Intervista / Padre Leandro a Valverde: “Seguo il Papa per far diventare la Chiesa la casa di tutti”

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Padre Leandro al primo incontro per i giovani

Padre Leandro Xavier Rodrigues è un giovane agostiniano scalzo

Padre Leandro al primo incontro per i giovani
Padre Leandro al primo incontro per i giovani

giunto dal Brasile nel Santuario di Valverde. La sua vita non sempre è stata semplice, a soli 11 anni ha dovuto affrontare la perdita della mamma, ma Dio non lo ha mai lasciato solo.

Lo abbiamo incontrato per conoscerlo meglio e per farci raccontare la sua vocazione.
«Ho 32 anni, sono nato in una città del Brasile, a Pato Branco, ho una sorella e un fratello che sono stati adottati, mia madre non poteva avere più figli. Da piccolo andavo in chiesa, facevo il chierichetto, giocavo a fare la messa con i miei amici; mia madre  era molto vicina alla Chiesa, forse era anche un sogno suo che io diventassi sacerdote. A 11 anni ho perso mia mamma, aveva un problema al cuore, è stato un periodo difficile, mio fratello aveva ancora tre anni. Sono andato a vivere a casa degli zii, nel frattempo mio padre ha conosciuto una donna e si è sposato. Loro mi hanno incentivato a studiare in un convento dei frati agostiniani. Dico sempre che la nostra vita è nelle mani di Dio, mi è piaciuto tanto andare in convento, nei primi incontri eravamo 150 ragazzi, si giocava, si pregava, si lavorava, si studiava. Quando sono entrato in convento avevo 14 anni, è stata una bella esperienza, ci sono stato due anni. A 18 anni ho preso i voti, poi ho ricevuto la proposta di studiare in Italia; sono stato nelle Marche per due anni e mezzo, ho avuto un po’ di crisi vocazionale ed esistenziale, sono andato a Genova e sono uscito dal convento. In seguito, ho lavorato in una officina metalmeccanica, mentre i miei amici continuavano a studiare in convento e io li andavo a trovare; suonavo in chiesa ogni domenica, loro mi sono stati sempre vicini, mi hanno aiutato e consigliato. Poi mi sono pentito, piangevo, ho capito che, anche se avevo il lavoro, gli amici, i soldi, la macchina, non era questo che mi dava gioia, la mia vita non aveva senso, non volevo essere il cristiano della domenica ma volevo consacrarmi nuovamente a Dio. Sono tornato a Rio de Janeiro, ho ripreso gli studi, ho fatto la facoltà di Teologia, mi sono insediato in una parrocchia, ho fatto esperienza per un anno e sono stato  ordinato diacono e poi sacerdote.
Non sono mai stato in Sicilia prima di adesso, siamo stati accolti bene ­ riferendosi anche a padre Nei e a padre Gelson ­, i siciliani sono molto ospitali. Vogliamo continuare il lavoro seguendo anche i passi di Papa Francesco, far diventare la chiesa la casa di tutti, lavorare con le famiglie, far capire ai giovani che sono molto importanti per la vita della comunità. Abbiamo iniziato a visitare gli anziani, i malati e a benedire le famiglie.
Dio è stato sempre molto presente nella mia vita, ha rispettato le mie scelte, mi ha tenuto per mano, mi ha risollevato; quello che mi ha fatto vivere è servito come esperienza per diventare forte, ho fatto anche tante esperienze bellissime e lo ringrazio per questo».

Graziella De Maria