Incontro Siulp / Disagio psicologico delle Forze dell’Ordine: superare i pregiudizi dando ascolto e aiuto

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incontro disagio psicologico Forze dell'Ordine

«La misura del valore di un uomo è data dal vuoto che gli si fa dintorno nel momento della sventura». Cesare Primo Morri, il prefetto di ferro della Palermo degli anni 20, soleva ripeterlo spesso. E tale citazione, riproposta da Giuseppe Scaccianoce, Segretario Provinciale SIULP, all’appuntamento di venerdì scorso, bene calzava a sottolineare una delicata urgenza molto spesso taciuta. Quella del disagio psicologico che grava spesso sugli uomini delle Forze dell’ordine e che sfocia sempre più frequentemente in gesti estremi.

Venerdì 15 settembre, dunque, nella sala Convegni del Seminario Arcivescovile dei Chierici di Catania, ha avuto luogo l’incontro formativo organizzato dal SIULP – Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia. Dal tema Disagio Psicologico – Suicidi nelle Forze dell’Ordine”, l’incontro ha suscitato profonde riflessioni e documentato l’impegno delle istituzioni nel voler comprenderne le difficoltà e nel voler individuare i comportamenti a rischio suicidario tra le donne e gli uomini in divisa.

prof. Antonio Virzì, psichiatra
Prof.Antonio Virzì, psichiatra

Assenti l’Arcivescovo, il Sindaco ed il Prefetto di Catania per concomitanti impegni istituzionali, erano comunque presenti il Questore di Catania ed alti rappresentanti delle istituzioni, soprattutto delle varie Forze di Polizia. Presenti anche il segretario generale UST CISL Catania Maurizio Attanasio e il dott. Antonio Leonardi Direttore Dipartimento Prevenzione ASP. In occasione dei saluti, ciascun corpo ha illustrato le iniziative intraprese nell’ambito delle proprie amministrazioni così da offrire spunti e preludi alle argomentazioni degli addetti ai lavori.

Preziosi e molto pratici sono stati, infatti, gli interventi del prof. Antonio Virzì direttore U.O.C.  Psichiatria di Catania, del dott. Santo De Luca direttore SPRESAL – Dip. Prevenzione ASP Catania, della dott.ssa Smeralda Passari, psicologa e psicoterapeuta della Polizia di Stato e il dott. Fabrizio Ciprani, direttore Centrale Sanità Polizia di Stato. Massiccia è stata la partecipazione degli operatori di polizia.

Giuseppe Scaccianoce Segretario provinciale SIULP
Giuseppe Scaccianoce, Segretario provinciale SIULP

Non solo numeri ma storie umane e di fragilità

E’ stato Giuseppe Scaccianoce ad aprire l’incontro. Lo ha fatto citando quei numeri che lui stesso ha definito crudi, senza colore e senza calore. I numeri, negli ultimi cinque anni sempre in crescita, degli uomini e delle donne in divisa che si sono tolti la vita. Numeri capaci di lasciare un vuoto nelle loro storie, quel vuoto che, invece, ha una misura ed un valore, come enfatizzava il prefetto di ferro Cesare Morri.

Ma questo è il vuoto grande di una solitudine non compresa, spesso scaduta agli occhi dei cittadini distratti. Il vuoto di una famiglia che non piange un eroe caduto durante l’adempimento del proprio dovere. Famiglie che piuttosto piangono la vergogna di chi ha avuto paura di non farcela, di chi non si è sentito all’altezza o si è sentito inadeguato.  Ma agli appartenenti alle Forze di Polizia è vietato apparire fragili!

Allora un vuoto grande proprio come quella fragilità che invece è insita dell’essere umano, e soprattutto in coloro che ogni giorno guardano in faccia la morte, la violenza, l’indifferenza, la ferocia. Il vuoto lasciato dal disagio di chi credeva di essere un supereroe, di chi aveva fatto suo il compito di difendere il più debole. Di chi tornando a casa, si sforza di accantonare le tragiche immagini impresse sulla sua mente e si sforza di regalare un sorriso alla famiglia.

Il disagio degli uomini in divisa che fanno gli straordinari per far quadrare i conti a casa o lo fanno solo perché le carenze del personale, in qualche modo, si devono colmare. E quanto grava su questo disagio lo stress della cronica carenza di risorse che obbliga ad un lavoro mediocre! Il disagio di uomini che quotidianamente patiscono rapporti disfunzionali privi di equilibrio, di confronto e di ascolto costruttivo – come denunciava il segretario Scaccianoce.

Maurizio Attanasio
Maurizio Attanasio, Segretario Generale UST CISL Catania

Disagio psicologico Forze dell’Ordine: impegno ed iniziative delle istituzioni

Ma cosa fanno le istituzioni davanti a tanto disagio? Purtroppo, c’è chi è ancora convinto che non bisogna parlarne. Meglio non fare propaganda: lede l’immagine dei supereroi e sminuisce l’orgoglio della divisa. Fortunatamente, però, non tutti la pensano così. Molti passi avanti si sono fatti e tanto si può ancora fare.

Ma una cosa è certa: bisogna parlarne. Bisogna innanzitutto aiutare i dipendenti che cominciano ad accusare questo disagio a riconoscerlo e a farsi aiutare, prima che sia troppo tardi. Bisogna superare il pregiudizio culturale secondo cui un operatore di polizia che manifesti fragilità o, semplicemente, un po’ di inadeguatezza non è un buon poliziotto. Soprattutto, non va isolato.

Nel 2019, grazie al prefetto Franco Gabrielli, allora Capo della Polizia, è stato istituito l’Osservatorio permanente interforze sul fenomeno suicidario tra gli appartenenti alle forze di polizia. L’osservatorio si riunisce ogni quattro mesi, monitora dati, compie analisi statistiche su documenti e casistiche raccolte da Polizia di Stato, Penitenziaria, Guardia di finanza, Carabinieri.

Individuare e valutare gli eventi sentinella

Questi incontri sono serviti a promuovere e impartire le linee guida sulla valutazione preliminare, attraverso gli eventi sentinella. Tra questi i carichi eccessivi di lavoro, le competenze squilibrate e i conflitti interpersonali. Ancora, l’analisi dell’evento critico, estremamente soggettivo, che scatena il disagio psicologico. Infine, gli interventi discreti e opportuni.

Tra le recenti attuazioni, l’introduzione dell’art.48 bis nel D.P.R. 782/85 – “Regolamento di servizio della Polizia di Stato” che integra il già esistente art.48 e che prevede, in caso di disagio psicologico, la possibilità per l’Amministrazione, di evitare il ritiro del tesserino e la contestuale sospensione del dipendente. Pur ritirandogli l’arma, dunque, viene permesso al dipendente di continuare a lavorare ed evitare l’isolamento. E mantenendo il contatto quotidiano con i superiori gerarchici ed i colleghi, si cerca di alleviarne il disagio.

Ancora un’importante iniziativa è stata messa in campo: il progetto Insieme possiamo”. Mirato a sviluppare, attraverso un’offerta di servizi, sia in presenza che in modalità on line, un contatto diretto e un supporto attivo, su tutto il territorio, offrendo l’opportunità di consulenze e interventi da parte di psicologi della Polizia di Stato.

Tirando le somme e auspicando un impegno costante ed incisivo, ha concluso i lavori l’intervento del Segretario Nazionale SIULP, Felice Romano. Molto è stato fatto, ma tanto si può ancora fare!

Cristiana Zingarino