Immigrazione / Integrazione e stabilizzazione della comunità peruviana in Italia

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Esito di lunghi flussi di immigrazione partenti dall’America meridionale, la comunità peruviana è la quindicesima collettività straniera in Italia per numerosità. Forti di una presenza di lunga data, col tempo le circa 94.131 persone che la compongono sono riuscite a radicarsi nel tessuto socioeconomico italiano. Nonostante la complessità delle dinamiche in gioco, la presenza dei cittadini del Perù ci dà la possibilità di vivere una cultura lontana e sperimentarne le ricchezze.

Immigrazione / La comunità peruviana in Italia nella storia 

I primi grandi flussi migratori dal Perù verso l’Europa risalgono agli anni Sessanta del Novecento. A quei tempi, le mete più ambite erano la Spagna, l’Italia, la Germania e l’Olanda. Questi Paesi mettevano a disposizione importanti opportunità legate al fabbisogno di manodopera. Ciò comportava quindi una grande apertura nei confronti dei nuovi arrivati che, dal canto loro, ne erano attratti.

Le migrazioni dal territorio peruviano furono inizialmente compiute in prevalenza dagli uomini. Solo dalla seconda metà degli anni Ottanta si è assistito ad un’inversione di tendenza, e il numero delle donne è aumentato notevolmente. Tra i principali motivi di spinta, un ruolo fondamentale è stato ricoperto dai periodi prolungati di stagnazione e recessione economica. Tempi di stasi così lunghi, portavano con sé inevitabili conseguenze.

La disoccupazione e i bassi livelli di reddito erano quelle primarie. In particolare, questi effetti si riversavano sulla classe media e medio-basse, da cui proviene la maggior parte dei peruviani. Ai problemi di carattere economico, si associavano poi anche quelli di stampouomo peruviano immigrazione italia politico e sociale. A partire dagli anni Ottanta, i conflitti interni spinsero ulteriormente i peruviani a ricercare una nuova stabilità altrove. Qualcuno si spostava dalle zone rurali verso i centri urbani. Altri, invece, preferivano lasciare il Paese.

Gli spostamenti dal Perù oggi: una politica sempre in crisi 

Nel primo decennio degli anni Duemila, i flussi migratori dal Perù hanno continuato a crescere. Solo a partire dal 2011 si sono imbattuti in un brusco arresto. Infatti, in quel periodo l’economia del Paese latino raggiunse una forte stabilità, accompagnata da un’importante crescita produttiva. Questi fattori favorevoli, hanno così indotto molti peruviani emigrati a tornare in patria.

In effetti, una caratteristica peruviana sta proprio nella contraddizione di una politica costantemente in crisi innestata in un contesto economico sempre stabile. La politica che da sempre distingue il Perù, nel corso del tempo ha alimentato una forte sfiducia nelle istituzioni. Iniziata negli anni Novanta, l’instabilità è iniziata sotto il governo di Alberto Fujimori. Eletto democraticamente, sciolse il Parlamento nel 1992 e modificò il sistema giudiziario. Governò fino al 2000, quando fu accusato di corruzione, appropriazione indebita e crimini contro l’umanità.

Tra il 2001 e il 2016 si sono succeduti tre presidenti, tutti indagati per corruzione. Dal 2016 ad oggi, se ne sono susseguiti ben sei. L’ultimo di questi, Pedro Castillo, ha adottato una politica di gestione di governo altamente disastrosa. Così, dopo aver tentato di sospendere il Parlamento, guidare un auto-colpo di Stato e formare un governo di emergenza, è stato destituito e arrestato. Dina Boluarte, allora vicepresidente, è stata nominata presidente nel dicembre 2022.

Gli spostamenti dal Perù oggi: un’economia stabile, ma non è abbastanza

Se la politica non riesce a mantenere una linea di equilibrio e rassicurare i propri cittadini, il sistema economico è capace di reggere gli urti continui. Questa resilienza sembrerebbe dovuta alla forte stabilità delle istituzioni finanziare. E, soprattutto, all’indipendenza della Banca centrale, garantita dall’articolo 48 della Costituzione e mai messa in discussione. A riprova del suo ruolo stabilizzante, il governatore Julio Velarde è in carica dal 2006 ed è stato confermato da otto presidenti diversi. Durante il suo mandato, il sol peruviano è stato velarde perù immigrazionetra le monete più stabili del Sudamerica e si è deprezzato solamente del 5% rispetto all’euro.

Violazioni dei diritti umani

Purtroppo questo non basta a garantire la sicurezza del Paese. Il Perù ha infatti continuato ad essere luogo di importanti violazioni dei diritti dell’uomo. Nel 2022, le autorità hanno minacciato la libertà di espressione con dichiarazioni ufficiali. L’Associazione nazionale della stampa ha riportato 303 attacchi alla stampa durante l’anno. In occasione delle proteste seguite alla destituzione dell’ex presidente Castillo, le autorità hanno spesso risposto con l’uso illegale della forza.

A questo, si aggiungono il fallimento nell’affrontare la crisi climatica e il degrado ambientale. La deforestazione illegale e il traffico di droga. Le entrate tributarie insufficienti, che alimentano disuguaglianze e non consentono i necessari investimenti nel settore della salute pubblica. Non passa inosservata la violenza sessuale, soprattutto contro le donne e i minori. Infine, il Perù è considerato il quarto paese più pericoloso al mondo per gli attivisti ambientali, dopo Brasile, Honduras e Filippine. In particolare, gli omicidi di attivisti ambientali sono aumentati negli ultimi anni.

Immigrazione / Le caratteristiche sociodemografiche della comunità peruviana in Italia

Attratti principalmente dalle opportunità di lavoro, ad oggi il 67,9% della comunità peruviana in Italia è soggiornata al Nord. La Lombardia, al primo posto, ne ospita il 44,4%. Seguita da Lazio e Piemonte, che accolgono rispettivamente il 15,7% e il 12% dei cittadini peruviani nel complesso. Caratterizza inoltre la forte concentrazione in Toscana, dove si raccoglie il 10,6%. Rispetto alla composizione interna, la presenza femminile è pari al 58,4%. Essa supera di 9 punti percentuale la media non comunitaria (49%) e quella maschile peruviana (41,6%). Tra le comunità extra europee in Italia, la collettività in questione è la terza per incidenza femminile dopo quella ucraina e moldava. E si colloca in ottava posizione per ildonne peruviane immigrazione italia più alto grado di squilibrio di genere.

Invece, in termini anagrafici la comunità peruviana registra un’anzianità superiore alla media straniera. Più della metà (il 51,8%) ha più di 40 anni, a fronte del 42% circa registrato tra i cittadini non comunitari complessivamente considerati. Come si legge nel Rapporto annuale sulla presenza dei migranti, questo dato può essere letto come un segnale di stabilizzazione sul territorio della comunità. Infatti, non si tratta di protagonisti di migrazioni recenti (generalmente giovani). Quanto piuttosto di persone
giunte coi primi movimenti migratori, o che si sono ricongiunte ai propri familiari.

Immigrazione / Integrazione e stabilizzazione della comunità peruviana in Italia 

Gli indicatori d’integrazione ci rivelano che la comunità peruviana è altamente inserita in Italia. I cittadini peruviani sono molto coinvolti nei matrimoni misti. Incidendo per il 3,4% sul totale dei matrimoni che coinvolgono cittadini italiani ed extra europei. Però, nonostante la sua presenza di lunga data, la collettività non registra acquisizioni di cittadinanza più elevate rispetto alla media straniera.

In ambito scolastico, gli studenti iscritti all’anno 2021/2022 sono stati 20.909. Corrispondenti al 3% della popolazione scolastica non comunitaria. Particolarmente incidente è la presenza femminile. Le ragazze rappresentano il 50,2%, poco più della metà degli studenti peruviani. Tale percentuale risulta massima nella scuola Secondaria di secondo grado (52,4%). Le associazioni della diaspora peruviana registrate in Italia sono 4615. Tra le principali finalità per le quali le associazioni si sono costituite, al primo posto si colloca la promozione di attività di mediazione interculturale e rivolte all’integrazione. Seguono la valorizzazione della cultura d’origine, la promozione di attività di formazione e lotta alle discriminazioni.

Immigrazione / I collegamenti tra due culture lontane 

pomodoro mais peru italia immigrazioneIn prima considerazione, il Perù appare solo come un Paese latinoamericano decisamente distante. Un’identità ricca e definita, ma che sembrerebbe non avere alcun legame con la nostra. In realtà, lo Stato peruviano e quello italiano condividono percorsi di storia e personaggi di rilievo. Basti pensare che Giuseppe Garibaldi prese la cittadinanza peruviana. Lui e Antonio Raimondi, altro influente uomo ai tempi dell’Unità d’Italia, sono riconosciuti come eroi popolari in Perù. In particolare, Raimondi dedicò la sua vita e le sue opere allo sviluppo economico e culturale del Paese latino.

Si aggiungono modi di dire e abitudini, di cui spesso non conosciamo neanche l’origine. E che, in realtà, legano le due culture. “Vale un Perù” veniva, ad esempio, utilizzato per indicare qualcosa di valore. Nell’immaginario comune, il Perù ha inoltre rappresentato l’Eldorado, la terra dell’oro e dello splendore. Anche nella gastronomia, molti piatti tipici italiani non esisterebbero senza il trasferimento di prodotti tipici peruviani e il loro trasferimento nel nostro territorio. Pomodoro, patate, mais. Giunti fino a qui come elementi esotici, e ora considerati di nostra appartenenza.

Roberta Lazzaro

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