Intervista / Padre Nei, nuovo parroco del Santuario di Valverde: “Dobbiamo essere accoglienti”

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Lo scorso sei marzo, il vescovo mons. Antonino Raspanti ha conferito la nomina di arciprete parroco del Santuario di padre NeiValverde a padre Nei Marcio Simon, giunto dal Brasile insieme ad altri due agostiniani scalzi, padre Gelson dos Santos Lazarin e padre Leandro Xavier Rodrigues. Abbiamo intervistato padre Nei, successore di padre Salvatore, per conoscere i progetti rivolti alla comunità valverdese.

Ci racconti un po’ di lei, della sua vocazione

«Sono nato nel sud del Brasile, nella zona Paraná,  in un piccolo paese chiamato Palotina, il 26 settembre del 1977. Ho una sorella sposata, ha dei bambini, e un fratello che ancora non è sposato e abita con mamma. Da piccolo è nata la mia vocazione, sono entrato in convento a 14 anni. Quando avevo circa 8 anni, ero in una celebrazione di matrimonio con i miei genitori, ero contento, poi mi è venuta una certa paura, ho chiesto a mio papà come avrei dovuto rispondere al sacerdote quando mi sarei sposato  io, lui mi ha detto di non preoccuparmi, che da adulto avrei saputo rispondere al sacerdote, mi ha anche detto “può darsi che Dio ti chiami per un’altra strada, può darsi che tu non sia chiamato al matrimonio, ma ad esser un sacerdote, un frate”. Mio papà  mi ha aperto la mente e il cuore per pensare anche altre strade. C’era già in me questa vocazione, mio papà mi ha aiutato a pensare, in realtà la chiamata viene da Dio. Dio mi ha chiamato ad essere sacerdote e io l’ho capito con questi segnali e sono andato avanti, sono andato in convento, ho partecipato a degli incontri con altri ragazzi e poi ho fatto il percorso vocazionale. Ritengo importante le parole dei genitori, i miei hanno avuto il coraggio di dire le cose in modo bellissimo».

Lo scorso sei marzo, il vescovo Antonino Raspanti le ha conferito la nomina di arciprete parroco del Santuario di Valverde, quanto è stata grande questa emozione?

«È una responsabilità grande, non mi sentivo la persona più portata per questo incarico ma allo stesso tempo credo nella grazia di Dio. Sono molto contento di questa responsabilità che mi è stata affidata, ho molta gioia nel cuore, mi sono sentito accolto sin dal primo giorno. Ci sono tante cose da fare, ma non sono solo, ci sono padre Gelson e padre Leandro che hanno preso questo incarico con me, padre Cherubino che resta, p.adre Salvatore che ci aiuta in questo periodo, ci sta insegnando tante cose, ci sta facendo capire la realtà».

Cosa bisogna fare per questa comunità? Quale situazione ha trovato?

«Dobbiamo essere accoglienti, il popolo di Valverde ci ha accolto sin dal primo momento. Bisogna aprire le porte della Chiesa e del cuore. Vogliamo incontrare le famiglie dopo Pasqua, andare in ogni casa, vogliamo che tutti sappiano che siamo disponibili. In questo periodo di quaresima abbiamo iniziato a visitare gli ammalati perché non possono uscire da casa e sono in una situazione di grande sofferenza, poi visiteremo tutti. Per i giovani ci stiamo pensando, dobbiamo organizzare qualcosa di continuo, ci vorrà un po’ di tempo per studiare le modalità di questa accoglienza, abbiamo bisogno della collaborazione della gente, da soli non ce faremo.
Quattro giovani di Valverde, con padre Leandro, parteciperanno e rappresenteranno la parrocchia, alla Gmg Cracovia – Giornata mondiale della gioventù -, insieme ai giovani rappresentanti di ogni parrocchia della diocesi. Valverde ha una tradizione, la nostra responsabilità è di curarla, questa è un’altra sfida per noi».

 Ha ricevuto qualche richiesta dai fedeli?

«Aprire il portone del chiostro ai giovani, andare incontro alle famiglie a dare loro la benedizione»

La partecipazione dei giovani valverdesi in chiesa?

«I giovani non si vedono molto, questo non accade solo a Valverde, qualche parrocchia è riuscita ad attirare i ragazzi. Qui non c’è un organizzazione che attiri i giovani per fare attività in chiesa. C’è questa mancanza, anche nelle parrocchie dove c’è questo richiamo, i giovani non sono numerosi. Dobbiamo lavorare con tutti i giovani, per questo dovremmo uscire dalla chiesa per chiamarli».

Pensa che i social network possono aiutare?

«Sicuramente sì, io al momento non sono su Facebook, mi affianco a padre Leandro e a padre Gelson. Anche io entrerò in qualche modo in una di queste reti per dialogare con i giovani. Dobbiamo aiutarli ad usare i social network con equilibrio, senza esagerare. Punteremo sugli incontri di presenza, il cellulare aiuta, ma dobbiamo guardarci negli occhi».

Padre Salvatore verrà trasferito a Marsala. È già previsto quando?

«Il 3 aprile ci sarà la messa di ringraziamento alle 19 per il lavoro che ha fatto in questi 40 anni. Non è gradevole fare questo, però è la realtà, verrà trasferito a Marsala, è una pratica della Chiesa, dell’ Ordine. Il giorno esatto del trasferimento ancora non si sa».

Graziella De Maria

 

 

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