Immacolata Concezione / 8 dicembre: “La bellezza salverà il mondo”

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Gli inizi del mese di dicembre e il percorso del Tempo d’Avvento ci fanno incrociare con la solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. Una festa tra le più care alla religiosità popolare, che, dietro l’aspetto più semplice di una sincera devozione, racchiude profondità teologica e ricchezza cultuale esemplari nella storia del pensiero cristiano.

La festa del concepimento di Maria, nei suoi aspetti generali, si riscontra in ambito orientale fin dall’VIII secolo; l’occidente inizia a celebrare una festività similare intorno al X secolo, nella Normandia. Ciò che però andò distinguendo tale memoria mariana in occidente fu il contenuto teologico: l’oggetto della festa era l’immacolato concepimento di Maria nel grembo della madre Anna. Anche se la festa iniziò a diffondersi capillarmente nella liturgia latina, non tutti erano concordi nell’affermazione teologica del concepimento di Maria senza il peccato originale. Anselmo, Bernardo e lo stesso Tommaso d’Aquino non parlavano di concepimento senza macchia, pur pensando su di lei un’azione della redenzione. Fu il francescano Duns Scoto a porre le basi teologiche per l’affermazione dell’immacolato concepimento di Maria. Intanto la festa, nella seconda metà del XVII, veniva proposta a tutta la Chiesa universale. È noto, infine, come il dogma dell’Immacolata viene proclamato solennemente l’8 dicembre del 1854, e confermato quattro anni dopo nelle apparizioni di Lourdes.

La Sicilia ha mostrato un attaccamento del tutto particolare al mistero dell’Immacolata Concezione. Si hanno notizie di particolari celebrazioni a Palermo fin dall’inizio del XIV secolo, alle quali fa eco il famoso voto del Senato siciliano col quale si prometteva fedeltà nel professare questa verità dogmatica fino all’estremo sacrificio.

Accanto a questi processi storici, una continua produzione di testi liturgici, inni e preghiere devozionali – quali il così detto Stellario – hanno nutrito e confermato la fede della Chiesa. Un’antifona molto nota è quella del «Tota pulchra es, Maria» (tutta bella sei, Maria); il testo si compone come un centone di affermazioni bibliche rilette in chiave mariana ed altre invocazioni. Non essendovi, in Maria Santissima, la «macula originalis» che deturpa la condizione della creatura umana, ella è «tutta bella», «tutta santa». Il cristiano, guardando a Maria, comprende che il peccato non gli è proprio, ed esulta perché in Maria vede «l’inizio della Chiesa, sposa di Cristo senza macchia e senza ruga, splendente di bellezza». La bellezza di Maria è la bellezza del Figlio suo, “il più bello tra i figli dell’uomo”, come dice il salmista. Allora è vero che la bellezza salverà il mondo: la bellezza della donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi, la cui stirpe schiaccerà la testa del serpente antico. Allontaniamo il peccato dalle nostre vite, attorniamoci della bellezza autentica!

Don Raffaele Stagnitta
vicedirettore dell’Ufficio liturgico diocesano

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