Intervista/ Parla Anna Maria Belfiore coordinatrice degli oratori: “Cambiano i ragazzi, non i valori”

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annaManca ormai poco all’inizio degli oratori invernali nella nostra diocesi; qualche parrocchia ha già dato il via alle attività, qualcun’altra comincia dopo sabato 15 ottobre e attende la conclusione della “Missione giovani”. Abbiamo incontrato Anna Maria Belfiore, coordinatrice diocesana degli oratori, e le abbiamo posto alcune domande per comprendere il valore dell’oratorio stesso, le sue funzioni e quello che è cambiato nel corso degli anni.
-Qual è il valore dell’oratorio? Perché è importante?
«L’oratorio è l’ impegno educativo della parrocchia per la crescita umana e sociale dei nostri ragazzi; è l’impegno di evangelizzazione. L’oratorio è vita, permette di scoprire chi siamo, quale senso dare alla nostra vita e i potenziali che possediamo, è condivisione».
-Affinché un oratorio funzioni bene cosa serve?
«La passione per la parola di Dio, l’incontro con Cristo che diventa impegno e passione educativa per i piccoli affinché anche loro incontrino l’amico che mai li tradirà, l’amore grande. Occorre seguire i metodi educativi dei nostri santi; ragione, religione e amorevolezza di don Bosco, la gioia dirompente di san Filippo Neri, quella gioia che nasce dalla certezza di sentirsi amati e perdonati e di Santa Maddalena di Canossa. Si rendono necessarie l’organizzazione, la formazione, tecniche educative efficaci, l’empatia».
-Come si è preparata la nostra diocesi alla stagione dell’oratorio invernale?
«Facendo un bilancio dell’anno, la nostra diocesi ha avuto come punti forza i frequentati “cantieri di formazione”; per le attività invernali si utilizzerà il sussidio delle Fom; “Scegli il bene“ è lo slogan, siamo pronti a scegliere Cristo come il bene della nostra vita e lo faremo in comunione con tutte le realtà dell’oratorio».
-In termini di bilancio, quale la partecipazione dei bambini allo scorso oratorio estivo?
«Si sono formati nuovi oratori estivi, seppur tra molte difficoltà il raduno ha contato 1275 presenze con 327 animatori e 94 aspiranti, ma ne mancavano. Credo si possa dire che si sono raggiunte almeno 1700 presenze nei vari oratori estivi della diocesi, circa 200 animatori preparati, 220 aspiranti».
-Oratorio a confronto, eri e oggi. Cosa è cambiato?
«Ciò che sta alla base, la passione, la missione, gli obiettivi non sono cambiati; sono cambiati i ragazzi, i mezzi, i tempi, il territorio, si sono aggiunte le tecniche di animazione, le materie sociali e psicologiche, le dinamiche, ma il cuore oratoriano resta sempre uguale perché è il cuore di Giovanni Bosco, Filippo Neri, dei nostri p. Mariano Patanè, mons. Arista, mons. Pulvirenti e di tutti i nostri animatori che si spendono per i piccoli con amore e sacrificio».

Graziella De Maria