Intervista / Il coraggio di Marina Ovsjannikova, Premio Cutuli 2023 stampa estera

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Marina Ovsjannikova Premio Cutuli 2023

Il Premio Cutuli 2023, ospitato e promosso anche quest’anno dal Comune di Santa Venerina in memoria dell’inviata del Corriere della sera uccisa in Afganistan nel 2001, ha visto premiata per la categoria “stampa estera” la giornalista russa Marina Ovsjannikova, che ha concesso per l’occasione un’intervista alla Voce dell’Jonio. Dal 2002, ogni anno vengono premiati tre giornalisti a livello locale, nazionale e internazionale. La giornalista russa.

Premio Cutuli 2023 / Intervista a Marina Ovsjannikova: il coraggioso gesto in diretta tv

Forse il solo nome non dice molto. Ma in tanti ricorderanno le immagini di una donna che irrompe durante il telegiornale russo con in mano un cartellone che recita: “No war” in inglese e in russo: “Fermate la guerra, non credete alla propaganda, vi stanno mentendo”. Il suo è stato un gesto follemente coraggioso. La stessa Marina Ovsjannikova, infatti, per anni ha lavorato per la televisione russa e conosce i meccanismi che la regolano dall’alto. Sapeva che ciò che la televisione comunicava a migliaia di russi erano falsità, si è vergognata di far parte di quel sistema e alla fine ha deciso di dire basta e di gridare “no alla guerra” in diretta tv. Per il coraggio dimostrato è una delle protagoniste del Premio Cutuli 2023. A seguire l’intervista alla giornalista russa.

A spingerla a compiere questo gesto, ci sono state tre motivazioni, giusto?

Amo il mio paese ma vedevo che Putin lo manipolava a suo piacimento. Non potevo starmene zitta. In vent’anni di governo i mezzi di comunicazioni indipendenti dallo Stato sono stati cancellati. La guerra è la conseguenza di questa propaganda. Il secondo fattore sono le mie origini ucraine. Il terzo è la comprensione dei rifugiati ucraini perché io stessa ho vissuto la guerra, quella in Cecenia”.

Marina Ovsjannikova Premio Cutuli 2023 Santa Venerina

L’art. 29 della Costituzione russa recita: “Ad ognuno viene garantito il diritto di pensiero e parola. È garantita la libertà dell’informazione di massa. La censura è vietata”. La realtà invece è molto diversa. Quali sono le conseguenze della propaganda del Cremlino sulla popolazione russa di oggi?

La società russa è profondamente divisa. Il venti per cento della popolazione si oppone attivamente alla guerra, un altro venti percento la sostiene e il resto è in un limbo, i cittadini sono disorientati e non sanno quale posizione prendere. Così finiscono per evitare di guardare in faccia la realtà e cercano di continuare la propria vita. Sento molti stranieri che si chiedono perché i russi protestino poco contro la dittatura di Putin. Non è così semplice. Pensate ai tempi di Hitler e Mussolini, vi ricordate proteste? Nella Russia di Putin oggi è lo stesso. In un certo senso siamo tornati a scenari simili a quelli del regime staliniano. La gente ha tanta paura e pensa soltanto a sopravvivere. La televisione russa ormai da tempo è esclusivamente nelle mani del Cremlino ed è diventata un vero e proprio strumento di propaganda. Putin ha cancellato la liberà di parola. Dall’inizio della guerra oltre mille siti online sono stati bloccati e/o dichiarati “agenti stranieri” (uno status che comporta pesanti ostacoli burocratici e rischi legali), venti giornalisti si trovano in carcere con l’accusa di reati politici, più di cento giornalisti sono stati identificati come soggetti pericolosi per la patria. I colleghi più fortunati sono riusciti a scappare all’estero. In Russia si vive non solo un dramma politico ma anche un dramma famigliare. Le famiglie sono ideologicamente scisse”.

Grazie all’organizzazione francese Reporter senza frontiere (RSF) è riuscita a fuggire durante gli arresti domiciliari e adesso vive a Parigi. Quali sono i suoi progetti futuri?

A Parigi mi occupo di attivismo e sto provando ad organizzare un gruppo mediatico per combattere la propaganda di Putin e raccontare la verità ai cittadini russi”.

Cosa significa per lei, ricevere il Premio Maria Grazia Cutuli 2023? A chi lo dedica?

Ricevere questo premio in memoria di Maria Grazia per me è un vero onore. Non credo di meritarmelo del tutto. Questo premio lo voglio condividere con tutti i giornalisti russi che hanno sofferto a causa di questo regime e a quelli che continuano a raccontare la verità dei fatti su questa guerra. È un disastro sociale per il paese. Lo dedico alle persone che lottano per la libertà, per la democrazia e per i diritti umani”.

Intervista a Marina Ovsjannikova, Premio Cutuli 2023: la Russia e la propaganda di Putin 

Il coraggio è il filo che la lega a Maria Grazia Cutuli e a tutti i giornalisti che lottano per raccontare la verità. Di Maria Grazia Cutuli, in quanto reporter, si dice che amasse essere lì “dove la terra brucia”. Il contesto in cui si è trovata la giornalista russa invece è diverso. In Russia non brucia nulla, anche le più piccole fiamme del dissenso politico vengono subito spente dal regime di Putin.

Molte leggi sulla libertà di espressione adottate negli ultimi anni – tra cui quelle sulla diffamazione e sulle “fake news” – sono state modificate per essere incorporate nel Codice penale all’inizio della pandemia da Covid-19. L’invasione dell’Ucraina ha dato un nuovo impulso a questo processo, con l’adozione frettolosa da parte del Parlamento di emendamenti in base ai quali le “false informazioni” sulle forze armate russe e su qualsiasi altro organismo statale russo operante all’estero sono ora punibili con un massimo di 15 anni di carcere. Secondo il Word Press Freedom Index la Russia ha un punteggio molto negativo. Dal 155° posto nel 2022 è passata al 164° nel 2023, una posizione che la avvicina a paesi antidemocratici come Iran, Iraq, Turchia, Pakistan, Afganistan, India. La situazione peggiore si respira solo in Corea del Nord, il cui indice è constante al 180° posto.

Intervista a Marina Ovsjannikova, Premio Cutuli 2023,
curata da Eugenia Castorina
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