Intervista / Pippo Toscano, presidente Avulss:” Portiamo avanti progetti di solidarietà e ascolto”

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dott Pippo Toscano presidente Avulss

L‘Avulss che abbiamo conosciuto in un recente convegno organizzato presso l’ospedale Cannizzaro di Catania, è stata fondata da don Giacomo Luzzietti 45 anni fa ed è arrivata a Catania pochi anni dopo. Oggi conta all’incirca 145 volonatari. L’acronimo sta per Associazione per il Volontariato nelle Unità Locali dei Servizi Socio-Sanitari.

L’Avulss opera presso tutti gli ospedali della città di Catania, in quasi tutti i reparti. Inoltre, opera in rete con altre associazioni presenti sul territorio. Abbiamo chiesto al presidente dell’Associazione, Pippo Toscano di raccontarci qualcosa per conoscere  più da vicino questa realtà, impegnata in molti progetti su tutto il territorio etneo.

Com’è nata l’Avulss? Da quale principio o da quale esigenza?

E’ nata grazie a don Giacomo Luzzietti. Originario di Corinaldo, questo ecclesiastico provò sin da giovane la sofferenza in prima persona perché soffriva di problemi polmonari. Egli divenne presto sacerdote e poi cappellano avendo così la possibilità di espletare il tanto desiderato servizio pastorale. Nel 1985, però, ebbe un ictus cerebrale che lo costrinse al ricovero presso un ospedale milanese. Essendo un cappellano, durante il ricovero, si aspettava di essere trattato con un certo riguardo invece fu trattato male, anzi peggio degli altri.  Appena guarito, decise allora di fondare un’associazione che si occupasse dei degenti ma che sapesse farlo con l’amore e l’accortezza di cui le persone fragili necessitano.locandina Avulss

Avulss è un’associazione libera, autonoma che si ispira dunque ai valori cristiani. I volontari che aderiscono decidono di dedicare parte del proprio tempo al servizio di coloro che si ritrovano a vivere momenti di fragilità come le malattie e i disagi sociali.

Naturalmente sappiamo che ci sono reparti in cui la sofferenza è momentanea, limitata, mentre ci sono reparti di degenza molto lunga e i cui esiti finali sono piuttosto incerti. La nostra presenza serve comunque a dare un supporto, ad offrire un dialogo e non solo ai pazienti ma anche ai familiari.

Dott. Toscano, lei da quanto tempo guida l’Avulss?

Io sono stato eletto tre anni fa e sono il primo presidente uomo della Sicilia, perché fino ad allora a guidare l’associazione c’erano state solo donne.

Quindi la sua elezione ha coinciso, più o meno, con la pandemia. Cosa hanno potuto fare i volontari in tempo di Covid?

Purtroppo, sì. Ho iniziato il mio lavoro con l’AVULSS proprio in concomitanza della pandemia ovvero non potendo tornare negli ospedali e dovendo rispettare le molte limitazioni imposte. Allora mi sono dovuto reinventare ed inventare altre attività che fossero comunque di beneficio ai più deboli ma anche che potessero coinvolgere tutti i nostri 145 volontari.

Come?Rileggendo l’acronimo dell’associazione. Ho capito, infatti, che potevamo focalizzarci sui Servizi Sociali, ad esempio, come portare la spesa alle famiglie bisognose. Al riguardo, abbiamo preso a cuore 17 famiglie della Civita, che seguiamo ormai da tanti anni, con pacchi spesa settimanali e pagando loro qualche bolletta.

Abbiamo anche aiutato due ragazzi a portare a compimento gli studi fino ai 18 anni, pagando per loro a condizione che venissero promossi ogni anno con buoni voti. Questo perché, personalmente, ritengo che giovani tolti dalla strada possano essere di esempio per altri coetanei e di sprono ai genitori.

Abbiamo poi organizzato anche un centro di ascolto telefonico, ovviamente gratuito. Per chi era solo, in difficoltà o per chi semplicemente aveva bisogno di parlare. Ma ci tengo a dire che, i volontari impegnati in questo centro di ascolto sono stati ben preparati con un corso che è durato sei mesi. Ovviamente on line, perché eravamo in tempo di Covid. Ma comunque ben fatto, cosicché gli operatori, molti, diversi, da allora, che cambiano di giorno in giorno, sono operatori specializzati che sanno ascoltare e sanno indirizzare. Alla società di oggi, quello che manca è proprio qualcuno che li ascolti: da chi si lamenta per le lunghe liste di attesa negli ospedali, agli anziani che si sentono soli e abbandonati nelle case di riposo, a chi vuol togliersi la vita. Oggi abbiamo bisogno di sentirci ascoltati.

Cosa fa l’Avulss per i giovani? Avete dei progetti specifici?

Assolutamente si. Personalmente mi occupo di un corso, proprio per i giovani, che insegna loro a parlare in pubblico, insegna a sbloccarsi dalla timidezza e dall’introversione.  Poi abbiamo anche il progetto Biblioteca vivente: ogni quindici, venti giorni, organizziamo un incontro durante il quale uno dei volontari o un amico presenta un libro che l’ha colpito.

Dall’opera vengono estrapolati una frase, un capitolo, qualche racconto, che si leggono insieme e si commentano alla luce del nostro vivere quotidiano. Trattiamo libri di ogni genere: romanzi rosa, polizieschi, narrativa etc etc. L’obiettivo è invogliare alla lettura ed imparare a trarre tesori da questa lettura.

Avete altri progetti in cantiere?

Da recente abbiamo avviato un’iniziativa nelle scuole dove poter parlare di violenza di genere, violenza sulle donne, maltrattamenti in famiglia. Devo dire che l’effetto è stato molto forte ed il riscontro immediato. Da subito, alcuni alunni si sono incoraggiati a svelare sevizie subite da parenti o amici di famiglia. Questi ragazzi hanno trovato qualcuno che li ha saputi ascoltare, che non li ha giudicati e ha saputo proporgli un aiuto psicologico. Questo ha dato loro il coraggio e la forza di parlare dei propri disagi davanti ai compagni.

Anche questo è un gran risultato e ci stimola e ci incita a continuare nella missione che abbiamo abbracciato!

 

Cristiana Zingarino

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