Acireale, il Ventennio rivive in un libro

0
197

 “Eia, Eia, Eia, Alalà! Acireale nel ventennio fascista” è un libro che ci riporta indietro in un passato recente le cui vicende coinvolsero in maniera capillare e totalizzante ogni città d’Italia. Il suo autore, avv. Felice Saporita, ci racconta questo volume, un testo in cui rivivono l’Acireale di quegli anni, i suoi protagonisti e gli avvenimenti che si consumarono. <<Non parlo solo di fascismo ma di tutto quello che è successo ad Acireale nel ventennio, di come si mossero i tre cardini della vita acese: amministrazione, Chiesa e fascio e degli uomini che vissero e fecero quei tempi>>.

Già dall’esordio si capisce che abbiamo in mano un libro per tutti, per chi porta ancora con sé il ricordo di “adunanze oceaniche” e dell’esaltazione monocromatica del duce; e per chi, figlio delle nuovissime generazioni, volge a questi fatti lo stesso sguardo che si riserva ad eventi lontani confinati nei libri di scuola. A tal proposito continua l’autore: <<ho voluto salvare delle notizie importanti utili per descrivere il passato di Acireale, notizie che dovrebbero essere conosciute dai giovani di oggi che, invece, ne sanno poco o niente o per noncuranza o perché nessuno gliele ha offerte. Il testo non ha i toni del romanzo, non lascia spazio alla fantasia ma ogni evento raccontato è frutto di una dettagliata ricerca e la lunga bibliografia è la testimonianza di un lavoro attento e meticoloso. Rivivono, così, episodi di personaggi che parlano da soli, attraverso una nutrita documentazione, per lo più inedita >>.

Andando al cuore dell’argomento, spontanea nasce una domanda: Fascismo ed Acireale, come si delineò questo rapporto?

<<Mussolini ricevette la cittadinanza onoraria di Acireale, fatto che dimostra la quasi totale adesione, o per profitto o ob torto collo, la città si adeguò. Gli unici ad essere pesantemente colpiti durante il ventennio furono l’ing. Carmelo Fichera, arrestato perché ritenuto addetto stampa del movimento comunista ed il prof. Nicola Leotta, arrestato per aver diffamato il regime. Burrascose furono, anche, le relazioni tra i funzionari fascisti il vescovo e l’azione cattolica. Acireale, comunque fece un balzo in avanti, rinacque il grand hotel di piazza stazione, l’industria Pozzillo, viene costituita l’azienda di cura e venne lanciata la Fiera dello Jonio, prima una piccola fiera commerciale di scarsa importanza che si svolgeva in Piazza Garibaldi>>.

Fu, allora, una vera e propria subordinazione?

<<La Sicilia ha un indole del tutto peculiare forgiata da tante dominazioni, ricorda il detto “calati juncu ca passa la china”? I cittadini si adattarono alla piena politica, durante il fascismo così come si adattò tutta l’Italia e pure la Chiesa>>.

Print Friendly, PDF & Email