Lasciato l’aeroporto Mohammed V, dopo un percorso di circa 30 km, Casablanca si presenta agli occhi del visitatore con edifici moderni, grattacieli addossati l’uno all’altro, ampi viali costeggiati anche da belle case stile “Art Decò”. Con più di quattro milioni di abitanti, Casablanca, antica Anfa, è il centro economico e la città più grande del Marocco.
La Fijet (Federazione internazionale dei giornalisti e degli scrittori del turismo) l’ha scelta, insieme a Marrakech, per tenervi il suo 55° congresso, finalizzato alla promozione turistica e alla valorizzazione dei luoghi. Una scelta che non delude perché Casablanca è un centro cosmopolita che offre tanto.
In essa convivono l’antica Medina, nucleo originale col suo labirinto di stradine, ricco di souk e angoli pittoreschi, con la città nuova, dall’impronta europea datale nel 1916, sotto il Protettorato della Francia, dal piano urbanistico di Louis Lyantey, massima autorità francese in Marocco e dall’architetto Henry Prost che tracciarono le direttrici dello sviluppo della città.
Notevole è anche la zona residenziale di Anfa che accoglie le case più belle e lussuose della città e da dove si può raggiungere la vicina spiaggia di sabbia di Ain Diab attraversando la Corniche, il lungomare, molto frequentato dalla gente del luogo e dai turisti perchè ricca di alberghi, ristoranti, bar, discoteche.
Da questa panoramica passeggiata si gode anche la vista della famosa moschea di Hassan II, che la fece costruire sul mare per due terzi della superficie. L’imponente tempio, frutto di sofisticate opere d’ingegneria, con il suo minareto più alto del mondo (200 mt) sembra emergere dalle acque dell’Oceano atlantico.
La moschea è stata realizzata con materiali autoctoni mentre le lampade in vetro di Murano e i marmi di Carrara, di cui è rivestita, sono l’unico contributo straniero a questa magnifica opera ricca di stucchi e mosaici con disegni geometrici e motivi floreali che sono i principali ornamenti dell’arte islamica, poiché il Corano proibisce la riproduzione di figure animate. E’ l’unica moschea aperta ai non musulmani.
E’ Marrakech, però, senza nulla togliere agli altri centri, la mirabile sintesi di tutto ciò che è il Marocco: storia, spiritualità, cultura, architettura, folklore, tradizioni.
La piazza Jemaa el-Fna, cuore pulsante della Medina, è un teatro a cielo aperto della vitalità laboriosa dei souk brulicanti di colori e odori e ricchi di pregevoli manufatti degli artigiani locali.
Tra i chioschi, i venditori di frutta, le bancarelle di varie mercanzie, si trovano l’immancabile incantatore di serpenti, il mangiatore di fuoco, il vecchio con la scimmietta e il venditore di acqua, pronti a caratterizzare le foto dei turisti in cambio di qualche dirham (moneta locale).
Non a caso la piazza Jemaa el-Fna è stata riconosciuta dall’Unesco patrimonio dell’umanità.
E’ ben visibile come Marrakech abbia saputo mantenere la propria identità senza contaminazioni, curando la conservazione del proprio territorio e dei monumenti e valorizzando, nel contempo, i mestieri dell’artigianato.
Per tante condizioni favorevoli, il futuro del Marocco punta sul turismo: è emerso durante il “1° Salone dell’investimento alberghiero in Africa” tenutosi nel 2011 proprio a Casablanca ed è stato ribadito anche durante i lavori conclusivi del congresso.
E’ in atto un programma ambizioso che mira ad espandere la ricettività alberghiera incrementando la presenza di marchi internazionali con un impatto positivo per l’economia del paese e la creazione di occupazione, soprattutto per i giovani. Graziella Maugeri