Versi, suoni e colori della pace in un evento sentito e partecipato. Nella suggestiva cornice di palazzo Raciti in Acireale, per la prima volta in una location privata, si presenta la raccolta di poesie “Versi di pace”, edito da La Voce dell’ Jonio.
L’elegante dimora nobiliare settecentesca, per l’occasione, ha ospitato nel proprio entourage artisti e letterati accomunati da un fervore intellettuale e umanitario che abbraccia le grandi sfide della storia contemporanea. La panoramica terrazza si è trasformata in una corte rinascimentale, dove la promozione della pace ha travalicato ogni effimero interesse economico. Il gesto altruistico finalizzato all’ utilità di un progetto filantropico, trova assonanza nella rappresentazione artistica di valori, simboli e strumenti che orientano il pensiero e le azioni verso un futuro di cooperazione, di scelte consapevoli e stili di vita responsabili.
Ad aprire la serata il direttore della storica testata giornalistica acese La voce dell’Jonio, Peppino Vecchio. “Non è la prima volta che presentiamo questo libro, è però la prima volta che lo presentiamo in un locale privato. È questa la novità e mi fa piacere che i privati ospitano iniziative come questa che ricordano l’antico mecenatismo. Perché fare cultura significa fare cultura diffusa e popolare”.
La mission
Instillare cultura, “ informare per formare” è la missione che si prefigge la Voce dell’Jonio, oggi dichiaratamente in partnership con l’Università Popolare Giuseppe Cristaldi. Dinanzi alla più atroce manifestazione di predominio e brutale violenza, la Voce dell’Jonio sceglie l’opposizione non violenta alla guerra. Ma soprattutto la promozione della pace intesa come un’auspicabile condizione sociale, politica e relazionale raggiungibile da ogni individuo. All’arte poetica affida il compito di diffondere il rinnovato bisogno di Pace. Un messaggio capace di amplificare ogni voce, di accorciare le distanze e di indurre alla deposizione delle armi egoistiche dell’Io che hanno pervaso la storia umana.
L’incontro
All’incontro, una serata ispirata al linguaggio universale dell’arte, ha partecipato Peppino Vecchio, giornalista e direttore de La Voce dell’Jonio. E anche Rita Messina, giornalista ed editor de La Voce dell’Jonio, la professoressa Carmela Tuccari, Angelo Pagano, presidente dell’ UpGC, Gesuele Sciacca e Daniela Greco, musicisti.
A declamare le poesie, gli autori: Anna Maria Costarella (Venti di primavera), Pina Giuffrida (Il mondo ha bisogno di Dio), Giovanna Greco (Madri in guerra). E ancora, Graziella Torrisi (Un ramoscello d’ulivo), Leonarda Tiziana Testa (Tiranno), Lella Costa (La vita tornerà a sorriderci), Rosa Palella (Desiderio di pace), Enzo Caruso (La Pace).
“ L’incontro di stasera è un occasione in cui si sposerà la cultura. Ma è anche un piacevole momento di condivisione durante il quale si affronterà una tematica particolare, quale la pace”- afferma Rita Messina.
L’iniziativa de La Voce dell’Jonio
Frutto di una iniziativa lanciata da La voce dell’jonio, “Versi di pace” è una raccolta di poesie di autori vari che hanno aderito liberamente al progetto. Il libro raccoglie poesie in rima, in lingua dialettale e componimenti in prosa poetica di autori diversi. “ Un mondo variegato di poeti con il lauro, scrittori ad occasione, e poeti dell’ultima ora che sono stati messi sullo stesso piano. Un piano libero e democratico”.
“Non vedo l’ora” e “Versi di pace”, libri fratelli
Seguendo il mandato del fondatore Orazio Vecchio, in ossequio allo spirito de La Voce dell’Jonio, entrambe le raccolte rivestono un ruolo sociale. I due libri fratelli scaturiscono da un evento contingente. Così come “Versi di pace” nasce all’alba del conflitto militare in Ucraina, “Non vedo l’ora” vede la luce durante la pandemia da covid19.
Raccogliendo l’espressione tipica dialettale “ non vidu l’ura”, che dipinge chiaramente un desiderio di evasione, tra le difficoltà di una pandemia mondiale, si assiste all’uscita editoriale di “Non vedo l’ora – Raccolta di voci della Pandemia”. In questo testo i componimenti incarnano la consapevolezza di una libertà personale che mai trascende quella responsabilità civile la quale si traduce in rispettosa osservanza dei bisogni e dei diritti altrui.
“Versi di Pace”, come nasce
Il 24 febbraio 2022 segna lo scoppio della guerra in Ucraina. Il conflitto russo ucraino è vissuto globalmente come la sconfitta della civiltà moderna impegnata al mantenimento di principi di pace. Quando all’ alba del 24 febbraio l’invasione russa dell’ Ucraina diviene una triste realtà, di fronte all’orrore della guerra, un quesito risuona con la forza di un imperativo morale: “ Cosa possiamo fare?”. Ragionando su questa domanda nasce “Versi di Pace”.
“ La pace non è semplicisticamente la non-guerra, ma piuttosto una condizione dell’animo. Prima di essere l’affermazione di una comunità o del mondo intero”- aggiunge Vecchio.
“Versi di Pace”, le poesie
Le voci di Versi di Pace, uniti nella ricerca intraindividuale di un valore irrinunciabile come la pace, urlano con la passione di un desiderio inappagato ( Anime a soqquadro – Angela Gangi), con il fervore di una supplica ( Affratellaci Signore – Lucio Cannavò), con l’incanto della fanciullezza (La Pace è…- Vittoria Pulvirenti).
La poetica diviene dialogo e preghiera ( Il mondo ha bisogno di Dio – Pina Giuffrida), speranza e sgomento (…E pure la luna – Giusi Baglieri), interrogativo (Dove abita la pace? – Pietro Guarnotta), e certezza che innanzi al male non si arrende (La Pace – Giovanna Palermo).
“Sono state accolte tutte le poesie che sono pervenute: poesie brevi, poesie più lunghe, poesie tradizionali, poesie in rima, sonetti. Poesie di vario genere, alcune in stile canonico, altre molto libere, che comunque affidano al loro linguaggio la gravità della situazione” – continua la scrittrice Rita Messina.
Immagini e colori in “Versi di pace”
Arricchiscono il volume le immagini a cura della professoressa Pina Di Bella. Immagini semplici ma cariche di pathos nelle quali linee e colore esprimono l’essenzialità della pace. Ad affiancare le opere della pittrice, “le foto delle pagine di quaderno dei piccoli alunni di alcuni Istituti scolastici di Randazzo”. “Un arcobaleno di immagini, pensieri, riflessioni, emozioni e sensazioni espressi in modo eterogeneo, ma fortemente pregnante”. E’ quanto si legge nella prefazione affidata alla magistrale penna della professoressa Carmela Tuccari.
Poesia e musica
Il ruolo primario dell’arte comunicativa, quale promotore di coscienze improntate alla pace, che ha impregnato l’iniziativa e l’incontro, ha trovato corrispondenza nella particolare mescolanza tra le rime di grandi poeti e le note musicali abbinate ad opera del duo artistico formato da Gesuele Sciacca e Daniela Greco.
Conclusione dell’evento
La conclusione dell’evento è stata affidata alla riflessione del fisico nucleare Angelo Pagano. Una riflessione che trae origine da una prospettiva personale che allarga gli orizzonti accademici, tenendo in considerazione altre possibilità e altre scenari nella storia dell’umana gente.
Rita Vinciguerra