A poco più di un anno dalla sua entrate in vigore è ora di bilanci per il “Regolamento per la tutela del diritto d’autore on-line”. Un Regolamento che ha avuto una gestazione più che travagliata, ma tutto sommato nella sua applicazione ha lasciato gli umori tiepidi. Sono state 277 le istanze presentate all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) e di queste il 55% si è concluso con la rimozione spontanea dei contenuti.
Quattro anni di istruttoria con un susseguirsi di stop&go e di accese polemiche a corredo. L’Agcom, allora guidata da Corrado Calabrò, avvia nel febbraio 2010 un’indagine conoscitiva, alla quale fanno seguito una consultazione pubblica (dicembre 2010), la pubblicazione di un Libro Bianco (gennaio 2011), un gruppo di lavoro e un’ulteriore consultazione pubblica (luglio 2011). Nel frattempo, si succedono i Governi e i Parlamenti e anche l’Autorità cambia la sua composizione. Del regolamento, nonostante le dichiarazioni iniziali della nuova Autorità, non si vede traccia e, così, da molte parti è dato per spacciato. A dicembre 2013 il colpo di scena: l’Agcom fissa in agenda la votazione e approva senza esitazione il testo con voto unanime. Le reazioni all’approvazione preannunciano l’inizio di un contenzioso legale. A marzo 2014 il Regolamento entra in funzione e arrivano i primi segnali incoraggianti. A maggio, dopo una permanenza durata ben 25 anni, l’Italia esce dalla “lista nera” Usa dei Paesi con maggior tasso di pirateria on-line. A luglio una nuova conferma: il “Congressional International Anti-Piracy Caucus” esclude il nostro Paese dalla “International Piracy Watch List” per il 2014. Due boccate di ossigeno per l’Autorità. Ma i ricorsi, presentati da più parti al momento dell’approvazione vanno avanti e ora è ancora pendente il giudizio della Corte Costituzionale.
Ora è tempo di primi bilanci. Sono 292 le istanze pervenute all’Agcom, 290 per violazioni on line e 2 per violazioni sui servizi media (radio, tv, …). Le prime “vittime” sono audiovisive (film) con 137 casi, seguono le opere fotografiche (53), sonore (42), editoriali (37), letterarie (14), software (6) e all’ultimo posto i videogiochi (3).
Opposte le reazioni di fronte ai numeri di un anno di operatività del Regolamento. Per l’avv. Sarzana (esperto del settore), “è inevitabile chiedersi se la manciata di occasioni nelle quali l’Agcom, in un anno, si è ritrovata ad amministrare, giustifichi gli oltre tre anni di gestazione del Regolamento, i costi di gestione – in termini di uomini e mezzi – dei procedimenti”. Di parere diametralmente opposto l’Autorità: “A poco più di un anno dall’entrata in vigore, credo che l’esperienza applicativa del Regolamento Agcom per la tutela del diritto d’autore online presenti un bilancio largamente positivo”, ha dichiarato Posteraro (uno dei quattro commissari Agcom).
Antonio Rita