Incontri culturali / La Stella di Betlemme tra tradizione e astronomia.

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Re Magi, Sant'Apollinare Nuovo Ravenna

L’Avvento del nostro Signore secondo il Vangelo di Matteo è stato oggetto di approfondimento nell’incontro tenutosi nel teatro della Parrocchia Santi Apostoli di Riposto. Riferimenti storici e riscontri scientifici si sono intrecciati nella rivisitazione della Storia più bella… della storia. Il tema “La Stella di Betlemme tra tradizione e astronomia” introdotto dal parroco padre Mauro Boscariol, è stato trattato dal dott. Salvatore Santoro, stimato professionista, esperto di astronomia. In un’ampia dissertazione il relatore ha illustrato le ipotesi e le teorie allo stato più dibattute e accreditate, sul viaggio dei Magi e sull’esatta datazione del Natale tra l’anno 8 e il 4 A.C.

A margine dell’incontro ci siamo soffermati con il relatore sulle più recenti acquisizioni storiche e scientifiche e con il parroco per una rivisitazione in chiave cristologica di alcuni elementi simbolici.

Salvatore Santoro relaziona sul tema
Il dott. Salvatore Santoro relaziona sul tema
Dott. Santoro, per secolare tradizione iconografica i Magi verrebbero guidati da una cometa. Il Vangelo riferisce tuttavia genericamente di un astro, forse una stella, ad aver indicato loro la via. I recenti studi astronomici possono confermare l’originaria accezione adottata da Matteo?

Una cometa compare per la prima volta nell’iconografia cristiana all’inizio del trecento, negli affreschi delle Storie della Vita della Vergine e di Cristo di Giotto, alla Cappella degli Scrovegni di Padova. Forse ispirata dal passaggio della cometa di Halley avvenuto nell’anno 1301, da allora tale configurazione è giunta fin oggi. Invero le icone più risalenti, sin da quelle rinvenute in catacombe, mostrano una stella; unica variante nel tempo, il numero delle punte.
Recenti orientamenti scientifici tendono a individuare più che la presenza di un astro, una congiunzione dei pianeti Giove e Saturno. La ricorrenza di tale evento astronomico in pochi mesi, in diverse posizioni della volta celeste, avrebbe indicato ai Magi sia la via dell’andata che del ritorno. Ipotesi peraltro suggerita anche da Benedetto XVI nel suo libro L’infanzia di Gesù. Il dibattito scientifico è comunque ancora aperto.

Don Mauro Boscariol
Don Mauro Boscariol introduce i lavori
Padre Mauro, quale valore simbolico può trarsi dal racconto del viaggio percorso dai Magi?

Nel viaggio dei Magi verso Betlemme e nel loro rientro alle loro sedi per una strada diversa, eludendo il tranello di Erode, si è pure inteso simboleggiare il corretto rapporto tra scienza e fede. Inizialmente mossi dal desiderio della conoscenza, il ritorno alla vita quotidiana è segnato invece da un modus vivendi ormai diverso, mutato e rinsaldato dall’incontro col Signore. Come dire che per un cuore aperto all’invito di Dio la scienza può benissimo preludere alla fede, senza che vi sia contrasto.

Dott. Santoro, nei nostri presepi i Magi sono da sempre tre e accreditati dei nomi di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre; riferimenti che in verità non si rinvengono nel testo di Matteo. Se il numero è forse derivato dai doni da essi recati, cosa sappiamo nella realtà, di queste figure?

Nell’assenza di fonti storiche certe, può ritenersi che il loro numero stia a indicare i discendenti di Sem, Cam e Jafet, figli di Adamo, e così le famiglie umane sparse nei tre continenti allora conosciuti, Europa, Asia e Africa. Sulla figura dei magi l’ipotesi più diffusa è che possa trattarsi, piuttosto che di re, di astrologi provenienti dall’oriente. Il loro accesso alla grotta di Betlemme viene indicato come il momento della fine dell’astrologia e la nascita della nuova astronomia. Pure sulla base della credenza di un loro secondo viaggio in Israele, per la loro conversione al Cristianesimo, delle loro presunte reliquie riposano nella Cattedrale di Colonia e nella Basilica di Sant’Eustorgio a Milano.

Giotto, Cappella degli Scrovegni, Padova
Giotto, Cappella degli Scrovegni, Padova
Padre Mauro, nella composizione dei doni si è inteso ravvisare anche una simbologia profetica. Un’interpretazione fondata?

Infatti è possibile ascrivere alla natura dei doni recati dai Magi un particolare significato simbolico. Nell’oro, possiamo individuare il segno della regalità del Cristo; nell’incenso, il segno della natura divina di questa regalità; nella mirra, il segno del suo compimento attraverso la morte in croce e la resurrezione. Il che concorre a rivestire l’Epifania di una sua peculiare caratterizzazione profetica.

Come osserva Benedetto XVI, “Quando i Magi giungono dinanzi a Gesù, il loro cammino esteriore è finito e inizia un pellegrinaggio interiore che cambia tutta la loro vita. Cercando di raggiungere il Messia erano consapevoli che il mondo fosse in disordine e il loro animo custodiva il dono più prezioso, la consapevolezza di partecipare al rinnovamento del mondo”.

In costanza di studi e di ricerche in continuo approfondimento, quale sia l’esatta natura della Stella, in definitiva, da essa possiamo trarre l’auspicio per ognuno di noi, di vivere le Epifanie del Signore con lo stesso stupore e lo stesso affidamento manifestato dai Magi, tutti i giorni della nostra vita.

Giuseppe Longo