Intervista / Alosha, il danzastorie di Sicilia: “La mia arte è l’esposizione della bellezza”

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Alosha

Alosha, al secolo Giuseppe Marino, conosciuto come il danzastorie di Sicilia, ci parla della sua arte, la letteratura danzata, un nuovo mezzo di divulgazione culturale, del suo rapporto con la spiritualità e dei suoi progetti.

Alosha, un termine sanscrito. La genesi di questa particolare scelta.

Alosha(cuore divino): è la scelta di una persona che ha avuto grande impatto  nella mia crescita personale, Michael Barnett, colui che ha  consegnato la meditazione all’ occidente in modo pratico. Il maestro spirituale che mi educò alla “ vita interiore”. Mi ha battezzato con questo nuovo nome, frutto di un lavoro interiore.

Tanti gli incontri…

Incontri  voluti, incontri di ricerca e introspezione, anche  con maestri dell’ arte performativa o con grandi maestri della comunicazione verbale come il maestro Franco Battiato e Mario Incudine.

Raccontare la tua terra, le sue tradizioni, la sua lingua. Come e perché nasce questo bisogno.

Per tanto tempo sono stato un emigrante. Un’ esperienza di consapevolezza e di appartenenza alla mia terra, alla mia sicilianità. Ovvero una genetica plurietnica che mi permette di adattarmi a qualunque luogo e condizione . La storia della Sicilia è una storia eterogenea, il bisogno di sentirmi vicino alla mia terra  mi ha accompagnato così  come la necessità di riscoprire la Sicilia letteraria. Mi riferisco a Sciacca, Pirandello, Buttitta, Bufalino, per fare alcuni nomi.Alosha danzastorie di Sicilia

Il legame con tradizioni, usanze e costumi è certamente un fattore positivo. Cosa  significa per te amare la propria terra

Io amo la mia terra con l’intensità con cui si ama l’altro. Un amore autentico che si nutre di conoscenza, di passione e di rispetto. Riesco ad entusiasmarmi per la sua bellezza. Ed è proprio l’entusiasmo che vivifica il rapporto che ho con la mia terra. Un rapporto di meraviglia e di continua sorpresa e scoperta.

Casa del danzastorie, parliamone.

Ho aderito al progetto finanziato all’interno dei fondi europei gestiti dal GAL, nell’ ambito della riqualificazione degli spazi storici, in particolare dell’ area di Piazza Marconi, ‘ a chiazza’. Due botteghe: la Casa del danzastorie e la bottega dedicata al Limone dell’Etna IGP.
Con la mia associazione ho avallato un progetto rivolto esclusivamente ai giovani, nuove figure e nuovi talenti nella promozione della cultura siciliana. Uno spazio multifunzionale: un laboratorio artistico culturale, ma anche un’area espositiva e un luogo di formazione. E inoltre un salotto letterario dove presentare opere letterarie, discutere, informare.

Presto si avvierà la costituzione della Casa del danzastorie: il locale sarà impreziosito da murales che ritraggono le bellezze architettoniche e naturalistiche di Acireale. Saranno scene di contrasto con il luogo in cui siamo ubicati, che ne è ricco. Il barocco in contrasto con le urla, le “ vanniate” di fede, ma anche di commercio, provenienti dal popolo. Una sorta di mostra a cura degli allievi di alcuni istituti che sarà curata da una giovane artista, Paola D’Agostino.

Casa del danzastorie

Inoltre un alunno della facoltà di Belle arti di Roma, realizzerà un murales dedicato ai personaggi che interpreto e agli autori siciliani, tra i quali Pinella Musmeci. La famiglia Musmeci donerà alla Casa del danzastorie dei libri che arricchiranno la biblioteca che verrà allestita al suo interno, e che vedrà incontri e lezioni con docenti e  personaggi illustri, aperti a tutta la città. L’esterno sarà arricchito da murales, curati dall’ istituto Eris di Acireale, che ritrarranno i tradizionali carretti siciliani. La Piazza Marconi, infine, ospiterà eventi e iniziative inerenti la cultura siciliana.

Quali istituti e chi degli accademici ha aderito al progetto?

L’istituto Superiore Regina Elena di Acireale, Arte e mestieri dell’ Eris di Acireale. Inviterò chi si occupa di cultura siciliana, partendo dal territorio delle Aci.

Quale figura necessita di maggiore  valorizzazione e perché?

Lionardo Vigo. Un poeta capace di dare ancora oggi forti incentivi ad artisti e letterati, soprattutto con la sua raccolta “ Racconti di canti popolari siciliani”, custodita alla biblioteca Zelantea di Acireale, ma accessibile tramite i servizi internet che hanno reso,fortunatamente, questa grande opera fruibile e accessibile in formato PDF.

Alosha è Premio UNESCO 2019 come messaggero di pace e cultura siciliana nel mondo. Cosa ha significato per te.

Ho ricevuto il Premio al Castagno dei Cento Cavalli, in seguito all’ incontro con la professoressa e presidente del Club UNESCO, Nellina Ardizzone. Una persona che stimo particolarmente per il suo investimento  per la città e per il patrimonio culturale. Essere messaggero di pace significa interpretare in gesti il concetto di  fratellanza contenuto nei testi letterari che descrivo. La pace è un investimento, un valore fondamentale da trasmettere a tutti i popoli.

Rapporto mente/corpo, quanto è importante nell’era dell’immagine.

La mia arte è esposizione della bellezza. La bellezza  interiore che  nasce dalla crescita della tua consapevolezza, e che provo a rappresentare, utilizzando come filtro comunicativo l’ esteriorità. Entrambe si uniscono nell’ essere umano e ne determinano l’individualità. Quindi nella mia arte espongo la persona come energia. Una rappresentazione che infrange gli stereotipi culturali e sociali tramite il gesto che è l’elemento comunicatore nella mia arte. È la persona nella sua totalità, il motore di tutto. Una considerazione che necessita di un presupposto che travalica la cultura, il sesso, la fede, ovvero il rispetto.

Alosha e Giuseppe. Dove finisce l’artista e inizia l’uomo.

Sono la stessa persona. Il nome di battesimo mi lega alla mia famiglia e in particolar modo a mio padre. Alosha è il modo in cui tutti conoscono la mia arte che è tutt’uno con la mia essenza. Mi piace pensare che ogni essere umano sia un’ eccezione, un contenitore di caratteristiche particolari da promuovere e valorizzare.

Cosa ci regalerai in futuro e soprattutto cosa speri ti regalerà il futuro.

Una domanda che mi piace tanto! Al momento sto lavorando con l’ Istituto di cultura italiana all’ estero. Sarò in Austria e in Australia con una fondazione italiana, Sicilia Art Foundation che si occupa di promuovere gli artisti siciliani nel mondo. Il ponte tra le isole e il continente è proprio l’arte e il patrimonio artistico-culturale. Molti anche i progetti da realizzare su Piazza Marconi. Eventi, manifestazioni e collaborazioni che spero determineranno una rivalutazione di questo storico luogo acese. Spero che il futuro mi regali quella serenità capace di fare dialogare le persone. Un interscambio umano e culturale che metta in contatto il mondo particolare e unico di ognuno di noi con l’altro.

Rita Vinciguerra

 

 

 

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