Viviamo in un tempo in cui tutto appare scontato, dovuto, naturale, ovvio… la vita scorre in modo fluido e, fra gli alti e bassi delle giornate, tutto appare “normale”…
Ci si alza al mattino, si lavora, magari per tante ore, dando per scontato il quotidiano; ci si ciba per la sopravvivenza, ci si riposa e poi si ricomincia. E tutto scorre sopravvivendo ad una quotidianità ovvia, scontata, di routine…fino a quando arrivano, come delle frecce che trafiggono l’anima, delle notizie assurde, incredibili, impensabili. Notizie che ti costringono a fermarti e a riflettere, come non avresti mai voluto fare.
Ad ogni infanticidio uno choc, ma poi si dimentica…
Così cominci a farti mille domande, a chiedere tanti perché e poi ad esprimere giudizi e declamare sentenze… sempre dettate da quella velocità di vita che, per qualche momento, ti costringe a frenare il ritmo delle tue giornate, almeno fino a quando tutto passa nuovamente…fin quando tutto si dimentica!
Proprio così…si dimentica!!!
L’essere umano, oggi, sembra aver dimenticato il miracolo della vita a tal punto che ci si permette di spezzarne una di neanche 5 anni!
Con l’infanticidio si dimentica il miracolo della vita
Parlo a te, “madre” di Elena, che ti sei arrogata questo diritto forse solo perché hai partorito con naturalezza, forse solo perché per i 9 mesi in cui l’hai portata in grembo non hai sofferto. Forse solo perché aver avuto una figlia ti è sembrata la cosa più semplice del mondo. Forse solo perché nessuno mai ti ha spiegato che esiste una sofferenza dettata dal non poter avere quello che hai avuto tu. E ti assicuro che non si chiama “gelosia“… ma si chiama “rispetto“.
Sì! rispetto… per chi ha scelto di mettere al mondo un’altra vita nonostante tutto, rispetto per chi ha dato una vita ad un altro essere umano e poterne godere. Rispetto per chi ha potuto vivere il miracolo della procreazione, rispetto per chi ha voluto dare un senso alla propria!!!
L’infanticidio non rispetta chi non ha potuto procreare
Signora “madre”, forse non ti hanno neanche mai spiegato che, tutte queste cose, ci sono donne che non possono viverle nonostante sia la cosa più “normale” al mondo e, forse, che più desiderano. No, non hanno avuto questa fortuna e non hanno mai goduto di questo miracolo. Ma hanno sempre portato e porteranno per sempre nel loro cuore, il dolore infinito di non aver potuto dare tutto l’amore che avrebbero potuto e voluto ad una creatura che, come la tua, aveva diritto e credeva di essere protetta e amata.
Avresti dovuto proteggerla quella piccola anima! Così come ogni madre fa, tutti i santi giorni della sua vita e in modo tanto forte, quanto il dolore di ogni donna che non potrà mai farlo! Avresti dovuto e non lo hai fatto. Ma forse non eri tu, quando hai colpito a morte la tua figlioletta. E, in questo caso, paradossalmente, ti salva la follia e meriti solo compassione. Altrimenti spero solo che un giorno tu capisca e riesca a pentirti.
Forse molti dimenticheranno ma in tante non potremo mai…
Giusy Spina