Il ritiro di Rosaria Aiello, una campionessa nata. Umile ma determinata, semplice ma competitiva. Abbiamo avuto modo di conoscerla nelle aule universitarie per qualche anno. Insieme a Giusi Malato e Tania Di Mario, due leggende plurititolate della pallanuoto italiana, aveva incontrato studentesse e studenti del corso di laurea in Economia Aziendale per parlare dell’importanza del team building. Prendiamo un caffè con lei, classe 1989, centro boa dell’Ekipe Orizzonte Catania e della nazionale italiana. Nonché un ricchissimo palmares di titoli di club e azzurri, all’indomani della partita decisiva contro la Plebiscito Padova che è valsa alla squadra catanese lo scettro di campione d’Italia.
Intervista a Rosaria Aiello / “Ecco perché mi ritiro”
Possiamo definire un’impresa la conquista di questo 21° scudetto? E perchè?
La definirei una super impresa fatta da donne e atlete speciali che sono riuscite tutte insieme a superare dei momenti brutti della stagione e raggiungere la vetta più alta d’ Italia con le unghie e con i denti.
Qual è il segreto di un team così vincente e competitivo?
Un team coeso che ogni giorno con amore, passione e sacrificio ma soprattutto il duro lavoro si impegna per raggiungere degli obiettivi comuni. Una squadra che io definisco famiglia
Diverse giocatrici dell’Ekipe Orizzonte, te inclusa, fanno parte del setterosa che però quest’anno non si è qualificato per le Olimpiadi. In molte di Voi questo ha scatenato una voglia di reazione?
Questa mancata qualificazione è stato un duro colpo per tante di noi ma anche per la pallanuoto femminile purtroppo. Reagire non è stato assolutamente facile. Ci siamo portate dietro scorie di malessere fisico ma soprattutto mentale per molti mesi. Abbiamo reagito tutte insieme anche grazie al nostro staff rimanendo unite e tenendoci per mano ogni giorno. C’era la voglia di dimostrare a noi stesse che eravamo forti e per fortuna c’era la possibilità di giocare degli altri eventi importanti come sono stati poi la coppa Italia e lo scudetto.
Dopo la conquista dello scudetto, hai annunciato di ritirarti. Decisione definitiva o ci ripenserai?
In questo momento mi godo questa vittoria che ha un sapore ancora più bello perché é arrivato dopo momenti difficili. Però sì, la mia decisione al momento è quella di realizzare un altro dei miei sogni ovvero allargare la mia famiglia.
Parliamo un po’ di te. A che età hai iniziato a praticare pallanuoto? E dove?
Ho iniziato a giocare all’età di dodici anni alla Mediterraneo una squadra catanese a quel tempo già allenata da Martina Miceli, venivo dal mondo del nuoto ma avevo bisogno di uno sport di squadra e ho avuto un momento di indecisione tra la pallavolo e la pallanuoto. Diciamo che dopo qualche mese non ho avuto alcun dubbio!
Nella tua carriera, quali sono stati i momenti più belli? Quelli che faranno parte sempre delle tue memorie del cuore?
Ogni momento passato in piscina è un momento che ricorderò con piacere immenso per sempre. Anche la fatica degli allenamenti. Sarà tutto indelebile nel mio cuore, ma di certo non posso che riservare un posto speciale alle Olimpiadi e alla medaglia olimpica
Se dovessi menzionare tre punti di forza di Rosaria Aiello, a quali ti riferiresti?
La grinta, la caparbietà e tanto tanto cuore.
Ultima domanda. Ma voi lo sapete che siete un esempio per tutti i giovani che vedono in voi un modello di riferimento nella capacità di coniugare risultati brillanti con tanta umiltà e determinazione? Sembrano valori oggi “vintage” negli sport di squadra, dove si vuole vincere tutto e subito, o no?
Mi fa pensare a quanto sono fortunata e al tempo stesso grata per ciò che mi ha dato la pallanuoto e lo sport in generale. Non sarei la donna che sono. Bisogna pensare che nulla accade subito e per fortuna ma che il duro lavoro la costanza e la perseveranza paga sempre. Bisogna essere dei sognatori e sognare in grande ed è per questo che auguro a chiunque intraprende qualsiasi sport di farlo con tutta la passione e la determinazione del mondo.
Saro Faraci