In ascolto di Acireale / Problemi e proposte dei carristi

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Nell’ambito del percorso di ascolto della città di Acireale, riportiamo problemi principali e proposte pervenuti dai carristi. Il processo di ascolto è coordinato gratuitamente a partire dai primi mesi del 2021 per la Diocesi di Acireale, su invito del vescovo Raspanti, dal giornalista Mario Agostino, direttore dell’Ufficio per la pastorale della Cultura. A seguire, pubblichiamo pertanto criticità e proposte dagli artigiani protagonisti del più noto carnevale di Sicilia. Come tutti i contributi, anche questo è archiviato nell’apposita sezione del sito dedicata al percorso di ascolto.

In ascolto di Acireale / Problemi e proposte dei carristi

Quali sono i disagi (uno principale ed uno secondario), che impediscono uno sviluppo generativo della tua categoria?

Più volte abbiamo chiesto ascolto, ma sembra quasi che la città dimentichi il nostro lavoro per il Carnevale di Acireale. Non siamo in condizioni di potere lavorare serenamente, perchè la cittadella stessa non è agibile nella parte inferiore: sono numerose le infiltrazioni d’acqua che rendono impossibile usufruirne. Inoltre, la stessa parte superiore dove attualmente lavoriamo, ha tetti troppo bassi. Siamo perciò costretti a tirare fuori i carri in lavorazione per provarne l’estensione in altezza, perdendo intere settimane di tempo lavorativo per spostarli tra fuori e dentro. Perdiamo così risorse ed efficacia costantemente.

Siamo poi rammaricati di non essere mai informati per tempo o messi in condizione di dialogare con altre categorie della città. In primis, con la politica, quando ad esempio modifica viabilità senza consultarci. Ci sentiamo presi in giro quando ad esempio vengono posti ostacoli nelle carreggiate che impediscono lo spostamento dei carri, come se poi tutti non volessero un bel carnevale. Il dialogo costante e rispettoso è necessario per fare davvero del carnevale una proposta strategica e non improvvisata.

In generale, poi, manca una valorizzazione delle nostre tipiche macchine infiorate, che non vengono adeguatamente accostate al Carnevale nonostante siano apprezzate in tutto il mondo. Nella cittadella non c’è posto per queste, imponendoci una faticosa turnazione. Inoltre, il sistema di votazione e premiazione, dopo qualcosa come circa 7-8 mesi di lavoro, non sembra mai imparziale e limpido da pressioni locali. Oltre a risultare economicamente pressoché insignificante.

Quali soluzioni o contributi pensate di offrire alla città che vorreste, nell’immediato e nei prossimi 3-4 anni?

Saremmo disponibili ad abbellire spesso la città, valorizzando il nostro lavoro. Inoltre potremmo formare i giovani al nostro antico mestiere artigiano, formandoli rispetto ai nostri saperi e alle nostre tradizioni. Vorremmo poi che, in un sistema di votazione, sia il pubblico a decidere i prodotti più meritevoli, insieme a commissioni di personalità di comprovata integrità e imparzialità. Siamo pronti a pianificare e concordare insieme una calendarizzazione che esalti questo artigianato in più momenti annuali.

Cosa siete disposti a cambiare per liberare opportunità di sviluppo in città soprattutto nei confronti delle giovani generazioni?

Crediamo che il Carnevale di Acireale siano storia e identità della città. Non ci tireremo indietro con consueta passione e disponibilità per renderla migliore e più attrattiva. Continueremmo a investire e a dedicare tempo anche e soprattutto a studenti e giovani, qualora la città e la sia amministrazione promuova davvero la nostra realtà, a cominciare dalla predisposizione di un’adeguata cittadella, dove potremmo ospitare scuole e turisti per mostrare il nostro tradizionale lavoro.