Intervista / Don Gianluca Franco, fresco presbitero: “Affronterò con umiltà le fatiche del mio ministero”

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Mons Agostino Russo, don Gianluca Franco, Vescovo Raspanti

Lo scorso giovedì 26 settembre don Gianluca Franco ha ricevuto l’ordinazione presbiterale nella Basilica Santa Maria Assunta di Randazzo. E ha officiato la sua prima celebrazione eucaristica il giorno seguente nella chiesa intitolata al Sacro Cuore di Gesù.
Momenti di profonda letizia per lui e i familiari e per la comunità di Randazzo e l’intera diocesi. Ogni nuova ordinazione è infatti un dono di grazia, da condividere e accompagnare con sentimenti di lode al Signore. In tale felice occasione ci siamo intrattenuti con don Gianluca, ponendogli alcune domande.

Don Gianluca Franco, Imparate da me che sono mite e umile di cuore (Mt 11,29) è l’invito del Signore, che ha scelto come motto per la sua ordinazione. Da dove nasce l’ispirazione per la sequela a tale precetto e come ritiene possa orientare in futuro il suo cammino vocazionale?

 Gli ultimi versetti del cap. 11 di Matteo sono tradizionalmente associati e riferiti al Sacratissimo Cuore di Gesù. Alla cui devozione sono strettamente legato in virtù della mia parrocchia d’origine, comunità ove la mia vocazione è nata e cresciuta. Il Signore Gesù ci presenta il suo cuore, ovvero l’Amore misericordioso di Dio, e promette di ristorarci dalle nostre fatiche. Ma attraverso un’immagine paradossale: un giogo, simbolo del peso delle fatiche, che invece è dolce e soave. Mi sembra un orientamento importante per la mia vita sacerdotale. Affrontare con mitezza ed umiltà le difficoltà e le fatiche del mio ministero, significherà portare questi pesi insieme al Signore e riceverne consolazione.Don Gianluca Franco prostrato

Nel corso dell’ultimo anno di formazione ha condiviso l’esperienza del Sermig all’Arsenale della Pace di Torino. Come si correla col percorso di studi accademici presso il seminario e che cosa continuerà a custodirne in termini di arricchimento per il suo ministero?

Pur trattandosi di un’esperienza prettamente caritativa, si può dire che i mesi trascorsi a Torino siano stati lo “sbocco naturale”, l’attuazione pratica degli studi teologici affrontati in questi anni. Ogni vera ricerca teologica non può che avere la sua fonte e il suo senso nel Vangelo che, a sua volta, può essere riassunto nel comandamento nuovo dato dal Signore: «Ama il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la tua mente […] Ama il prossimo come te stesso» (Mt 22,37.39).

All’Arsenale della Pace tutto ciò si è tradotto in una fede profonda, radicata che si “sporca le mani” con tutti coloro che soffrono. Coloro che sono emarginati, che semplicemente hanno perso il senso della propria vita. Oltre alle belle ed arricchenti relazioni che si sono sviluppate, tenterò di portare sempre nel mio ministero questa attenzione verso la persona ed i suoi bisogni. Insieme all’attenzione ai giovani che tanto desiderano esperienze serie ed autentiche.

l'abbraccio del vescovo Raspanti
L’abbraccio del vescovo Raspanti
Annovera figure sacerdotali del cui vissuto conserva l’esempio e l’insegnamento, per meglio affrontare le sfide che si presentano al sacerdozio nell’attuale contesto di evangelizzazione?

Parte fondamentale del percorso di fede che conduce alla vocazione sacerdotale è la testimonianza e la condivisione di vita di altri sacerdoti, siano essi parroci, accompagnatori spirituali o semplici conoscenti. Il nostro rettore ripete spesso che è l’intero presbiterio a formare i futuri presbiteri e di ciò sono convinto. Sono profondamente grato per tutti i sacerdoti che ho incontrato lungo la mia vita. Che mi hanno trasmesso l’amore per il sacerdozio e la preghiera e mi hanno illuminato con la testimonianza di dedizione al ministero. Alcuni con grande sacrificio. Non cito alcuno in particolare ma in ognuno di essi, seppur con sfaccettature diverse, ho riconosciuto il pastore che si prende cura del proprio gregge e lo accompagna nell’incontro gioioso con il Signore.ordinazione don Gianluca Franco

Ineludibile chiedere quali consigli o suggerimenti sente di poter offrire a un giovane che sentita la vocazione, si interroghi sulla propria risposta alla chiamata alla vita sacerdotale.

Ricordo bene come all’inizio del mio discernimento vocazionale, rifuggissi dall’idea di diventare sacerdote perché mi sentivo profondamente inadatto e indegno per tale delicato ministero. Col tempo e crescendo nella fede mi sono reso conto del fondamento di quel convincimento, ma al contempo ho preso coscienza che Dio non sceglie uomini perfetti, ma peccatori come gli altri affinché, come dice San Paolo, sia manifesto che i doni di Grazia che amministriamo vengono da Lui e non da noi (cfr. 2Cor 4,7). Ai giovani dico quindi: coraggio! Non temete! Rispondete con generosità alla chiamata di Dio, che desidera solo la nostra felicità.

Rievocando il monito del Santo Curato d’Ars: Quando vedete il sacerdote, pensate a Nostro Signore Gesù Cristo; nel ringraziarlo per la sua disponibilità, assicuriamo a don Gianluca Franco la nostra preghiera.

                                                                                                         Giuseppe Longo

 

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