Il loro nome è frutto della fusione dei termini Elphi dall’Elbphilharmonie di Amburgo, una delle sale da concerto più grandi ed acusticamente avanzate al mondo, e Vier come il numero dei suoi componenti. Essi, oltre all’esecuzione del principale repertorio per archi, annoverano anche autori meno eseguiti e compositori di epoche diverse.
Stiamo parlando dell’Elphier Quartet, quartetto d’archi nato nel 2016 e costituito dalle violiniste Lyudmila Minnibaeva e Yihua Jin-Mengel, dalla violista Alla Rutter e dal violoncellista Phillip Wentrup. Tutti – spiega una nota stampa – pur con background culturali diversi sono accomunati dall’essere membri dell’Orchestra della NDR Elbphilharmonie.
Saranno presenti per la prima volta al Trecastagni International Music Festival, nel settimo appuntamento della rassegna organizzata dalla Nova Academia Musica Aetnensis. Saranno protagonisti sabato 6 agosto alle ore 20.30 nel suggestivo cortile en plein air della chiesa Madre di San Nicola (via Arciprete Domenico Torrisi, n°1) insieme al celebre pianista Haiou Zhang.
Il programma dell’Elphier quartet
«Apriremo il concerto – raccontano – con il quartetto “Kaiser” di Franz Joseph Haydn, il cui secondo movimento è molto famoso. E contiene quattro variazioni sul cantus firmus del “Volkslied”, precedentemente composto dallo stesso musicista austriaco e sulla cui popolare melodia August Heinrich Hoffmann von Fallersleben scrisse nel 1841 il suo “Deutschlandlied”, la cui terza strofa è oggi il testo dell’inno nazionale tedesco».
Il Kaiserquartett è il terzo degli Erdödy-Quartette op. 76, scritti fra il 1797 e il 1798. Si apre su un possente Allegro, seguito nel secondo tempo Poco adagio, cantabile dall’inno Gott, erhalte Franz den Kaiser composto per Francesco II, il primo degli Asburgo ad apprezzare la musica del compositore austriaco. A chiudere, un Menuetto, dal Trio di rara eleganza, e il Presto finale, vivacissimo con un fugato.
Anche Mozart in programma
«Sarà poi la volta dei due Concerti per pianoforte e orchestra di Wolfgang Amadeus Mozart – aggiungono –, qui riarrangiati per quartetto d’archi, che rappresentano l’apoteosi della produzione pianistica mozartiana durante gli anni di Vienna.
Se nei primi concerti, datati fra il 1782 e il 1783, si evidenzia il pianoforte solo, i successivi diventano più introspettivi. E instaurano un equilibrio perfetto fra lo strumento e la compagine».
Il primo movimento del Concerto in la maggiore K.414 è un delicato dialogo d’archi su cui fa il suo elegante ingresso il pianoforte, l’Andante è invece un omaggio a Christian Bach, autore molto apprezzato da Mozart mentre l’Allegretto finale è punteggiato da un discorso fresco e disinvolto tra lo strumento solistico e l’ensemble, che conduce a quell’aura leggera e vigorosa tipica dell’inventiva mozartiana.
Concerto in Do maggiore K 415
Il Concerto in Do maggiore K.415 per pianoforte e quartetto d’archi, che aprirà la seconda parte del galà risente, invece, sin dall’Allegro inziale dello studio che Mozart fece della scrittura contrappuntistica di Bach e Händel.
L’Andante scorre fluido, condotto per mano dal pianoforte che domina incontrastato tanto l’esposizione del tema principale quanto le sue variazioni. Mentre l’Allegro conclusivo, ricco nella melodica e capriccioso nella forma, si apre su un tema articolato in tre momenti.
Un primo motivo esposto dal solista e ripreso subito dagli archi, un secondo motivo, giocoso e danzante, affidato ai violini. E infine una tessitura di natura pastorale.
«Entrambi i concerti per pianoforte di Mozart – spiega Haiou Zhang – sono i miei preferiti. Li ho registrati nel 2019 per l’etichetta Hänssler Classic. E grazie a loro ho conquistato la prestigiosa nomination al Premio “Opus Klassik” in Germania.
Inoltre adoro suonare con i quartetti come i Quatuor Diotima, il Quartetto d’archi Vision, il Quatuor Hermès, il Quartetto d’archi della Filarmonica di Berlino. E ancora, i WDR Chamber Players, l’Hába Quartett e gli Elphier Quartet, al loro esordio in Sicilia. Certo la difficoltà più grande in questo tipo di formazione risiede nella ricerca dell’equilibrio perfetto fra il pianoforte solo e la compagine degli archi. Ma il segreto è tutto nella proporzione».
Tango di Piazzolla in chiusura
La chiusura è affidata infine a Tango per quartetto d’archi di Astor Piazzolla inventore del Nuevo Tango. Una corrente artistica iniziata negli anni ’50 nella quale la danza argentina si arricchiva delle complessità del jazz e della musica classica. È per l’Octeto Buonos Aires che, nel 1956, Piazzolla compose il suo Tango Ballet, una suite programmatica successivamente trascritta per orchestra e per quartetto d’archi. La musica evoca l’essenza struggente dell’etica del tango in una narrazione in sei scene. Introduzione con Titulos, La calle, Encuentro – Olvido, Cabaret, Soledad e di nuovo La calle. Un viaggio profondo fra i meandri della musica classica e contemporanea con artisti di prim’ordine.
Biglietti: Ingresso unico euro 10,00.
Per info e prenotazioni: 349 1046397 – namaect@gmail.com