La giornalista Rai Lidia Tilotta, vincitrice per la saggistica. “Lacrime di sale” testimonia la dolorosa realtà dei migranti. Racconta i fatti in modo chiaro e coinvolgente, lasciando trasparire immediatamente la sua voglia di testimoniare le vicende e le diverse storie di uomini, donne, bambini che hanno lottato e lottano, quotidianamente, per la vita.
Premio Brancati Zafferana / La giornalista Rai Lidia Tilotta, vincitrice per la saggistica: “Lacrime di sale” testimonia la dolorosa realtà dei migranti
Le parole di Lidia Tilotta, giornalista Rai, periodicamente inviata a Lampedusa, una terra di confine testimone di tanti drammi, ma anche di tanta solidarietà nei confronti dei migranti, sono cariche di significato, mentre ci descrive il contenuto del libro “Lacrime di sale” (edito da Mondadori), che ha realizzato con Pietro Bartolo. Quest’ultimo, medico di Lampedusa, da anni è in prima linea nel dare soccorso a chi giunge sulle coste siciliane in cerca di salvezza.
Il libro è vincitore, per la sezione riservata alla saggistica, del Premio Letterario “Vitaliano Brancati” di Zafferana Etnea, la cui quarantottesima edizione si è conclusa con la premiazione lo scorso sabato trenta settembre. Per le altre categorie, ovvero narrativa e poesia, sono stati premiati rispettivamente Mauro Covacich, autore de “La città interiore” (ed. La Nave di Teseo) e Maria Attanasio, con “Blu della Cancellazione” (ed. La Vita Felice). Il riconoscimento per la sezione giovani è andato a Giulia Caminito per la sua opera “La grande A” (ed. Giunti).
Per meglio comprendere l’opera premiata abbiamo rivolto alcune domande alla giornalista Lidia Tilotta, che si è dimostrata subito disponibile.
– Com’è nata l’idea di realizzare il libro “Lacrime di sale”?
L’idea di realizzare il libro è arrivata nel 2014, durante le celebrazioni del primo anniversario della strage del tre ottobre 2013. Ho realizzato un’intervista per la nostra trasmissione Mediterraneo davanti alle fotografie ritraenti la tragedia, tutte esposte al Poliambulatorio che Pietro dirige. Davanti a quelle foto, al suo emozionante racconto, gli chiesi di scrivere insieme un libro, perché avevo l’esigenza di raccontare in maniera diversa quelle storie, di poter dare un nome, un volto a quelle persone. Gliel’ho chiesto e lui, dopo un po’ di tempo, ha deciso di dare questa testimonianza insieme con me. Abbiamo, però, scelto di inserire anche la sua storia, per mettere sullo stesso piano le cose.
La giornalista Rai Lidia Tilotta, vincitrice per la saggistica: “Lacrime di sale” testimonia la dolorosa realtà dei migranti: Cosa significa “Lacrime di sale”?
Il titolo è stato scelto da Pietro. Suo padre era un pescatore e continuava ad andare a pesca anche quand’era più avanti con gli anni e, di conseguenza, con grande difficoltà. Da qui le lacrime di dolore, come quelle che rigano i volti dei migranti, delle persone giunte da noi perché scappano dalla fame e dalla guerra, dopo aver affrontato il viaggio con sofferenze di tutti i tipi.
– Quanto è difficile realizzare un’opera di saggistica?
In realtà la nostra è un’opera un po’ anomala, perché è scritta come un racconto in prima persona da parte di Pietro Bartolo, che intreccia la sua storia personale con quelle dei profughi. L’opera ha uno stile che non è proprio un saggio, però viene considerato lo stesso tale per il tema che affronta.
– Questo libro, dunque, può definirsi una testimonianza di una delicata e difficile realtà?
Realizzando questo libro abbiamo voluto creare uno strumento con il quale andiamo in giro nelle scuole a confrontarci con i ragazzi. Quando lo presentiamo, con l’ausilio di video inerenti l’argomento, gli studenti si mostrano sconvolti, giacché non pensano fosse così la situazione. È importante capire che ognuno deve fare la propria parte nel contesto sociale. In ciò, hanno un ruolo importante i giovani, con un atteggiamento diverso nei confronti di queste persone che, magari, si incontrano per strada, immedesimandosi in loro, anche coetanei, confrontandosi a livello culturale.
Un’opera a quattro mani, quindi, che si caratterizza per il sapiente connubio tra il valore letterario insito in sé e il compito di testimoniare difficili esperienze di vita, inducendo così il lettore ad una seria e complessa riflessione.
Rita Messina