“Discepoli di Gesù in missione” è il tema delle Indicazioni pastorali date dal nostro vescovo mons. Antonino Raspanti per questo nuovo anno.
Nella Basilica Cattedrale il Vescovo ha consegnato il contenuto della sua Lettera con paterno affetto suscitando l’interesse dei fedeli che con partecipazione hanno ascoltato la sua profonda riflessione.
Mons. Raspanti, tramite questa Lettera, come si legge all’inizio dello stesso scritto,” desidera indirizzare la comune riflessione e azione pastorale del nuovo anno, tenendo conto del cammino della Chiesa italiana. Obbedendo alla carta programmatica del Santo Padre, Evangelii Gaudium, e al mese missionario straordinario di ottobre da lui indetto, siamo spinti con maggior forza a quella svolta e conversione missionaria della quale invero si parla da diversi anni”.
Il punto centrale della Lettera è quello di puntare l’attenzione sull’incontro personale con Gesù Cristo, da parte del clero, dei laici operatori pastorali, perché da esso si genera la gioia del Vangelo e lo slancio missionario.
Soltanto nel volto di Cristo, ricorda il Vescovo, “ritroviamo quella sapienza che ci offre la bellezza, cioè la verità di noi e delle nostre relazioni impregnate d’amore, non un amore che sia imperativo etico o un sogno romantico o una soddisfazione psicologica, bensì una realtà realizzata in Colui che è vero Dio e vero uomo. Soltanto raccogliendoci nell’unione con Cristo ritroviamo un pensiero e uno stile di vita unitario ecclesiale, che è perciò bello e gioioso, e dunque può anche attirare, evangelizzare”.
Da questa familiarità con Dio, afferma ancora il Vescovo, è necessario ripartire per ritrovare passione pastorale e per rendere bella la Sposa di Cristo.
Durante il suo discorso mons. Raspanti riferendosi allo scritto contenente le sue Indicazioni pastorali lo ha indicato più volte dicendo: “Nella mia letterina…”, ma, ascoltando il suo bellissimo intervento e leggendo successivamente il suo scritto, si comprende che è molto più che una letterina.
E’ una Lettera che rivela la paterna attenzione e preoccupazione di un Pastore che sente tutta la responsabilità della porzione di Chiesa a lui affidata. Una Lettera che invita ed insieme esorta a guardare al centro della vita personale ed ecclesiale: Gesù Cristo; una Lettera che svela i pericoli di un fare ansioso e smisurato che toglie quel tempo prezioso alla preghiera, alla meditazione, allo studio ed all’ascolto della Parola di Dio, richiamando ad una autentica conversione personale; ma allo stesso tempo è una Lettera che incoraggia ad alzarsi dal comune quietismo e a guardare con speranza alle nuove sfide che la Chiesa è chiamata a vivere, consapevoli di camminare in compagnia di Dio.
Una Lettera dunque che offre diversi e validi spunti per meditare, per rivedere e rivedersi alla luce del Vangelo; una Lettera che ricorda con paterno affetto del Pastore, l’importanza della preghiera per non smarrirsi correndo dietro a false illusioni, incoraggiando a guardare a Cristo, unico e vero senso della vita.
Si ricorda infine ’importanza della Chiesa in uscita, di cui tanto parla papa Francesco, di quella Chiesa missionaria raccontata dal Vangelo dove si legge che uomini e donne toccati profondamente dall’amore di Gesù Cristo, accogliendo il suo invito uscirono fuori ad annunciare a tutti i popoli la Buona Novella di Gesù Cristo morto e risorto: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura”.
Letizia Franzone