Tra i percorsi d’immigrazione antichi e moderni, quello seguito dai migranti che dall’Ucraina raggiungono l’Italia è certamente tra i più attuali. Nello specifico riferimento all’odierno conflitto con la Russia, l’asse temporale della migrazione ucraina prosegue infatti fino ai nostri giorni. Alimentando una presenza già molto forte in suolo italiano e contribuendo ad arricchire il profilo multiculturale del nostro Paese.
Immigrazione / La storia dei migranti dall’Ucraina all’Italia
La storia delle migrazioni ucraine è ripercorribile in quattro tappe fondamentali. La prima, fu determinata da motivi economici e si verificò tra il 1860 e il 1914. In quell’occasione, circa 500mila giovani contadini, con a seguito le rispettive famiglie, uscirono dall’Ucraina occidentale per ricostruire una nuova vita in luoghi lontani. Le mete prese in considerazione furono difatti il Canada, gli Stati Uniti e il Brasile. Il Canada e gli Stati Uniti furono tra i punti d’arrivo più ambiti anche nella seconda ondata migratoria.
Insieme all’America Latina, all’Australia, alla Francia, al Belgio, all’Austria e alla Repubblica Ceca. In questa fase, a cavallo tra le due Grandi guerre, i fattori di spinta erano prevalentemente di natura politica. Così come in occasione del terzo grande flusso, a seguito della seconda Guerra mondiale e fino al 1953. Protagonisti di questa ulteriore ondata in uscita furono i giovani deportati dai nazisti in Germania. Ai quali si aggiungevano poi intellettuali e militari anticomunisti che non intendevano tornare in Ucraina, in quanto annessa all’URSS. Così, a questi migranti fu riconosciuto lo status di rifugiato in diversi Paesi. 80mila negli USA, 30mila in Canada, 20mila ciascuno in Australia e in Gran Bretagna e 10mila ciascuno in Belgio e in Francia.
La storia dei migranti dall’Ucraina all’Italia
L’arrivo nell’Europa occidentale avvenne soltanto con la quarta grande ondata. L’implosione dell’Unione Sovietica, l’indipendenza dell’Ucraina (1991) e l’implementazione del sistema capitalistico negli Stati post-sovietici, favorirono gli spostamenti e le migrazioni. La congruenza di questi fattori, infatti, provocò un innalzamento esponenziale del costo della vita e del tasso di disoccupazione.
L’emigrazione, allora, si divise per genere. Gli uomini optarono per soddisfare la richiesta di manodopera in Spagna, Portogallo e Russia. Le donne si appoggiarono invece alla crescente domanda di lavoro domestico e di cura in altre nazioni, tra cui l’Italia. Nel nostro Paese, la situazione di queste lavoratrici fu inizialmente instabile e irregolare. Soltanto con le regolarizzazioni seguite alla Legge n.189/2002 (Legge Bossi-Fini), molti cittadini ucraini poterono emergere dal lavoro nero o grigio. I ricongiungimenti familiari e i nuovi ingressi favorirono ulteriormente l’attenuamento dello squilibrio di genere. E un numero sempre crescente di uomini e minori si unì alle numerose donne presenti in suolo italiano. Questa catena migratoria, attualmente sta subendo una spinta aggiuntiva a causa del conflitto in atto tra la Russia e l’Ucraina.
Immigrazione / Offensiva della Russia in Ucraina e migrazioni
Stando agli aggiornamenti, Kiev starebbe tentando la controffensiva. Sacrifici e sforzi immensi, considerando anche l’esaurimento delle scorte di equipaggiamento fornite dai governi occidentali. Quella dell’Ucraina è la risposta a grossi perdite, prima di tutto in termini umani. Famiglie divise, con cittadini rimasti a combattere per la propria Nazione e le persone da loro amate fuggite via dal Paese. L‘invasione, realizzata dalle Forze armate della Federazione Russa il 24 Febbraio 2022, è una brusca esplosione del conflitto russo-ucraino in corso dal 2014. Essa ha delineato un conflitto rivelatosi fonte della maggior crisi per l’accoglienza di rifugiati in Europa dopo la seconda Guerra mondiale. I dati, aggiornati all’1 agosto 2023, registrano 5.872.700 rifugiati dall’Ucraina in Europa dall’inizio dell’occupazione. Di questi, 163.570 si trovano in Italia.
Come dichiarato in svariate occasioni, l’Unione Europea è “fermamente al fianco dell’Ucraina e della sua popolazione e continuerà a sostenere con forza l’economia, la società, le forze armate e la futura ricostruzione del paese.” Sono di molteplice natura i sostegni offerti dall’UE ai cittadini ucraini in fuga e a quelli rimasti a proteggere il Paese. Dall’assistenza economica a quella militare. Passando per gli aiuti umanitari, protezione dei minori, protezione civile e accoglienza dei rifugiati.
Immigrazione / Migranti dall’Ucraina all’Italia: la comunità oggi
Secondo le statistiche del 2022, la comunità ucraina costituisce la quarta collettività straniera in Italia per numerosità. Se si considera però l’elevato numero di rifugiati attuali, sicuramente la natura e la composizione della comunità in questione potrebbe subire importanti variazioni. Basandoci sui dati dell’anno scorso, però, la comunità ucraina d’Italia è la più grande nell’Unione Europea, seguita da quella ceca e quella tedesca.
Essa si caratterizza per un’elevata incidenza di donne, pari all’80% del totale nel 2022. Una percentuale significativa, che potrebbe addirittura incrementare se si considera la grande quantità di donne fuggite all’occupazione russa negli ultimi due anni. Seguite, nella maggior parte dei casi, dai figli. Se, infatti, gli anni precedenti hanno registrato un’età media elevata della comunità ucraina, con un’alta incidenza di anziani e pochi minori, ad oggi la situazione potrebbe dirsi cambiata. Con un numero non irrilevante di giovani. Portatori, come tutti coloro che scappano per necessità, di speranze per il futuro e per nuovi inizi.
Immigrazione / Migranti dall’Ucraina in Sicilia
Le Associazioni ucraine in Italia sono circa cinque. Distribuite tra Sardegna, Sicilia, Lombardia e Marche. Quella geograficamente più vicina a noi è quella di Trapani. L’associazione Ucraina Mediterranea, fondata da Olga Mulyak, è un punto di riferimento fondamentale per ospitare i rifugiati ucraini. L’obiettivo iniziale, al momento della fondazione nel 2016, era quello di supportare la cultura ucraina attraverso lo scambio interculturale e l’insegnamento ai ragazzi con genitori o parenti ucraini. E, in questo modo, favorire la conoscenza della lingua, del cibo e delle tradizioni dell’Ucraina.
Ma, conseguentemente alla guerra, il fine dell’associazione sembra cambiato. Il soccorso e la tutela delle persone in fuga da una parte. Raccolte fondi per cibo e farmaci da spedire in Ucraina dall’altra. Si tratta di un grande centro d’appoggio, anche per questioni burocratiche. L’associazione offre infatti aiuti nella ricerca degli appartamenti o nell’organizzazione dei documenti per la permanenza in Italia degli ucraini fuggiti.
Ma, soprattutto, la mansione più importante è quella relativa all’integrazione. Cioè, il sostegno offerto agli immigrati per garantirne l’avvicinamento alla cultura italiana. E, così facendo, assicurarne una corretta inclusione nel tessuto socio-economico del nostro Paese.
Roberta Lazzaro