La Sicilia, nota per i patrimoni materiali e immateriali, anche Unesco, si rivela una vera Wunderkammer a cielo aperto. È, invero, custode di molti Tesori dell’Umanità. Tra le meraviglie inventariate, sussistono quelle boschive. Si parla, così, di patrimoni afferenti alla Natura, bisognosi di tutela. Queste bellezze si connotano ‘come metro’ per creare mobilità turistiche d’eccellenza.
In tutto ciò, la Sicilia appare come il luogo più idoneo dove far convergere le rotte di leisure. Inoltre, visualizzando una cartografia sulla Sicilia, è possibile individuare il Parco delle Madonie quale destinazione da inserire nel palinsesto delle vacanze.
Anche dal passato giungono memorie documentarie sulle Madonie, affidate nientedimeno che al geografo arabo Al Idrisi, al servizio di re Ruggero II, nella Sicilia del XII secolo. Al Idrisi, illo tempore, descrive l’isola nei suoi vari aspetti e nelle sue varie zone, comprese le Madonie “…dall’ampia striscia montuosa che attraversa il ventre della Sicilia”. Egli elogia questi monti, queste contrade. Elogia in una parola le Madonie: “Giardino botanico del Mediterraneo”!
Così, al fine di avere cognizioni più minuziose sulle Madonie e su eventuali itinerari del Parco, abbiamo intervistato un eminente studioso, esperto dell’area: il prof. Rosario Schicchi, attuale direttore dell’Orto Botanico di Palermo.
Qual è il livello di tutela delle aree naturali, anche in ambito normativo?
La stagione di Parchi e Riserve naturali in Sicilia esordisce con la legge regionale n.98/1981. Legge d’avanguardia che norma l’istituzione di parchi e riserve nell’isola e diviene, poi, meccanismo propulsore per individuare e delimitare le aree a vocazione naturalistica. Secondo decretazioni regionali, alla voce istituzione di enti parco, si rilevano il Parco dell’Etna, quello delle Madonie e dei Nebrodi. Segue, poi, l’istituzione del Parco Fluviale dell’Alcantara e, in ultimo, quello dei Monti Sicani, più volte istituito e destituito.
Cosa ci dice riguardo alla sua conformazione?
Il Parco, auspicato dalle popolazioni locali sin dagli anni ’30 del ‘900, vede la luce il 9 novembre del 1989. Numerose testimonianze del tempo, anche giornalistiche, forniscono notizie sull’istituzione del Parco nazionale delle Madonie, a salvaguardia di un territorio tra i più ricchi di biodiversità nel Mediterraneo. La sua area comprende 15 Comuni: Caltavuturo, Castelbuono, Castellana Sicula, Cefalù, Collesano, Geraci Siculo, Gratteri, Isnello, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Polizzi Generosa, Pollina, San Mauro Castelverde, Scillato e Sclafani Bagni.
Il Parco confina a Nord con il Mar Tirreno, a Est con il Fiume Pollina, a Ovest con il Fiume Imera Settentrionale e a Sud con la strada statale 120, direzione Madonie – Etna. Oltre alla copiosa biodiversità, l’ulteriore valore aggiunto del parco è rappresentato dalla pregevole geologia: peculiarità valevole per l’inserimento del Parco nella rete dei Geo-parchi Unesco. Così, il Parco delle Madonie è rilevante anche per la sua ‘geo-diversità’.
La superficie del Parco, in parte collinare e montana, è suddivisa nelle classiche quattro zone. Ossia: la zona di riserva integrale, che racchiude il cuore del parco o parte centrale del massiccio carbonatico; segue, poi, la zona di riserva generale, tangente alla zona di riserva integrale; la zona di protezione detta C, che individua le aree a supporto della fruizione del parco; infine, si trova la zona D o di controllo, a prevalenza agricola. Quest’ultima parte si definisce zona cuscinetto a protezione di valori biologici e geologici del parco. Inoltre, le Madonie, in 40 mila ettari di territorio, hanno più specie vegetali di intere nazioni; ad esempio, hanno più specie di Finlandia, Svezia e Norvegia, che risultano territorialmente più grandi dell’Italia!
Quali consigli si possono dare a chi vuole immergersi nella natura del Parco? In più, prof. Schicchi può fare un esempio di itinerario turistico per l’imminente periodo estivo?
Una proposta di fruizione turistica, nel tempo corrente, si orienta verso scelte etiche e risvolti salutari. La montagna deve viversi in maniera consapevole e moderna. In realtà, la montagna è il ‘nostro capitale’ da proteggere e salvaguardare, pertanto, non bisogna mai intaccare l’originario ‘capitale Natura’.
Riguardo alle peculiarità del territorio, il pensiero corre ai frassineti da manna di Castelbuono e Pollina. In particolare, la manna è quel liquido che si ottiene dall’incisione della corteccia del frassino nel periodo di luglio e agosto che, cristallizzandosi, diventa una sorta di stalattite di color bianco candido.
La manna, inoltre, non è semplicemente una produzione fine a se stessa che giova, tra le altre cose, a svariate cure terapiche, bensì diviene momento attrattivo e di loisir per escursionisti e turisti in genere. Infatti un visitatore, che viene a vedere un frassineto inciso, non assiste soltanto all’atto dell’incisione, ma gode dell’intero contesto che include calura estiva frammista alla visione arsa della terra e all’echeggiare del suono fragoroso delle cicale. Ecco, tutto ciò fa partecipare l’astante ad un prodigioso evento della natura, che si tramuta in poesia del paesaggio …
Via dei Frati, pellegrinaggio esperienziale
Glossando, poi, sull’idea che i Parchi sono gemme del Creato, un esempio di itinerario è rappresentato dalle “Vie sacre di Sicilia” e, nello specifico, dalla “Via dei Frati”. Questo percorso si snoda da Caltanissetta sino a Cefalù, lungo circa 170 km. Un “Cammino” che diviene pellegrinaggio esperienziale ed emozionale, da compiere passo dopo passo e “con cuore”, alla scoperta di bellezza e religiosità offerte dal paesaggio e dai luoghi di fede. In particolare, si consiglia di effettuare almeno il tratto conclusivo di questo percorso, ossia, quello che parte da Castelbuono e porta a Cefalù, città prospiciente il mare (25,91 km).
Le tappe intermedie del pellegrinaggio, raggiungibili attraverso regie trazzere, sono Isnello e Gibilmanna, nota per il suo Santuario. Si invita, dunque, ad elevare i gradi del benessere fisico, mentale e spirituale. A seguire, un ulteriore avamposto locale è riservato alla cucina tipica di questi luoghi, legata ad un’autentica saggezza contadina e, in particolare, a prodotti autoctoni del comparto agro-alimentare.
Infine (ci permettiamo di aggiungere), fruire di ambienti naturali significa regalarsi benessere psicologico e fisico! Percorrere un sentiero equivale a fare un pieno di salute.
In Giappone, ad esempio, si parla di “bagni in foresta”. È scientificamente provato che, nell’attraversare un sentiero, si respirano ossigeno e terpeni liberati dalle piante, favorenti il rilascio di serotonina, ormone del buon umore. Così, fruire del Parco significa riappropriarsi di equilibrio fisico e mentale e tracciare il sentiero di una neo filosofia, secondo cui il “parco è ben-essere”.
Luisa Trovato