Lo chef Alessandro Cassaro, nato a Giessen, in Germania, classe 1975, è una stella del panorama gastronomico e culinario italiano e non solo. Senza dubbio è dall’amore per il gusto e per il cibo che nasce la sua passione per la cucina. Ma soprattutto il fatto di avere una madre siciliana lo spinge a promuovere il made in Italy nel Canton Ticino.
Una passione che si alimenta di tradizioni, di curiosità, conoscenza e innovazione lungo un percorso complesso e faticoso.
Scoprendo prima i sapori di casa e le ricette di famiglia, Alessandro Cassaro si dedica a specifici studi, a conoscere grandi chef e imparare il “mestiere”. Un periodo di studio durato vent’anni in cui apprende la tecnica e la manualità, necessarie tra i fornelli. Per poi dedicarsi alla sperimentazione e alla personalizzazione di ricette culinarie.
Alessandro Cassaro è anche presidente della Federazione italiana cuochi – Delegazione Svizzera. Gli abbiamo posto qualche domanda.
Il primo sapore che ricorda?
Le patate fritte di mia madre: ho una memoria molto selettiva.
Cosa ha imparato?
Per fare strada non puoi fare affidamento sul giudizio che hai di te stesso. Si deve avere l’umiltà di chiedere a chi ne sa di più: «Sono bravo o no?», e solo dopo pensare a quello che potrai diventare.
Una cena perfetta per sedurre?
Se sapessi qual’ è, non glielo direi.
Come si può definire la sua cucina?
Una cucina che non si può definire vecchia o nuova, moderna o classica, ma che rispecchia una passione sana e profonda. Così come la musica tocca tutti i generi ed è amata dagli intenditori, cerco di inventare e far vivere in Svizzera, i sapori del Made in Italy.
Come nasce Cuochi Svizzeri?
E’ un’associazione di utilità sociale, senza fini di lucro, che si propone di promuovere una migliore qualità di vita degli associati attraverso il miglioramento e l’intensificazione dei rapporti sociali e culturali tra gli associati stessi. E’ stata costituita a Muralto nel 2012 su iniziativa mia e di un gruppo di cuochi che desiderano, attraverso l’associazione, inoltrare la conoscenza e la divulgazione dell`arte culinaria. L’associazione, inoltre, può promuovere serate in beneficenza per una raccolta di fondi destinati a coloro che necessitano di aiuti umanitari e sulle malattie rare, e tanto altro.
Quali sono le finalità dell’Associazione?
Rivalutazione della categoria ristorazione attraverso momenti di incontro e confronto con condivisione di esperienze. Per essere operatori sempre all`avanguardia, per migliorare il modo di lavoro ed essere sempre al passo con le nuove tendenze. Sperando di riuscire a soddisfare le aspettative di una clientela sempre più diversificata ed esigente. Aggregazione di cuochi professionisti, aspiranti e soci sostenitori per la crescita collettiva della categoria e per restituire il giusto pregio ad un settore che da sempre è stato un punto forte della nostra economia.
Dice di aver creato anche un marchio, come si chiama?
Ristorante d’Autore o Pizza d`Autore è un marchio creato dall’`Associazione culturale Cuochi Svizzeri che ha come obiettivo quello di far emergere le realtà della ristorazione con un marchio di notorietà e distinzione che certifica l’utilizzo degli ingredienti della tradizione italiana. Per certificare l’alta qualità delle pietanze culinarie offerte ai clienti, i ristoranti classici, tipici o etnici e le pizzerie che rispecchiano i requisiti richiesti per meritare il riconoscimento, possono ottenere ed esporre la propria targa: Ristorante d’Autore o Pizza d`Autore che rappresenta un’importante riconoscimento di prestigio.
E’ stato facile affermarsi come chef in Svizzera?
Il cav. della Repubblica Adriano Tallarini, è una vera istituzione a Berna. Benché ultra novantenne, con estrema lucidità ha raccontato a noi cuochi i tempi di quando la cucina italiana in Svizzera era ben lontana dall’essere apprezzata come oggi. È stato proprio il benemerito Tallarini, il pioniere dei cuochi italiani in Svizzera, a dare la spinta decisiva alla ristorazione italiana. Un vero esempio per noi tutti, portatore di tradizione e sapori del Belpaese. Ora tocca a noi, cuochi di un’altra generazione, il compito di continuare il suo operato.
Giusy Giacone