Intervista / Maria Grazia Leone, segretario etneo PD: “Tante volte ci hanno dato per morti e si sono ricreduti”

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maria grazia leone

Un’intervista ad ampio raggio, da parte del nostro Carmelo Lombardo, a Maria Grazia Leone, segretaria del Partito democratico etneo. Eletta lo scorso dicembre per la segretaria provinciale del partito, punta adesso la sfida per le Amministrative che vede impegnata Catania insieme a diversi Comuni dell’hinterland. Il PD ha il compito di risalire la china specie nei territori, dopo le sconfitte alle elezioni Politiche e Regionali dello scorso settembre.

Intervista a Maria Grazia Leone, segretaria del Partito democratico etneo

Maria Grazia Leone si dice pronta a giocare la partita. Classe 1985, la neosegretaria dem ha una storia di politica e militanza nel centrosinistra, iniziata a 16 anni nella Sinistra giovanile. Percorso che l’ha portata a ricoprire il ruolo di consigliera comunale e di assessora fino al 2018, accanto a Santo Caruso, sindaco della sua Aci Sant’Antonio. Prima di essere segretaria, è stata responsabile del regionale del Dipartimento diritti del Pd. Parla di appartenenza, cita Gaber e rivendica la capacità del Pd di rinascere. Oltre a cercare di individuare un’altra figura su Catania dopo il dietrofront di Emiliano Abramo. Leone non si sbilancia su Acireale e Aci S. Antonio, comuni su cui il Pd sta ragionando sul da farsi: “ci batteremo per le periferie fisiche ed esistenziali, per chi non ce la fa”.

Intervista a Maria Grazia Leone, segretaria del Partito democratico etneo
Si è insediata da poco alla guida della segreteria provinciale del Pd e subito molti Comuni del Catanese andranno al voto. Una prova importante..

Le amministrative sono un punto di partenza per provare a ricostruire il Partito e a riannodare i fili della nostra comunità, provando a recuperare quello che è possibile recuperare. Sono stata eletta segretaria tre mesi fa. Faremo il possibile per ripartire, ma sarebbe assurdo pensare di avere la bacchetta magica, dimenticando le debolezze e le contraddizioni di questi anni, che ci hanno portato alla sconfitta nazionale e regionale del 25 settembre. Ci hanno dato per spacciati tante volte e tante volte si sono dovuti ricredere. Questa volta più che mai. È iniziata una nuova stagione, lentamente ma inesorabilmente.

Come ha visto l’elezione di Elly Schlein alla segreteria nazionale?

L’elezione di Elly Schlein ci dice a chiare lettere che c’è voglia di partecipare e di impegno, la gente ci chiede di tornare ad essere i protagonisti, di guidare il fronte dell’opposizione. La nostra comunità ci chiede parole nette e chiarezza di prospettive. Non c’è soltanto lo straordinario risultato ottenuto ai gazebo il 26 febbraio, ma anche gli oltre 7500 nuovi iscritti al Pd in solo tre giorni che fanno ben sperare. Diritti sociali, diritti civili e ambiente, scuola pubblica, sanità pubblica, lotta al lavoro povero, sono i capisaldi sui quali costruire non solo un Pd rinnovato ma un fronte progressista veramente alternativo alla destra reazionaria che governa il Paese.

intervista

Spesso si sente dire che l’appartenenza a un partito, in occasione delle elezioni comunali, non conti. Eppure, le amministrazioni locali sarebbero l’espressione politica diretta più vicina al cittadino. Non pensa che è proprio nei territori che nasce la militanza politica?

Certamente, la mia storia, come molte altre nel suo piccolo, ne è un chiaro esempio. Spero che le amministrative ci diano la possibilità di aggregare tanti giovani e tante persone che si erano allontanate dalla politica e dalle urne. Lei parla di appartenenza la ringrazio per questo. L’appartenenza è avere gli altri dentro di sé (dice Gaber e ripeto sempre io) e della mia appartenenza ho fatto un punto fermo e inamovibile nella mia vita. Molto spesso l’ho pagata e la continuerò a pagare ma ne resto felice e fieramente convinta.

Intervista a Maria Grazia Leone, segretaria del Partito democratico etneo
Emiliano Abramo ha rinunciato alla sua candidatura a Catania, dove avete espresso la vostra scelta insieme al Movimento Cinque Stelle. Crede che il futuro dell’area progressista, anche a livello locale, sia insieme al Movimento?

L’area progressista si costruisce passo dopo passo, sulla base di programmi comuni che siano realmente alternativi allo stato presente delle cose. Ogni territorio ha una sua peculiarità e una sua storia, questo aspetto non può essere trascurato. In ogni territorio c’è il vissuto dei suoi rappresentati, le battaglie che li hanno uniti o divisi, i risultati che hanno ottenuto o perduto in questi anni, non possiamo non dare ai militanti e ai circoli il necessario protagonismo e il giusto riconoscimento.

A loro tocca esplicitare volontà, intenzioni e compattezza, al provinciale verificare la compatibilità dei perimetri. Non credo a soluzioni calate dall’alto. La nuova segreteria del Pd, che ho l’onore di guidare, ha come primo obiettivo – sempre – quello della ricomposizione, restituire vitalità ai circoli e rinnovata unità.

In alcuni Comuni il simbolo del Pd, al momento, non si vede: un caso su tutti è Aci Sant’Antonio, Comune dove è nata politicamente e dove il Partito democratico ha issato la sua bandiera per anni. In altri centri, alcuni militanti del Pd o movimenti afferenti al centrosinistra compaiono accanto a pezzi di centrodestra. Come mai?

Dove batte il cuore, si sa, fa sempre più male. Sono troppo coinvolta per non essere costretta a prendere le distanze. Aci Sant’Antonio è casa, famiglia, formazione, storia personale, amici e compagni di tutta una vita. Quintino Rocca (coordinatore del circolo santantonese Pd, ndr) sta reggendo sulle sue spalle il peso di una partita elettorale molto complicata, incredibilmente frammentata, cosa che testimonia la disgregazione di quasi tutte le formazioni politiche. Sono ore intense, di scelte difficili, lì come in tutti gli altri comuni che vanno al voto.

Ad Acireale il Patito democratico andrà da solo o con Roberto Barbagallo? L’ex sindaco ha una condanna in primo grado e rischia di dover rinunciare al suo incarico per effetto della Severino. I dem etnei giudicano diversamente la vicenda rispetto a quella che ha riguardato l’ex sindaco di Catania Salvo Pogliese, decaduto dopo la condanna in primo grado?

Il circolo di Acireale si sta confrontando, incontri partecipati, un bellissimo confronto fra compagni storici, amici di sempre e volti nuovi che desiderano partecipare a questa tornata elettorale. Presto scioglieranno le riserve. Per Acireale vale la regola che ho già accennato per gli altri comuni chiamati alle urne.

Cosa significa essere di centrosinistra nel 2023? Spesso il termine viene abusato.

Credo che significhi lottare contro qualunque forma di disuguaglianza che sia legata alle condizioni materiali di vita, al genere o all’orientamento sessuale. Credo significhi volere una società più giusta, che si preoccupi di chi non ce la fa, di chi fatica ad arrivare a fine mese, di chi è stanco di cedere alla rassegnazione del “si è fatto sempre così”.

In cosa si differenzieranno, sul territorio Catanese, le scelte del Partito democratico rispetto a quelle degli altri partiti?

Il Partito Democratico si vuole misurare con se stesso. Nel momento di maggiore difficoltà si è saputo mettere in discussione e si è rialzato. Come dicevo prima, hanno celebrato il nostro funerale a giorni alterni, troppe volte. E troppe volte si sono dovuti ricredere. Insieme, compatti, possiamo restituire alla politica il suo senso più alto, possiamo tornare al nostro elettorato, a chi ha perso fiducia nella politica come strumento per cambiare veramente le cose. 

Questo può e vuole fare il PD. E lo vogliamo fare mettendo la dignità della persona, di chi fatica di più, al centro di tutto, partendo dalle periferie fisiche ed esistenziali, offrendo soluzioni che tengano insieme efficienza e solidarietà. Arriveranno risorse importanti e in quella partita si misurerà la differenza di visione, ci batteremo perché quelle risorse divengano cura permanente e investimento, non per chi già sa fare o possiede abbastanza per sé, ma per chi non ha strumenti e non ce la fa.

Carmelo Lombardo