La comunità del Senegal è la maggiore comunità dell’Africa subsahariana presente in Italia, con una immigrazione stabile, nonostante il calo degli ultimi anni. Il flusso migratorio ha avuto inizio negli anni ‘80, estendendosi fino ai giorni nostri con variazioni e incrementi, adattandosi a varie leggi e regolamentazioni.
Immigrazione / Senegal e Italia: mondi che si incontrano
Il Senegal è uno dei maggiori paesi di immigrazione ed emigrazione in Africa subsahariana. Ufficialmente Repubblica del Senegal, è uno Stato dell’Africa occidentale con capitale Dakar. Secondo una stima del 2018, la popolazione del Senegal ammontava a 15,8 milioni di abitanti: la densità di popolazione è di circa 64 abitanti/km². La popolazione si addensa dove sono migliori le condizioni ambientali.
Economicamente il Senegal è una delle nazioni africane con le migliori condizioni. Il livello di sviluppo è mediamente avanzando nel settore industriale (specialmente nell’industria manifatturiera ed estrattiva). In Senegal hanno sede una moltitudine di istituzioni finanziarie africane. Pertanto è possibile considerare il Senegal avanzato anche per i servizi. Il settore che comprende la maggior parte dell’impiego del Paese è quello agricolo: l’agricoltura occupa la maggior parte della popolazione attiva. Questa è diversificata ed efficiente, nonostante abbia ancora retaggi e influenze del passato coloniale.
Immigrazione / Senegal e Italia: mondi che si incontrano
Eppure, la presenza della comunità senegalese in Italia è caratterizzata da una migrazione motivata fondamentalmente da ragioni economiche e di lavoro. La diaspora senegalese ha comunque ragioni profonde e radici storiche non irrilevanti. La si può dividere in 4 fasi principali. Le prime due fasi migratorie hanno interessato soprattutto le popolazioni rurali e avevano come mete la Francia e altri paesi dell’Africa centrale. Da queste venivano escluse le popolazioni che abitavano i territori maggiormente urbanizzati. In un secondo momento, però, anche la popolazione urbana ha iniziato a migrare. Le ultime due fasi del fenomeno migratorio hanno interessato anche la popolazione urbana e si sono spostate nel sud dell’Europa e in Nord America.
Immigrazione / Senegal e Italia: mondi che si incontrano
I motivi principali per la migrazione, specialmente fra gli anni ‘80 e ‘90, si ritrovano dunque proprio nella crisi del settore agricolo. Ma non solo. Nel paese si è verificato un sostanziale fallimento delle politiche di aggiustamento strutturale, con conseguente svalutazione del franco CFA. Anche il territorio ha risentito di svariati problemi, tra cui la progressiva desertificazione delle regioni settentrionali. L’Italia inizia ad essere soggetto di immigrazione da parte di cittadini senegalesi già negli anni ‘80, pur intensificandosi negli anni ‘90. Questo è dovuto al fatto che sia Francia che Germania abbiano reso obbligatori i visti per i cittadini senegalesi, mentre l’Italia favorisce una politica di regolarizzazione.
Chi emigra, specialmente negli anni ‘90, appartiene anche alla fascia più istruita. Sono gli ex abitanti dei grandi centri urbani che cercano migliori condizioni di vita, con aspirazioni in ambito economico e sociale. In Senegal tutto ciò veniva reso estremamente difficile dai suddetti programmi di aggiustamento strutturale. Questi causarono un alto tasso di disoccupazione, dovuto al fallimento di molte fabbriche, la riduzione del potere d’acquisto della moneta e l’aumento del costo della vita.
Immigrazione / Senegal e Italia: mondi che si incontrano
I nuovi migranti consistevano in ex diplomati, disoccupati, ma anche laureati in università europee che si stabilirono definitivamente nei paesi delle rispettive Università. L’Europa acquisisce ancora oggi per loro l’aurea del “paese delle meraviglie”. Quasi un nuovo american dream tutto euroepo per i migranti. Ciononostante le politiche migratorie diventato sempre più restrittive e rigide. Dall’inizio degli anni 2000 inizia infatti l’ultima fase migratoria.
Nonostante le difficoltà di ingresso nei paesi europei, a causa di misure più restrittive per ottenere il permesso di soggiorno, rimpatri più frequenti e più numerosi, condizioni di soggiorno e di lavoro più difficili per le persone in condizione di irregolarità, si costruisce in quegli anni la narrazione collettiva dell’eldorado europeo. Luogo ove sarebbe possibile realizzare sogni e ambizioni. A partire dagli anni 2000 l’emigrazione segue spesso canali non regolari. Se la causa principale di questo quarto flusso si conferma quella economica, varia però il profilo dei candidati. Accanto ai semplici lavoratori e i giovani disoccupati, cresce il numero di professionisti con alte qualifiche professionali. Cresce anche il numero di donne migranti. Queste emigrano non solo per ragioni legate a ricongiungimenti familiari. Spesso istruite e nubili, lasciano il loro Paese con la speranza di salari adeguati alle loro professionalità.
Immigrazione / Senegal e Italia: mondi che si incontrano
I senegalesi regolarmente soggiornanti in Italia sono poco più di 93mila al 1° gennaio 2021, secondo i dati raccolti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. La comunità rientra in tredicesima posizione per numerosità tra le principali comunità extra europee, scendendo di una posizione rispetto all’anno precedente. Nonostante il calo generale delle presenze non comunitarie rispetto al 1° gennaio 2020 (-6,7%), la diminuzione delle presenze senegalesi fa registrare il maggior tasso negativo: -8,6%.
I cittadini senegalesi rappresentano comunque anche per il 2020 il 2,8% dei non comunitari in Italia. La comunità senegalese nel nostro paese è la più grande d’Europa: seguono quella francese e quella spagnola. Per essere più precisi, il 64,6% dei cittadini senegalesi in Italia si trova nel Nord del Paese, in particolare in Lombardia. Ma forse la maggiore notorietà mediatica risiede in Campania, grazie alle gesta sportive dell’ex stella del Napoli Calcio, Kalidou Koulibaly, capitano della nazionale di recente di scena ai Mondiali in Qatar ed ora pilastro difensivo del Chelsea.
Vittoria Grasso