“Chi recita il Rosario non può non essere un buon cattolico”. Esordisce così don Santino Spartà riguardo la sua conoscenza con il ‘principe della risata’. “Mi risulta che Totò nella sua vita abbia recitato il Rosario, difatti non è solo una perla spirituale del De Curtis, ma anche Guglielmo Marconi, il grande scienziato, e altri personaggi dello spettacolo si legavano misticamente a Dio con i grani benedetti.”
– Come mai conosce la figlia di Totò?
“Liliana De Curtis mi fu presentata da un’amica giornalista, Matilde Amorosi, per un colloquio culturale. In tale circostanza, Liliana mi confidò molti particolari della giornata esistenziale del padre, sconosciuti persino agli addetti ai lavori”.
– A quali “particolari” fa riferimento?
“Un giorno Totò, avendo una certa aspirazione ai chiostri monastici, si recò al santuario di S. Francesco d’Assisi per incontrare l’abate e gli confidò: ‘Mi sentirei portato per la vita religiosa’, facendo rimanere l’abate molto soddisfatto e, prima di andar via, gli pose un’altra domanda: ‘So che, nella vita di intimità spirituale cenobitica, bisogna anche legarsi ai tre voti, povertà, castità, obbedienza, ma per eccezione io potrei avere, anche se raramente… incontri femminili?’”.
– Cosa rispose il padre superiore?
“L’abate, senza interpellare la filosofia di S. Tommaso, capì che Totò non era chiamato per il silenzio atemporale della vita religiosa e, con garbato sorriso, lo licenziò: ‘Figliuolo, farai certamente del bene sul palcoscenico’. Difatti, il principe non cominciava mai un film se non recitando le preghiere canoniche della Santa Madre Chiesa e, a distanza di tempo, Liliana si accorse che il suo adorato papà saliva le vette dell’Altissimo, porgendogli la catena del Rosario. Si era, quindi, legato a Dio, quotidianamente, con i grani della corona”.
– Come venne a capo di questa vicenda?
“Totò, quando venivano le amiche della figlia, chiedendo licenza, si appartava nello studio e biblioteca e, in questo tempo intellettuale, pregava con le Ave Maria e il Padre Nostro. Un giorno Liliana, essendo l’ora della cena, bussò e aprendo la porta dello studio si accorse che il padre si era addormentato con la corona tra le dita”.
– Un articolo sulla Stampa scrive di lei detentore di questa corona del Rosario; quanto vi è di vero?
“Trovandomi spesso a frequentare casa de Curtis, Liliana mi confessò: ‘Io non recito il Santo Rosario, pertanto credo sia opportuno affidarlo a te, certa del tuo buon uso’. Così, conservo gelosamente il dono spirituale appositamente custodito in un quadro, con una dedica di Liliana”.
Maria Pia Risa