Intervista / Mons. Raspanti: “Gli Oratori come luoghi di vita e laboratori di talenti”

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Sottoscrizione Protocollo d'ìntesa sugli oratori

“Cari amici, siete fortunati perché nelle vostre parrocchie ci sono gli oratori, un grande dono della Diocesi di Milano. L’oratorio, come dice la parola, è un luogo dove si prega, ma pure dove si sta insieme nella gioia della fede. Si fa catechesi, si gioca, si organizzano attività di servizio e d’altro genere, si impara a vivere, direi. Ogni età è matura per Cristo (De virginitate)”.
Parole proferite da Papa Benedetto XVI allo stadio di San Siro in occasione della visita pastorale all’Arcidiocesi di Milano del giugno 2012. Che ancor oggi, a quasi due secoli dall’intuizione di San Giovanni Bosco, riaffermano la funzione preziosa degli oratori per la maturazione dei giovani nella fede e più in generale nella socialità.

Il destro per una riflessione sulle prerogative di uno strumento così edificante per la crescita dei nostri ragazzi, ci viene offerto dalla recente sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra l’assessore regionale alla Famiglia e alle Politiche sociali, Nuccia Albano, e il presidente della Conferenza Episcopale Siciliana, monsignor Antonino Raspanti.
Accordo preordinato alla realizzazione di concrete sinergie d’intervento tra i due enti. Abbiamo chiesto di illustrarcele, al presidente della Cesi e vescovo della diocesi di Acireale, mons. Raspanti.Protocollo d'intesa sugli oratori

Mons Raspanti, da quali esigenze e intenti comuni all’ente regionale promana questa mirabile iniziativa volta a sostenere e rafforzare il ruolo educativo degli oratori?

Le esigenze e gli intenti comuni per il sostegno agli oratori della nostra Sicilia da parte dell’Istituzione regionale e della Cesi, riguardano chiaramente la natura sociale ed educativa intrinseca degli stessi oratori. San Giovanni Bosco soleva infatti affermare che l’impegno verso i giovani doveva portare questi a essere “buoni cristiani e onesti cittadini”. Dunque, con tali provvedimenti, ancora una volta si va a riconoscere il grande e importante valore educativo e civico degli oratori, come strumento territoriale centrale per la crescita, lo sviluppo e la maturazione delle giovani generazioni. Ahimè, il più delle volte smarrite e senza alcun punto di riferimento.

Sul piano attuativo l’intesa prevede la costituzione di un gruppo di lavoro permanente, composto da tre membri per la Regione Siciliana e tre per la Cesi. Quali le competenze e finalità più rilevanti di questa commissione paritetica?

Certamente si richiedono competenze che riguardano l’ambito sociologico, pedagogico, psicologico, formativo/educativo e ovviamente anche spirituale. Vi è pure il bisogno, altresì, di un aspetto analitico. E’ infatti fondamentale avviare uno studio e un’attenta osservazione delle realtà già esistenti, andando alla scoperta dei punti di forza e delle esigenze presenti nei diversi territori dell’ampio spettro siciliano; cercando così di avvalorare e di stimolare dei rinnovati processi formativi (in accordo con gli uffici regionali di entrambe gli enti) per una maggiore crescita e un maggiore input innovativo degli oratori già esistenti. Ma ancor di più per l’auspicabile nascita di nuove realtà oratoriane proprio all’interno delle Diocesi Siciliane.

Papa Benedetto XVI
Papa Benedetto XVI

E’ communis opinio che all’inquietante disagio e disorientamento dei giovani, così dilagante nella società fluida del terzo millennio, abbia all’inizio in qualche modo concorso pure la crisi degli oratori. Quali prospettive di un progressivo recupero della loro funzione educativa ci è dato oggi di poter prefigurare?

Ad oggi è chiaro che esistono ormai luoghi diversi di aggregazione e di incontro per i ragazzi e i giovani. Sembra proprio che per incontrarsi non abbiano più bisogno di recarsi in un oratorio, in una parrocchia o per giunta in una piazza. Sì, perché ormai viviamo in un tempo e in luoghi in cui tutto è fluido e digitale. Credo profondamente che proprio per questo motivo, anzi a maggior ragione, bisogna provare a presentare alle giovani generazioni dei punti di riferimento saldi, stabili e autentici.

Fare loro una proposta innovativa, attraente e coinvolgente, che quindi è sempre vecchia e sempre nuova: “Oratorio come luogo di vita e laboratorio di talenti”. Non dimenticandoci mai che, come diceva don Bosco: “se vogliamo che i giovani amino ciò che amiamo noi, noi dobbiamo prima amare ciò che amano loro!”. Non c’è verità più profonda di questa, per entrare nel cuore di un ragazzo. Per poterlo poi ascoltare e accompagnare nella sua crescita umana e spirituale. Ecco l’oratorio, ponte fra la strada e la chiesa, impegno nella società e nel mondo.

Papa Benedetto XVI ha ricordato il ruolo degli oratori, quale luogo di preghiera e di crescita in senso lato nella fede. In tale ottica quale suggerimento può trarsi per i parroci, nel loro diuturno apostolato, quasi di trincea, rivolto ai giovani?

Il suggerimento che mi sento di offrire è quello di non perdersi mai d’animo e di provarci e riprovarci sempre. Anche quando sembra che il lavoro fatto non sia giovato a nulla o che i giovani siano distratti e distanti. Perché è a suo tempo che invece si vedranno i frutti, nonostante il terreno su cui si è seminato sembra essere molto arido. Ma noi in fondo sappiamo bene che così non è. Non dimentichiamo mai il metodo educativo della Prevenzione di San Giovanni Bosco: meglio prevenire, non tirandosi mai indietro nell’educazione dei ragazzi. Bisogna fare piccole cose con impegno, dedizione e convinzione; puntando però sempre ai grandi valori e obiettivi che vogliamo trasmettere e raggiungere. Buon lavoro con e per i nostri cari giovani!

Ringraziando mons. Raspanti per i suoi illuminanti spunti di approfondimento, rievochiamo il quanto mai attuale invito di Benedetto XVI: ”Siate frequentatori assidui del vostro oratorio, per maturare sempre più nella conoscenza e nella sequela del Signore ”.

                                                                         Giuseppe Longo