Intervista / Felice Saporita e il suo libro su mons. Salvatore Bella, terzo vescovo di Acireale

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La figura del terzo vescovo della diocesi di Acireale, mons. Salvatore Bella, nato ad Aci Catena nel 1862, da Santo Bella e Carmela Patané, entrambi di Aci Catena, ordinato sacerdote nel 1886 dal primo vescovo , Gerlando Maria Genuardi, è oggetto di approfondito studio da parte dello scrittore Felice Saporita, che ha pubblicato un libro presentato pochi giorni fa al Seminario vescovile di Acireale.
Grazie ad un colloquio con lui, conosciamo i significativi risultati dello studio e della pubblicazione.
Da giovane, quali sono i principali interessi di Salvatore Bella, che influiranno sulla sua vita?
“ La lettura di libri. Il nobiluomo di Aci Catena, cav. Ignazio Emanuele Rossi, apriva agli studenti la sua biblioteca ricca e aggiornata. Salvatore Bella trascorreva lì lunghe ore, anche da seminarista. Data questa passione, scrive molti volumi, prima d’essere vescovo. L’opera principale è ‘Memorie storiche del comune di Aci Catena’, anche oggi fondamentale per la conoscenza di Aci Catena e del territorio. Il can. Bella è bravissimo nei “panegirici”, andando nelle chiese della diocesi.  Insegna Sociologia e filosofia nel Seminario; ha la direzione di quasi tutte le chiese di Aci Catena. Divenuto un personaggio di grande rilevanza morale, sociale e culturale, costituisce ad Acireale e ad Aci Catena Casse rurali, Circoli cattolici, Doposcuola e Oratori.”
 Da quale Papa viene assurto all’episcopato e di quale diocesi?
“Da Pio X nel 1909; il 13 giugno è consacrato vescovo da mons. Arista. E’ vescovo di Foggia dal 1909 al 1921, con il motto ‘Veritatem in charitate’, proprio nel periodo di polemica pro e contro Padre Pio. Essendo San Giovanni Rotondo, appartenente alla vicina diocesi di Manfredonia, il vescovo Bella spesso si occupa di questioni tra Padre Pio da Pietrelcina e gli oppositori, tra cui c’era il milanese Padre Gemelli”.
Quando il vescovo Bella lascia la Puglia, promosso vescovo di Acireale?
“ Nel 1920,  promosso vescovo di Siracusa, non accetta, per motivi di salute, ma  il 27 settembre 1920 muore mons. Arista; per volere di Papa Benedetto XV, il vescovo Bella è trasferito alla diocesi di Acireale e così il 24 aprile 1921 vi fa il suo ingresso. Fronteggia con polso fermo la lotta politica cittadina, causa di tante angustie per il predecessore Arista, tra gli onorevoli Giuseppe Grassi Voces e il barone Giuseppe Pennisi di Santa Margherita”.
 La situazione della diocesi è complessa: 21 parrocchie, numerose congregazioni e così via. Come si giunge a tante nuove parrocchie, sette in città, le altre nelle frazioni e nei comuni di Aci Catena, Santa Venerina ecc.?
“Con l’aiuto del vicario generale, mons. Giovanni Musumeci, giurista, di San Giovanni Montebello, il vescovo Bella costituisce 42 parrocchie nuove, tra cui in Acireale San Giuseppe, San Giovanni Evangelista, san Michele, SS. Salvatore, S.M. del Suffragio, S. Caterina, al posto di congregazioni, vicariati ecc., dove si erano arroccati in posizione di indipendenza e comando sacerdoti e famiglie patrizie. La bolla è del 19 dicembre 1921; il vicario in tre giorni riesce ad ottenere il decreto reale di Vittorio Emanuele III. Dopo undici mesi e cinque giorni, il 25 marzo 1922  il vescovo Bella muore, lasciando la diocesi sulla base del diritto, a norma del Concilio Tridentino. Riposa nella Matrice di S. Maria della Catena, dove la salma viene traslata nel 1932”.

Anna Bella

 

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