Intervista / Margherita Ferro, consigliera di Parità: “Difficile attuare le leggi sulla parità tra uomini e donne”

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Abbiamo incontrato la professoressa Margherita Ferro che, dal dicembre 2018, è consigliera di Parità per la regione Sicilia.
Dottoressa Ferro, da molti anni lei, prima nella politica attiva e ora nell’importante ruolo di consigliera di Parità, combatte affinché le donne abbiano non privilegi ma pari opportunità nella vita privata, lavorativa, sociale…
Pensare alle donne e al loro inserimento sociale e lavorativo dovrebbe essere uno degli impegni principali di qualsiasi persona che si avvicini al mondo della politica, cioè che si batta per risolvere  le problematiche della società. Da donna, poi, sento più forte l’impegno.
Ma le pari opportunità e le politiche di genere, non sono pensate ad esclusivo vantaggio delle donne. Che le donne c’entrino non vi è dubbio, ma le pari opportunità hanno un orizzonte più ampio e sono misure destinate a superare l’eterno divario tra donne e uomini, presente ancora oggi nella nostra società. Questo non vuol certamente dire che non esistano leggi adeguate, il problema è la difficoltà, tuttora presente, nel metterle in atto.

Il suo ruolo, così importante nel mondo del lavoro, in cosa consiste?
Il ruolo della Consigliera di Parità è quello di intraprendere iniziative ai fini del rispetto del principio di non discriminazione e di promozione di pari opportunità per lavoratrici e lavoratori, svolgendo in particolare alcuni compiti, come rilevare le situazioni di squilibrio di genere per svolgere funzioni promozionali e di garanzia contro le discriminazioni e promuovere i progetti di azioni positive, anche attraverso l’individuazione delle risorse comunitarie, nazionali e locali, e sostenere le politiche attive del lavoro, comprese quelle formative, sotto il profilo della promozione e della realizzazione di pari opportunità. Inoltre, sensibilizza i datori di lavoro (pubblici e privati) al tema della conciliazione vita privata-lavoro, anche promuovendo progetti e piani di azioni positivi e, naturalmente, privilegiando la promozione dell’occupazione femminile.

I politici come percepiscono questo ruolo, necessario o solo di routine?
La diffidenza che si può provare a primo impatto, scompare nel momento in cui si assiste all’impegno e alla dedizione affinché in ogni ambito nessuno, apparentemente debole, donna o uomo, possa essere schiacciato o emarginato da un sistema che volge solamente al profitto, anche mettendo da parte le esigenze o le debolezze umane. Quindi lo ritengono un ruolo necessario.

Nelle sue mansioni rientrano anche le attenzioni verso  le persone che non si sentono di appartenere ad una sessualità di origine?
Certamente, queste persone, anzi, possono essere ancora più emarginate rispetto ad una donna perché ancora vittime di preconcetti e quindi da tutelare.

Quali sono i casi più frequenti?
I casi più frequenti, purtroppo, riguardano eventi legati alla maternità, come ad esempio il demansionamento al rientro, cambio di sede, mancato riconoscimento di tutele, magari per scoraggiare la lavoratrice ed indurla alla risoluzione del rapporto di lavoro; oppure diniego da parte del lavoro a richieste di part-time a lavoratrici con difficoltà a conciliare lavoro e famiglia. Negli ultimi anni stanno diventando sempre più diffuse le segnalazioni per casi molesti e molestie sessuali sul luogo di lavoro (anche se non si arriva facilmente alla denuncia di tali comportamenti).

Cosa prova in una donna un disagio del genere nel lavoro?
Le situazioni lavorative di grave disagio diventano causa di stress e di prostrazione profonda da parte della lavoratrice e vanno, quasi sempre, ad incidere sia sulla sua vita lavorativa, oltre che su quella personale, familiare e di relazione.

Non ho voluto riportare un suo breve curriculum, sarei stata, sicuramente, imprecisa. Lo può fare lei?
Una sintesi della propria formazione è sempre imbarazzante ed imprecisa. Come tutti parto con un diploma passando poi ai vari titoli che mi sono serviti per accedere all’insegnamento di Storia delle Religioni nelle scuole superiori, cioè il Magistero in Scienze Religiose. Nel tempo, però, grazie anche al mio iniziale impegno come consigliere comunale ad Acicatena, ho sentito la necessità, man mano che il mio impegno politico andava avanti (sono stata assessore provinciale, commissario liquidatore società partecipate della Regione Sicilia; Società Terme di Acireale Spa, attualmente consigliera di Parità) di rendermi più partecipe e più edotta nell’espletare il mio impegno continuando i miei studi con una laurea in Giurisprudenza e diversi Master. Come in tutte le cose una cosa chiama l’altra. E’ chiaro che approfondire le conoscenze mi ha aiutato molto nello svolgere il mio impegno politico.

Mariella Di Mauro

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