Mauro Sciuto ha ottenuto da poco il diploma di secondo livello di musica elettronica al conservatorio “Vincenzo Bellini” di Catania. La musica lo appassiona sin da bambino, ma ad intraprendere studi sistematici non pensa nemmeno. Tenta, dopo la terza media, l’ammissione all’allora Istituto musicale di Catania, senza riuscirvi. Solo nel 2021, in pieno covid, spinto anche dal cugino, riesce a superare gli esami di conservatorio; e tre anni dopo si diploma in Musica elettronica. Ora è un musicista certificato e il 31 ottobre scorso ha pubblicato il suo primo singolo “Paradise”.
In che cosa consiste nello specifico la musica che scrive?
La mia è musica elettronica sia commerciale che professionale; però voglio che quest’ultima diventi il mio marchio di fabbrica. Io mi concentro sulle aree dello sviluppo della musica elettronica sperimentale e astratta; diversa dalla musica commerciale, che va oggi, come giusto che sia, tanto di moda.
Quali sarebbero le differenze fra la musica astratta e quella commerciale: sa che quando si parla di musica elettronica generalmente si tende a pensare a un tipo di ascolto “facile”?
Quella commerciale presenta un tema e una melodia riconoscibili. Nella musica elettroacustica contemporanea, tutto questo non lo troviamo: l’atonalità, la dodecafonia e la serialità sono gli elementi peculiari, e soprattutto la forte componente timbrica. Insomma le innovazioni che John Cage fece per la musica seria, o meglio cosiddetta seria. La musica che io scrivo è musica acusmatica.
Cosa sarebbe esattamente?
E’ un tipo di musica, che si basa sulla tecnologia e l’audio multi-canale: l’audio immersivo dove l’ascoltatore è “riempito” di suoni avvolgenti. Vi è una spazialità orizzontale e verticale del suono. Questo grazie a tecnologie come L-ISA, programmata per questo tipo di fruizione acustica. Il suono non viene ricondotto a un unico strumento, dunque un suono puro. Il mio esame di laurea, oltre la tesi da me redatta sulla stereofonia, prevedeva la realizzazione di un brano. Io ne ho portato uno di questo tipo.
Non corra, alla sua tesi di laurea ci arriviamo dopo. Non pensa che oggi ci siano troppi musicisti improvvisati: ossia la passione senza l’istruzione non crea solo dei dilettanti?
Dilettanti non è il termine che sceglierei. Abbiamo in tutto il mondo grandi artisti che producono e suonano la propria musica senza avere alle spalle una preparazione accademica. Il linguaggio musicale è sempre lo stesso, è importante cosa si dice. Lo studio può affinare il gusto che è quello che fa la differenza.
Va bene, Mauro Sciuto vuole essere diplomatico. So che il pezzo da lei scritto in occasione della tesi ha ricevuto una menzione per il “Premio delle arti” marzo 2025. Però, il suo primo singolo non è che si possa definire, esattamente, musica astratta!?
Sì ho ricevuto la segnalazione proprio dal mio professore. “Paradise” è un brano commerciale; e non ho scritto un brano sperimentale poiché non si sa bene dove si va a finire. Poi è il mio esordio, quindi…
Giosuè Consoli