In vista della Settimana Sociale, l’Azione Cattolica rilancia i temi del lavoro e della famiglia

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(13-5-2013) “Nessun governo ha finora affrontato in maniera risolutiva alcuni nodi. Per questo è fondamentale il ruolo della politica, da cui occorre il recupero immediato di un forte senso di responsabilità”. Così il ricercatore dell’Istat Marco Di Marco ha aperto, sabato 11 maggio, al palazzo della regione Lazio di Roma, il quindicesimo appuntamento promosso dall’Azione Cattolica in vista della Settimana Sociale di Torino. L’incontro, il penultimo del ciclo, verteva sul tema “Dignità e degrado di una Repubblica fondata sul lavoro. La famiglia sfida la crisi”.

Marco Di Marco, ricercatore Istat
Marco Di Marco, ricercatore Istat

Tra crisi e stabilità. A livello occupazionale, ha spiegato Di Marco con l’ausilio di alcuni grafici, “il Lazio si configura come più stabile rispetto ad altre Regioni italiane, anche per la presenza del pubblico impiego, che tendenzialmente è saldo. Occorre, però, avere il coraggio di scoraggiare il lavoro precario”. L’esperto ha poi analizzato alcuni “problemi di fondo della crisi”, alla luce del fatto che “le teorie neoliberiste sono incapaci di risolverle” e la difesa del libero mercato “non può più fondarsi sulla demonizzazione dell’intervento pubblico nell’economia” né “sulla limitazione della partecipazione democratica al processo decisionale”. Di Marco ha sottolineato il “profondo danno culturale” provocato da chi sostiene che “le disuguaglianze sono auspicabili” ed evidenziato come quelle italiane dipendano da “bassa probabilità di occupazione, soprattutto femminile e giovanile; disparità salariale, all’inizio troppo basso e per troppo tempo; insufficiente sostegno pubblico dei redditi familiari, e tassazione anomala su salari e pensione, provocata da evasione ed erosione su rendite e redditi sfuggenti”.

Né deleghe né perdite di tempo. Secondo l’esperto è possibile arrestare il debito pubblico a patto di “ridurre la spesa improduttiva” e “azzerare evasione ed erosione: equità e crescita – ha proseguito – si possono conseguire se si corregge il sistema di tasse e benefici” così da “allargare la base imponibile” e passare dalla tassazione individuale alla tassazione famigliare. Di Marco ha inoltre auspicato “il superamento della propaganda neoliberista”, che considera “residuali” i processi di governo democratico dell’economia rispetto alle dinamiche del mercato. È ancora alto, ha aggiunto, “il rischio che i governi deleghino ad altri attori la ricerca di soluzioni o perdano tempo su questioni marginali”, mentre a contrastare la disuguaglianza sono state finora le famiglie, le stesse che in Italia facendo il secondo figlio “si espongono al 35% di rischio di povertà in più”.

Il prof. Giulio Prosperetti
Il prof. Giulio Prosperetti

Tutelare persona e lavoro in sé. “Non si deve insistere troppo sull’abbattimento dell’evasione fiscale quanto sull’abbattimento del costo della previdenza” secondo Giulio Prosperetti, docente di diritto del lavoro all’Università di Tor Vergata. “Dovremmo pensare a una previdenza di base uguale per tutti e a forme più articolate di strumenti previdenziali. Continuiamo a usare strumenti che non vanno bene in questa epoca: se rientrasse l’evasione riscontrata pari ad almeno 100 miliardi l’anno, il nostro costo del lavoro – ha spiegato – diminuirebbe del 33% perché quella cifra, per esempio, corrisponde a quanto le aziende pagano ogni anno all’Inps”. Occorre, ha aggiunto Prosperetti, “perdere l’illuminismo di certe categorie che nella logica post-industriale non hanno più senso, anche perché la disoccupazione non è più un dato frizionale ma stabile” e “la previdenza oggi ha finito col perdere le sue caratteristiche assistenziali”. Dal momento, poi, che “non regge più il modello di lavoro subordinato”, l’auspicio è “andare verso una legislazione a tutela della persona”, dove si consideri “non solo il lavoro che dà un reddito nell’ambito del mercato ma come lavoro in sé”.

Franco Miano, presidente nazionale dell'Azione Cattolica
Franco Miano, presidente nazionale dell’Azione Cattolica

L’amore, impegnativo ma bello. Del “bisogno di ribadire con le nostre vite la gioia e la bellezza di essere famiglia” ha parlato Franco Miano, presidente dell’Azione Cattolica, specificando che “non si tratta di visioni edulcorate” perché “sappiamo che l’amore vero è particolarmente impegnativo nella fatica del vivere”. La famiglia, ha aggiunto, “non è un bene solo per i cattolici ma per tutta la società”, che deve perciò dedicare “un’attenzione fondamentale e non paternalistica al mondo giovanile”, non in modo “cieco e indistinto” ma ricco della “forza che deriva dall’amore”.

a cura di Lorena Leonardi

(Fonte: SIR)