Pesca / Il tonno rosso: differenti politiche tra l’Africa e l’Europa

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Il tonno rosso è una specie di grande valore commerciale che suscita un notevole interesse sia in Europa che in Africa. Le dinamiche di pesca di questa risorsa preziosa hanno una notevole rilevanza economica per entrambi i territori. Mentre l’Europa si è affermata come uno dei principali mercati consumatori, il continente africano – in particolare il Senegal – è conosciuto per essere uno dei luoghi di avvistamento e cattura privilegiati. Tuttavia, le dinamiche di pesca del tonno rosso tra Europa ed Africa presentano notevoli differenze. Sia dal punto di vista delle pratiche di pesca, sia dal punto di vista delle politiche gestionali. In questa sede, esploreremo tali differenze al fine di comprendere meglio la situazione attuale e le sfide che entrambi i territori devono affrontare.

Pesca / Il tonno rosso: ragioni alla base della differenza di quota tra i paesi

In alcune parti del mondo – tra le quali l’Europa e l’Africa – è possibile pescare una quota maggiore di tonno rosso rispetto ad altre. Perché succede questo e quali sono i criteri di riferimento per stabilire le quote di pesca? Ecco alcune possibili risposte:

  1. Conservazione delle risorse ➝ Le leggi sulla pesca del tonno rosso possono essere diverse in base alla valutazione delle risorse ittiche della regione. Se una zona ha una popolazione sostenibile di tonno rosso, le quote di pesca potrebbero essere più elevate rispetto ad una zona con una popolazione scarsa o in declino;
  2. Impegno internazionale ➝ Alcuni paesi si impegnano a rispettare gli accordi internazionali per la conservazione del tonno rosso, come la Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell’Atlantico (ICCAT). Questi accordi stabiliscono limiti di cattura e quote di pesca per garantire la sostenibilità delle risorse;
  3. Capacità di controllo e monitoraggio ➝ Alcune zone potrebbero avere una maggiore capacità di controllo e monitoraggio delle attività di pesca, il che consente loro di gestire meglio le quote di pesca. Al contrario, le zone con capacità limitate potrebbero avere quote di pesca più basse per proteggere la popolazione di tonno rosso;
  4. Interessi economici ➝ In alcune parti del mondo, l’industria della pesca del tonno rosso può contribuire significativamente all’economia locale. In questi casi, le leggi sulla pesca potrebbero essere più permissive per soddisfare la domanda e garantire il reddito degli operatori della pesca;
  5. Pressioni politiche ➝ Gli interessi e le pressioni politiche possono influenzare le leggi sulla pesca del tonno rosso. Alcuni paesi potrebbero avere lobby potenti che influenzano la normativa per promuovere gli interessi dell’industria ittica o dei proprietari di flotte pescherecce.

Pesca / Il tonno rosso oltre l’occidente: il Giappone

Se l’Africa e l’Europa si danno a delle divergenze in materia di cattura e commercializzazione del tonno rosso, probabilmente il Giappone si pone tra le due come il maggior promotore della cultura di questa specie altamente ambita. Il tonno rosso, noto in Giappone anche come “toro”, è una parte importante della cucina giapponese. Ampiamente consumato nel sushi e sashimi, è considerato una prelibatezza in molti piatti tradizionali. La domanda interna di tonno rosso è molto elevata. Questo significa che c’è un’ampia base di consumatori pronti a pagare prezzi più alti, creando un’incentivazione economica per la pesca del tonno rosso.

Tonno rosso Inoltre, il Giappone è circondato dal mare, situato nel nord-ovest dell’Oceano Pacifico. Questa posizione geografica gli offre un accesso diretto ad abbondanti popolazioni di tonno rosso, rendendo la pesca di questa specie più facilmente accessibile rispetto ai paesi europei. I quali sono generalmente meno vicini ( n. d. r. rispetto al Giappone) alle principali rotte migratorie del tonno rosso. Il Giappone ha anche attuato delle politiche di gestione della pesca per massimizzare le quote consentite. Dal 1982 al 2019 è stata presa in considerazione una strategia di gestione multilaterale. (Fonti European Parliament, “Why Japan catches so much Atlantic bluefin tuna” e National Geographic, “Can Sustainable Sushi Save the Tuna?”).

Pesca / Il tonno rosso, divergenze tra l’Africa e l’Europa 

La popolazione africana – in particolare quella del Senegal – ha dato credito negli anni ad un’idea comune secondo cui la loro difficoltà nella pesca del tonno rosso dipenderebbe dalle modalità intensive di pesca adottate dagli europei. Lungi dal voler costruire un discorso attorno alle differenze etniche tra i due continenti, cercheremo di capire le motivazioni alla base di questa idea. La percezione dei senegalesi riguardo alla pesca eccessiva degli europei deriverebbe da una combinazione di fattori, tra cui:

  1. Diminuzione delle risorse ittiche ➝ Secondo uno studio condotto dal Food and Agricolture Organization (FAO), il livello di pesca sostenibile, ovvero la quantità di pesce che può essere pescata senza esaurire la popolazione ittica, è in declino globale. Ed il mare che bagna le coste del Senegal non è immune  a questa tendenza;
  2. Pratiche di pesca industriali ➝ Diverse flotte pescherecce europee, spesso dotate di attrezzature tecnologicamente avanzate, operano in acque internazionali e anche in zone della Zona Economica Esclusiva (ZEE) del Senegal. Tali flotte possono effettuare pescate su larga scala che possono impattare significativamente sugli stock ittici locali.
  3. Accordi di pesca ➝ L’Unione Europea ha firmato accordi di partenariato per la pesca con vari paesi africani, tra cui il Senegal. Questi accordi consentono alle flotte pescherecce europee di accedere alle acque territoriali dei paesi africani in cambio di compensazioni finanziarie. Tuttavia, l’implementazione di questi accordi non è favorevole ai pescatori locali in quanto le flotte straniere possono pescare quantità significative di tonno nelle acque del Senegal, limitando così l’accesso e la disponibilità di pesce per i pescatori senegalesi.

Pesca / Le leggi italiane in merito alla questione del tonno rosso

tonno rosso in mareLe leggi italiane in materia di pesca sono basate su diverse normative sia a livello nazionale che europeo. Alcuni sostengono che siano delle leggi troppo rigide nei confronti dei pescatori. Le leggi italiane riguardanti la pesca sono in parte volte a proteggere e ripopolare le risorse marine e lacustri. Questo è importante per garantire la sostenibilità delle risorse e preservare gli ecosistemi marini. Diverse specie ittiche in passato hanno subìto una forte riduzione delle popolazioni a causa della pesca eccessiva.

Le restrizioni imposte ai pescatori riguardo alle dimensioni minime di cattura e alle quote consentite mirano a garantire la riproduzione delle specie e il recupero delle popolazioni. Inoltre, l’Italia fa parte dell’Unione Europea ed in quanto tale è soggetta alle normative e direttive in materia di pesca. L’Unione Europea ha implementato misure restrittive per favorire il ripopolamento delle risorse ittiche e garantire la sostenibilità della pesca.

Ad esempio, la Politica Comune della Pesca (Common Fisheries Policy) prevede misure per prevenire la sottoutilizzazione delle risorse e per porre fine ai meccanismi di pesca intensiva. Per concludere, le leggi italiane riguardanti la pesca hanno anche l’obiettivo di contrastare le attività illegali, come la pesca non autorizzata, la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (IUU) o la pesca a strascico. Queste attività danneggiano le risorse e l’ambiente marino e possono minacciae le fonti di reddito dei pescatori legali.

Pesca / La pesca del tonno rosso lungo le coste siciliane

La pesca del tonno rosso lungo le coste orientali ed occidentali della Sicilia coinvolge principalmente i pescatori professionisti e le aziende ittiche specializzate nell’attività commerciale. Le coste occidentali della Sicilia, in particolare a Favignana e sull’isola di Ustica, sono note per la presenza di tonnare tradizionali che operano da secoli. Queste tonnare sono gestite da gruppi di pescatori che detengono il diritto di pesca e si basano su una conoscenza tradizionale del mare e dei modelli migratori del tonno rosso.

                                                                                                              Grazia Patanè