 al 1992 rimase a Santa Venerina e in questo periodo decise di donare la propria casa di via Umberto alla chiesa Santa Venera. Sbrogliata la matassa delle autorizzazioni, sottoscrisse l’atto di donazione assieme all’allora parroco don Sebastiano Privitera. Ella ci tiene a sottolineare che ha donato la casa per evitare che alla sua morte, con il testamento, ci fossero oneri di successione. Questi locali hanno dato respiro alla parrocchia Santa Venera. Adesso vengono utilizzati per riunioni delle associazioni e congregazioni e il campetto per gare di pallavolo. Madre Venera perfezionò l’arte del ricamo in oro e tante allieve le chiesero di poter apprendere da lei quest’arte di cui era diventata maestra molto richiesta per la realizzazione di tovaglie per altari, tabernacoli, pianete, stole, bandiere, stendardi  e stemmi religiosi e civili.
Le sue opere e quelle realizzate con la sua direzione dalle allieve apprendiste si trovano non solo a Santa Venerina (chiese Sacro Cuore, Santa Venera e Bongiardo, Linera e Monacella), ma anche ad  Aci Bonaccorsi, Acicatena, Biancavilla, Gravina di Catania, Paternò, Riposto in provincia di Catania, Lentini in provincia di Siracusa, Melia e Taormina in provincia di Messina, a Roma e persino in Giappone. Inoltre sono opere di Madre Venera lo stendardo della Provincia Regionale di Catania e la bandiera di Sant’Alfio. Ha smesso di svolgere questo lavoro tanto richiesto a 94 anni ovvero appena 4 anni fa. Oggi tanti la ricordano per la sua affabilità e disponibilità all’ascolto di tutti, dai bambini agli adulti, e per l’eccellenza dei ricami in oro. La comunità della parrocchia Santa Venera inoltre le è grata per la spontanea donazione della dimora di via Umberto.

Giovanni Vecchio

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