Se vi è ricchezza in chi compone, la poesia si presenta subito forte e delicata, impronta di pensiero, spessore d’esperienza, compostezza di studi.
Come in Melania Panico, poetessa napoletana pluripremiata, che riconferma in “Campionature di fragilità” (ed. La Vita Felice), con prefazione di Davide Rondoni, la propria veridicità poetica. Qui, il verso reclama subito la dignità che gli conferisce chi lo usa con rispetto, lo stesso rispetto con il quale lo porge al lettore in uno scambio di simbiotica ricerca, diretta, vera: “[…] Potrei lasciare a casa gli aggettivi / avere cura del silenzio / ma l’inverno / si raggomitola nel grembo / infausto senza gemiti. / Il mare dentro, / ha voce frastagliata / non cantilena / ma fragile rocciosa / impavida messa /filo di pace […]”.
Quel filo che, seppure invisibile, lega fra di loro i componimenti di una giovane autrice acese, Rosanna Fichera, alla sua prima esperienza poetica dove fin dal titolo “La radice nel tempo” (ed. A&G), con prefazione di Maria Rita Celestino, emerge la necessità di ripercorrere quei sentieri andati per ritrovare la dolcezza dei sentimenti, propri e altrui, famigliari ed estranei uniti dal conforto di un’attesa risolutiva: “[…] Verrà il tempo in cui il mondo riprenderà la luce, / la speranza che manca da un po’. / Avremo tempo, avremo gioia, / per raccontare una nuova rinascita […]”.
Una speranza che mantiene la sua forza nell’opera prima “Verticale” (ed. LietoColle) di Maddalena Lotter, giovane musicista veneziana. Al domani che arriva si ricongiunge la dinamicità dell’oggi, il rimpianto di ieri ci appare pacato, àncora trasparente, porto sicuro, rifugio senz’ombra, specchio della natura a cui tendere il proprio abbraccio: “C’è un rispetto fra i tronchi / si può fiorire l’uno accanto all’altro / ma piano, a dovuta distanza / lasciare spazio al respiro dei rami; / volevo imparare dagli alberi / come si sta senza fusione ma poi / è arrivata la tempesta, la stessa / acqua, ho pensato, che ora bagna / la tua casa a valle”.
Rita Caramma