Seguendo il flusso d’immigrazione, e stando ai dati ISTAT del 1° Gennaio 2022, sarebbero 352 su un totale di 5.030.716 non italiani i migranti che, dal Mozambico, approdano in Italia. Tradotto in percentuale, la loro presenza costituirebbe lo 0,007% degli immigrati nel nostro paese. Risultati, questi, che rivelano delle motivazioni precise alla base dei flussi migratori mozambicani diretti verso il suolo italiano.
Immigrazione / Dal Mozambico all’Italia: i fattori della migrazione
Il processo migratorio è determinato dalla combinazione dei cosiddetti push factors (fattori di spinta) e pull factors (fattori di attrazione). Questi, insieme, definiscono le cause e le destinazioni in seno alla decisione di un singolo individuo o di un gruppo umano di migrare da un territorio a un altro. Le dinamiche di repulsione e di attrazione sono varie. E le loro analisi rispetto al caso specifico del Mozambico mettono in luce la natura del flusso di riferimento, spiegando il perché della fuga e la ragione della meta scelta.
Immigrazione / Dal Mozambico all’Italia: il perché della fuga dei migranti
Il principale motore di spinta della migrazione mozambicana degli ultimi anni è infatti il concorso di un insieme di forze. Tra queste, ne emergono due: suscettibilità agli shock climatici e progressivo aumento della violenza. Nel Paese si sono verificate negli ultimi anni siccità cicliche, inondazioni e fenomeni atmosferici estremi. Sono recenti l’uragano Ana (gennaio 2022), l’uragano Gombe (marzo 2022) e il ciclone Freddy (febbraio 2023). Eventi come questi hanno regolarmente messo a rischio le condizioni di vita delle popolazioni colpite, aumentandone la povertà e la vulnerabilità.
Fino a 1,7 milioni di persone in Mozambico sono minacciate da disastri legati al clima. Ad accompagnare questi numeri, sono le vittime del conflitto di Cabo Delgado. Questa provincia, situata nel nord-est del Mozambico, dal 2017 è teatro di uno degli scontri più dimenticati del pianeta. Parliamo di una componente che, senza alcun dubbio, ha determinato l’incremento di violenza e insicurezza. Alimentando sfollamenti e problemi di protezione.
Questi fattori di spinta sono poi da collocare all’interno di un quadro generale più ampio e più complesso, che ha come protagonista uno dei paesi più poveri e sottosviluppati al mondo. Stando ai dati dell’Ocha (l’ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari), il Mozambico detiene uno dei più bassi indici di sviluppo umano (ISU) al mondo. Classificandosi al 180° posto su 189 paesi e territori. “Oltre il 62% della popolazione vive al di sotto della soglia internazionale di povertà e oltre l’83% dei posti di lavoro sono vulnerabili”. Questo è quanto viene riportato nel sito ufficiale dell’ente.
Immigrazione / Dal Mozambico all’Italia: l’aiuto internazionale
Le continue crisi e la distruzione dei mezzi di sussistenza incidono sull’insicurezza sanitaria e alimentare. Quest’ultima aggravata dalla guerra in Ucraina. Il Mozambico, infatti, importa circa il 30% del suo grano dalla Russia e l’8% dall’Ucraina. Purtroppo, gli strumenti di contrasto non sono in grado di fornire un’adeguata copertura. A partire dalla debolezza dei servizi pubblici, come la sanità, l’istruzione e l’accesso all’acqua pulita e ai servizi igienico-sanitari. Sono circa due milioni le persone nel nord del Mozambico ad aver bisogno di assistenza umanitaria nel 2023.
Le zone di spicco in questo senso sono Cabo Delgado, Nampula e Niassa, colpite dall’impatto del conflitto armato. Come reso noto dall’Ocha, 41 organizzazioni umanitarie si coordinano attraverso il quadro HRP per sostenere queste persone. “Tra gennaio e aprile, circa 1,1 milioni di persone sono state raggiunte con qualche forma di assistenza umanitaria”. Ad intervenire, è poi un progetto strategico messo a punto dall’Unione Europea.
Nel 2021, il piano d’azione europeo Difesa e Sicurezza Comune ha approvato una missione di addestramento militare di due anni in Mozambico per promuovere una de-escalation delle violenze e la sicurezza dei civili. Si tratta di un modo per temporeggiare mentre si ricercano politiche di peacebuilding e di resilienza istituzionale in grado di sorpassare questa dura fase.
Immigrazione / Dal Mozambico all’Italia: la presenza dei migranti mozambicani nelle regioni italiane
Gli aiuti forniti direttamente alla società mozambicana sul luogo di necessità, non riesce a fermare le migrazioni di persone che ricercano condizioni di vita migliori. Sono molti i mozambicani che scelgono l’Italia come destinazione (non necessariamente permanente) della loro migrazione. Delineando un’attrazione voluta e necessaria verso nuove opportunità e risorse.
Con una concentrazione maggiore tra l’Italia centrale e settentrionale, il Lazio, la Lombardia e l’Emilia-Romagna sono le regioni che ospitano il numero più alto di mozambicani. La Sicilia, stando ai dati ISTAT del 2022, ne conta il 2,6%. Di questa percentuale, il 44,4% è a Catania. Il 22,2% a Palermo. Un altro 22,2% a Siracusa. L’11,1% a Messina.
Immigrazione / Dal Mozambico all’Italia: l’incontro di due culture
Quella mozambicana è dunque una presenza minima, ma importante. Si parla sempre di persone portatrici di grandi speranze e coraggio. Veri e propri bagagli che trascinano la propria cultura con sé, permettendo l’incontro e lo scambio tra modi di vivere, di agire e di pensare diversi. Anche se, stanno ai cenni storici, il Mozambico non è poi così lontano dalla cultura europea. Infatti, la sua storia è stata profondamente segnata dalla colonizzazione portoghese.
Fu proprio a causa della politica coloniale del Portogallo che il Mozambico ottenne l’indipendenza. Il costo di quest’ultima, però, fu un’importante recessione economica le cui conseguenze sono visibili ancora oggi. Avendo infatti contribuito a collocare il Paese fra i più poveri al mondo. Ma, considerando la sua evoluzione, è chiaro che la cultura portoghese abbia anche arricchito quella autoctona mozambicana. Avvicinando questo importante territorio dell’Africa all’Europa. Quindi anche all’Italia.
Roberta Lazzaro