Intervista / Anna Kolesarova, prima laica beata in Slovacchia. Padre Hudak: “Fede e coraggio, un modello per i giovani del Paese”

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“Hostia sanctae castitatis”: sacrificio di santa castità. Queste parole sono state scritte nel registro parrocchiale di Vysoka nad Uhom, Slovacchia, dal sacerdote locale a proposito della morte violenta della giovane Anna Kolesarova, uccisa da un soldato sovietico ubriaco durante la seconda guerra mondiale, perché voleva difendere la sua castità da un feroce tentativo di violenza sessuale. Oggi, 74 anni dopo questo tragico evento, Anna sarà beatificata. L’evento solenne avrà luogo il 1° settembre a Košice davanti a un grande numero di ragazzi e ragazze che si ispirano al suo esempio di fede e castità. Sir ha posto alcune domande a padre Pavol Hudak, rettore della Casa di Anna Kolesarova, coinvolto nel processo di beatificazione.

Probabilmente nessuno conosce la vita e la morte di Anna Kolesarova meglio di lei. Quali aspetti della sua personalità l’hanno colpita di più?
La sua breve ma bellissima vita mi parla soprattutto con la sua fedeltà. Fedeltà verso se stessa, una ragazza che proteggeva la propria castità e innocenza. Allo stesso tempo, era fedele al suo futuro marito, perché come ragazza, naturalmente, voleva sposarsi. Fedele è stato anche il suo viaggio verso Dio durante la vita, poiché ha dovuto affrontare la morte della madre in tenera età, ed è rimasta fedele in questo viaggio terreno fino a quando è nata al paradiso.

Qual è stato il suo ruolo nel processo di beatificazione di Anna e come ha reagito quando il Santo Padre ha finalmente annunciato che sarebbe stata beatificata?
Tutto è nato per iniziativa dei giovani con cui avevo l’abitudine di recarmi sul luogo di nascita di Anna, Vysoka nad Uhom, per conoscere la sua storia. Fu loro l’idea di chiedere l’avvio del processo di beatificazione, poiché erano stati profondamente colpiti dalla testimonianza della sua vita. E per quanto riguarda i miei sentimenti, sto sperimentando una grande gioia per l’immenso successo che ha avuto l’iniziativa. Ad essere sincero, me l’aspettavo, ma quando abbiamo ricevuto la notizia della decisione di beatificare Anna, non ero veramente preparato e sono contento che mi trovassi seduto in quel momento! È stata una gioia immensa per me.

E adesso?
In questa fase è in corso la preparazione per il 1° settembre, ci stiamo occupando degli aspetti pratici. La registrazione dei sacerdoti, dei volontari e dei partecipanti all’evento è già stata avviata. Stiamo facendo il giro delle parrocchie della Slovacchia e parliamo loro della prima donna laica slovacca che viene beatificata. Siamo grati ai mass media per la loro buona cooperazione, perché ci aiutano a diffondere il suo messaggio in tutti gli angoli del nostro Paese.

Che cosa ispira le centinaia, anzi migliaia di giovani che continuano a recarsi alla casa di Anna Kolesarova, a visitare la sua tomba che è già diventata una meta di pellegrinaggio? Qual è il suo messaggio ai ragazzi e alle ragazze dei nostri tempi?
Il suo messaggio è l’armonia della bellezza interiore ed esteriore di ogni essere umano. La bellezza interiore è sottovalutata dalla società odierna e l’enfasi è posta soprattutto sull’aspetto esteriore. La testimonianza di Anna ci dice che quello che conta è la castità del nostro cuore e una volta che ce l’hai, si riflette anche nella bellezza esteriore. La rosa è bella perché è una rosa, tuttavia possiede anche un tipo di bellezza che non si può vedere: il suo profumo. Se vuoi svelarne la bellezza completa, devi inclinarti e avvicinarti per annusarla. Anche le persone hanno il profumo speciale della bellezza, è il profumo del cuore puro, della sincerità e della bontà. La bellezza interiore rappresenta la base della propria armonia.

La virtù della castità nella vita dei giovani quale posizione occupa? Come la vede in quanto sacerdote e loro amico?
Per me, come sacerdote, la castità è uno stile di vita, qualcosa che impregna l’intera identità di una persona. Grazie a questa virtù, le persone possono creare saldi legami e matrimoni, perché non limitano la loro attenzione solo all’aspetto fisico dell’altra persona. Vogliono conoscersi per come sono veramente. Quando questi giovani si sposano, provo una grande gioia, perché la loro innocenza è così radiosa… Quest’anno, ho partecipato a 15 matrimoni di coppie che si erano conosciute a Vysoka nad Uhom durante il pellegrinaggio di Anna Kolesarova. Ognuna di queste coppie testimonia che è possibile, che vale la pena rimanere casti fino al matrimonio. “Io non ti deluderò mai e tu non mi deluderai mai”. La castità apre la porta dell’auto-accettazione e del rispetto di sé stessi. Come amico della gioventù, sono testimone e confermo che tutto ciò che dichiariamo e affermiamo qui ha senso, è un buon seme seminato nel cuore umano. Questo mi incoraggia molto.

Danka Jaceckowa, da Bratislava

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