In occasione della sua presentazione a Randazzo del documentario sull’iconografia della Viella, abbiamo intervistato il professor Giuseppe Severini. Che non solo è fine conoscitore della storia degli strumenti, e abile musicista degli stessi, ma anche Maestro nella loro ricostruzione.
– Quando nasce in lei la passione per gli strumenti musicali?
“La passione per gli strumenti musicali nasce durante le scuole medie: armonica a bocca, prosegue a liceo con la classica chitarra e poi con il mandolino.”
– Nasce prima la passione per la musica o quella per il medioevo?
“Prima nasce la passione per la musica. Quella per il Medioevo arriva durante gli ultimi anni del liceo classico e si approfondisce all’università dove mi laureo nel 1981 in Filosofia con tesi in Storia Medievale con la prof. Gigliola Rondinini, a Milano, città in cui sono nato e vissuto fino a 28 anni”.
– Quali sono stati, e a quando risalgono, i primi lavori di restauro o di ricostruzione di uno strumento musicale medievale?
“I primi lavori di costruzione di uno strumento medievale risalgono all’anno 1984″”
– Per coronare questa sua passione e per renderne possibile la condivisione con gli altri nasce “La casa della musica” nella quale espone e tiene in mostra più di 60 strumenti musicali. Da dove ha origine questa idea?
“L’idea della casa nasce nel 2010 per un progetto di ristrutturazione della mia residenza e della mia attività, che dallo spettacolo di rievocazione tende a spostarsi verso le ricerche di acustica e verso la didattica”.
– Allo stato attuale la casa della musica è aperta al pubblico secondo un orario fisso oppure è necessario prenotare una visita?
“La casa, non è un museo. Quindi è aperta solo in mia presenza. ‘E preferibile prenotare telefonando”.
– Le scuole limitrofe hanno apprezzato questa iniziativa portando i ragazzi a visitarla?
“Gli insegnanti che hanno portato le loro classi (dalle elementari alle superiori) si sono dichiarati molto soddisfatti e gli alunni hanno seguito con grande attenzione le spiegazioni e le dimostrazioni sulla storia degli strumenti musicali dalla preistoria al medioevo che io effettuo per la durata approssimativa di 1 ora”.
– Parliamo nello specifico della viella. Dove ha trovato le fonti a cui ispirarsi per la sua ricostruzione?
“La Viella è un cordofono ad arco ormai ben conosciuto e documentato a livello europeo. Io mi sono limitato a svolgere una breve ricerca sull’iconografia siciliana. Dopo aver identificato le raffigurazioni di Messina, portale centrale del Duomo (sec. XV), Nicosia, portale della Chiesa di S. Nicola (sec. XIV), Palermo, cattedrale portale principale (sec. XV) e ancora Palermo, dipinti del soffitto ligneo di Palazzo Steri (sec. XIV) sono partito con la troupe per effettuare le riprese che s’iniziano e si concludono nel nostro paese”.
– Quando e dove si è svolta la visione del documentario, lo scorso sabato? Ha riscosso interesse da parte dei concittadini?
“La presentazione del documentario “suoni d’Oc”- che ha vinto il primo premio ‘Danubio blu’ al Sila Festival 2013 in Serbia come miglior documentario per il turismo culturale – è avvenuta a Randazzo sabato 9 presso la sala Consiliare del Comune, alla presenza del sindaco, prof. Michele Mangione, e dei due registi Daniele Greco e Mauro Maugeri. Ha riscosso un successo di pubblico e ha ricevuto ampi consensi. In quell’occasione ho mostrato la Viella ricostruita ed ho eseguito un brano cantato ed accompagnato dalla Viella, tratto dalla raccolta chiamata Laudario di Cortona. sec. XIV di ispirazione spirituale/francescana”.
Annamaria Distefano