“Onore al merito della Sicilia, terra di accoglienza e tolleranza, alla quale rendo omaggio facendomi portavoce di Amnesty International e Medici senza frontiere, due organizzazioni con le quali sono orgoglioso di collaborare”. Luis Sepúlveda, da sempre attivo nella difesa dei diritti civili e politici, esordisce e risponde così alla standing ovation che lo accoglie al Teatro Sangiorgi per la serata finale di “Paesaggi di mare”. E sin dalle prime parole del grande scrittore cileno si capisce la piega che prenderà l’incontro che lo vede protagonista, a Catania, della tappa conclusiva della rassegna itinerante promossa dall’Assessore regionale al Turismo Sport e Spettacolo Anthony Barbagallo, con l’ideazione e l’organizzazione degli eventi affidata ad Antonella Ferrara, presidente dell’Associazione Taobuk Festival.
Il pubblico – informa un comunicato dell’organizzazione – è accorso straripante, in misura imprevedibile e assolutamente inconsueta per una manifestazione culturale del genere, grazie all’impeccabile macchina organizzativa in grado di catalizzare l’attenzione dei lettori di Sepúlveda, tantissimi anche in Italia, che non hanno voluto mancare alla presentazione del nuovo romanzo “La fine della storia”.
Un appuntamento atteso, culminato nella consegna a Sepúlveda del Premio Sicilia, a lui conferito dall’Assessore Barbagallo per l’eccellenza della sua produzione letteraria e i valori civili e umani che trasmette. “Con Paesaggi di mare – ha sottolineato l’assessore Barbagallo – abbiamo aperto in Sicilia una nuova porta per i flussi di visitatori attratti dal turismo culturale: grandi testimonial della letteratura e delle arti hanno promosso itinerari costieri di straordinaria bellezza. Sono questi i progetti di punta attraverso i quali puntiamo a destagionalizzare l’offerta turistica e culturale”.
La serata è cresciuta di emozioni in emozioni, guidata dall’elegante conduzione di Antonella Ferrara, che ha evidenziato il rimarchevole riscontro ottentuto da “Paesaggi di mare” nella programmazione da giugno a novembre. “Il progetto rispecchia il sincretismo culturale della Sicilia e lo esalta all’insegna di letteratura, musica e teatro: in questa visione abbiamo esplorato l’isola attraverso incontri culturali e cinque itinerari turistici, partendo dalle città di mare, dalle suggestioni di grandi scrittori e dalle molteplici influenze culturali di Fenici, Greci, Romani, Bizantini, Arabi e Normanni”.
L’individuazione dei percorsi turistici costieri è stata curata dalla Rotta dei Fenici, il cui direttore Antonio Barone ha presentato a Catania l’itinerario forse più emblematico, Viaggio in Sicilia di Goethe ed il Grand Tour, ispirato alle tappe del percorso compiuto dallo scrittore nel 1787, raccontando una regione all’epoca poco conosciuta, contribuendo a crearne il mito.
Tante le suggestioni dell’evento catanese, organizzato in collaborazione con il sovrintendente del Teatro Bellini Roberto Grossi e concluso dall’esaltante performance del sassofonista Francesco Cafiso, eccellenza siciliana nel mondo, che ha regalato una sorpresa agli spettatori affrontando con mirabile scioltezza anche la tastiera del pianoforte. Alla voce e alla tempra di interprete dell’attore Mariano Rigillo il compito di fare vibrare le parole del nuovo romanzo La fine della storia (Guanda) che Sepulveda ha presentato in anteprima nazionale in serrato dialogo con un giornalista autorevole come Alberto Bilà, spaziando sui grandi temi della libertà e della democrazia.
Sepúlveda parla come sa fare chi ha la forza e il coraggio delle opinioni: “Trump? la sua elezione? è il sintomo di un sistema che non funziona. Se fossi un cittadino americano non avrei votato né lui né la Clinton, ma mi sarei speso per portare avanti un candidato più serio e attendibile come Sanders. Il problema è che in quasi tutto il mondo è stato bandito il vero e libero dibattito politico per la tutela dei diritti e il benessere dei popoli. Al di là della facciata non c’è la reale volontà dei governi, anche di quelli che si definiscono democratici, di combattere la corruzione e l’ingiustizia. Così si mortifica la rappresentanza popolare espressa attraverso il voto. Eppure sono ottimista alla distanza: i giovani di oggi, liberi da dogmi e lontani da ogni settarismo, sapranno costruire una società più generosa e davvero democratica. La morte di Allende? Io c’ero. È stato ucciso dai sicari di Pinochet. Ma ogni giorno nel mondo la violenza delle dittature miete vittime innocenti. Il mio libro è la storia, lunga un secolo, della discesa agli inferi della democrazia e della possibilità di risalire”.
Con La fine della storia Luis Sepúlveda è tornato al romanzo d’avventura, proponendo un intreccio storico, un viaggio picaresco, fitto di incontri e vicende che allacciano realtà e fantasia. Un viaggio che attraversa la Storia del Novecento, raccontandone grandezze e miserie, dalla Russia di Trockij al Cile di Pinochet, dalla Germania hitleriana alla Patagonia di oggi. Juan Belmonte, ex guerrigliero cileno che ha combattuto contro il regime di Pinochet, da anni ha deposto le armi e vive tranquillo in una casa sul mare, assistendo la sua compagna Verónica, che non si è mai ripresa dalle torture subite dopo il colpo di stato. È un uomo stanco e disilluso, restio a scendere in campo. Ma ora i servizi segreti russi hanno bisogno della sua abilità, in quanto esperto di guerra sotterranea, per sventare un piano ordito da un gruppo di nostalgici di stirpe cosacca, decisi a liberare dal carcere Miguel Krassnoff, ultimo discendente di una famiglia di cosacchi riparati in Cile dopo la Seconda guerra mondiale ed ex ufficiale dell’esercito cileno al servizio di Pinochet, condannato all’ergastolo per crimini contro l’umanità. Belmonte ha un ottimo motivo per odiare quell’uomo: Krassnoff, uno dei più crudeli torturatori ai tempi della dittatura, è colui che ha distrutto il corpo e il futuro della sua compagna. Un libro avvincente, la cui presentazione ha conquistato le centinaia di fedelissimi lettori intervenuti all’anteprima e con i quali l’autore si è intrattenuto per oltre un’ora, trovando per ognuno un sorriso e una calorosa stretta di mano.
Il successo della conclusiva tappa catanese conferma il bilancio straordinariamente positivo di Paesaggi di mare, progetto itinerante all’insegna di letteratura, musica e teatro, che in questa prima edizione ha esplorato la Sicilia attraverso incontri culturali e cinque itinerari turistici, partendo dalle città di mare, dalle suggestioni di grandi scrittori e dalle molteplici influenze culturali di Fenici, Greci, Romani, Bizantini, Arabi e Normanni. Nel corso dei precedenti quattro appuntamenti Paesaggi di mare ha fatto tappa a Palermo, Siracusa, Agrigento e Marsala, coinvolgendo autori ed artisti nazionali ed internazionali: Tahar Ben Jelloun, Marco Aime, Danilo Rea, Edoardo Siravo, Santo Piazzese, Gaetano Savatteri, Giovanni Brizzi, Francesco Buzzurro, David Coco Matteo Collura, Vittorio Sgarbi, Dino Rubino, Pippo Pattavina, Dacia Maraini, Felice Cavallaro, Lucia Sardo e il Nello Toscano Trio. Una formula vincente che sarà riproposta e incrementata per l’edizione 2017.