Intervista / Gabriele Denaro: “A Odessa il mio concerto “Ukraine” ispirato dalla guerra”

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Gabriele Denaro

“La musica è bellezza e strumento di pace. Una lingua che tutti i popoli, in diversi modi, parlano e raggiunge il cuore di tutti. La musica può aiutare la convivenza dei popoli”.
Nella massima di Papa Francesco il senso dell’esperienza vissuta nei giorni scorsi in Odessa (Ucraina) dal maestro Gabriele Denaro.
Nel cuore di una terra martirizzata, in una città esteticamente impreziosita dalla cultura italiana, il compositore-pianista si è reso autore e latore di un afflato di speranza per una pace ancora solo vaticinata, con l’espressione dell’animo che forse più di ogni altra è capace di varcare ogni confine: la musica.

Diretta dal maestro Serghiy Likhomanenko, la Filarmonica Regionale di Odessa ha infatti eseguito per la Televisione nazionale Ucraina e per gli oltre trecento convenuti nel sontuoso teatro cittadino, il Concerto n° 1 “Ukraine” per piano e orchestra (Sinfonia Concertante), a firma del maestro Denaro. Sul retaggio non solo musicale, ma pure personale di tale esperienza, abbiamo interrogato l’autore.

Denaro e Likhomanenk
Il compositore Denaro e il dIrettore Likhomanenk

Maestro Gabriele Denaro, come nasce e si sviluppa l’ispirazione per una composizione sinfonica dedicata all’Ucraina?

Avevo concepito le prime note di una composizione che avrebbe dovuto chiamarsi Concerto n.1 per piano e orchestra e con cui intendevo muovermi oltre i canoni consueti delle mie realizzazioni precedenti, verso una dimensione di maggiore impegno e classicità. Ne proposi l’ascolto proprio al direttore Likhomanenko che, mosso dalla suggestione evocata da quelle note, mi incitò a proseguire e a dare compiutezza a quella ispirazione; il cui esito non poteva non essere intitolato all’Ucraina.

Come si realizza il progetto di una serie di concerti eseguiti a Odessa e in altre 4 città ucraine?  

Nasce dalle emozioni provate dall’inizio del conflitto, dopo essermi esibito in Ucraina nel 2014, in uno scenario comunque già allora segnato da divisioni interne e scontri di confine pure molto cruenti. E anche dal dover assistere ai lutti di tante comunità e allo scempio di tanti luoghi martoriati dalla guerra. Vorrei ricordare la Sala delle Colonne, in cui nel 2013 mi ero esibito in occasione dell’International Jazz Festival Unity, che cinque mesi dopo era diventato il quartier generale delle forze ribelli. Vedere le immagini di alcuni soldati seduti al pianoforte con cui avevo suonato, è stato un vero colpo al cuore.Il maestro Denaro a Odessa

Per questo ho poi realizzato una composizione dedicata alla capitale Kiev e da cui prende il nome. In tale alveo di fraternità col popolo ucraino si è così realizzato nelle scorse settimane il progetto di eseguire il “Concerto n° 1”  in cinque città. Per una di esse, Odessa appunto, con la mia presenza.

Esibizione seguita dal suono dissonante delle sirene per allarme aereo e dagli echi non lontani degli scoppi di ordigni. Come la comunità locale ha saputo vivere e custodire questi rari momenti di bellezza, in uno scenario quotidiano inevitabilmente intriso di dolore e timore?


Ad un osservatore esterno si manifestano reazioni molto diverse, che sottintendono due modalità di vita apparentemente contrastanti. Se per alcuni la paura e il timore del domani sembrano prevalere, per altri emerge l’intento di voler provare ancora a condurre una vita normale. Per tutti la musica è un’occasione condivisa di ricerca della bellezza e dell’armonia, che sono un vero antidoto al dolore.

Nei momenti di fraterna condivisione si sono espresse o emerse delle aspettative che gli ucraini hanno perorato o si attendono dall’occidente e in particolare dalla nazione italiana?                          

Gli ucraini da me incontrati sembrano dividersi tra quanti non intendono recedere dalla difesa del proprio paese ad oltranza e quanti invece ormai preferiscono una brutta pace a una buona guerra. Tutti comunque auspicano dai paesi europei, oltre agli aiuti non solo economici o bellici, ma soprattutto umanitari, una presenza di prossimità che possa accompagnarli nell’agognato percorso di una pacifica ricostruzione strutturale e rinascita sociale.

Il maestro Denaro e l’orchestra di Odessa in concerto

Maestro Gabriele Denaro, quale può essere il lascito di un tale vissuto per una sensibilizzazione delle nostre comunità?    

Ciò che più mi ha colpito in loro, a prescindere dalle diverse posizioni da ognuno assunte in ordine alla necessità o meno di protrarre il conflitto, è la difesa di valori che in ambito europeo occidentale non sembrano tutti egualmente condivisi e che sono spesso persino adombrati come contrastanti, se non antitetici: il desiderio della pace, la fiducia nella fraternità e il senso della patria. Una ricchezza dell’anima maturata in uno scenario di povertà materiale che può e deve insegnarci qualcosa.

Alla fine di un concerto in onore del suo ottantesimo compleanno San Giovanni Paolo II chiosava: “Il mondo della cultura e dell’arte è chiamato a costruire l’uomo: a sostenere il cammino nella ricerca, spesso tormentata, del vero, del bene, del bello.
Auspico che attraverso l’arte e la musica, pure nel nostro tempo possa essere sempre viva l’attenzione all’uomo e il rispetto per la natura; ringrazio gli interpreti di questa manifestazione, invocando per ciascuno la benedizione divina”.
Nel condividerne l’auspicio, auguriamo al maestro Denaro di continuare a esserne appassionato e indefesso testimone.

                                                                                                                               Giuseppe Longo