L’Ordine dei giornalisti di Sicilia il 20 e 21 aprile, in collaborazione con Fondazione Taormina Arte, promuove a Taormina una “due giorni” sul tema ” Stati Generali della Parola, dell’Informazione e dell’editoria”.
Al presidente dell’Ordine, dr. Roberto Gueli (in carica dal novembre 2021 e vicedirettore Tgr Rai) abbiamo chiesto alcune impressioni sull’imminente convegno.
Presidente Gueli, gli Stati Generali del Giornalismo in Sicilia, una collocazione non casuale ma frutto di una scelta fortemente voluta, immaginiamo.
Ringrazio per questa domanda. Perché partire dall’elemento della contiguità territoriale e dal fatto che gli Stati generali si svolgono in Sicilia, permette di ricordare. Il primo degli esercizi che in quanto cittadini, prim’ancora che giornalisti, dobbiamo esercitare. L’Ordine dei giornalisti in questi sessanta anni ha attraversato la storia della Repubblica. Con i suoi successi, le sue eccellenze, le sue tragedie e i suoi lati oscuri. Per illuminare la storia di questo Paese, i giornalisti hanno offerto un pesante tributo di sangue. Trentuno colleghi, trentuno di noi, hanno pagato con la vita il loro impegno per raccontare verità nascoste o scomode. Uccisi dalle mafie, dal terrorismo o nei teatri di guerra; uccisi perché testimoni scomodi di conflitti sui campi di battaglia e di guerre non dichiarate, testimoni di stermini, barbarie, atrocità.
Sono Cosimo Cristina, Mauro de Mauro, Giovanni Spampinato, Giuseppe Impastato, Mario Francese, Giuseppe Fava, Mauro Rostagno, Giuseppe Alfano, Mino Pecorelli, Giancarlo Siani, Carlo Casalegno. E ancora, Walter Tobagi, Graziella De Palo, Italo Toni, Almerigo Grilz, Guido Puletti, Marco Luchetta, Alessandro Ota, Dario D’Angelo, Ilaria Alpi, Miran Hrovatin, Marcello Palmisano. Infine, Gabriel Gruener, Antonio Russo, Maria Grazia Cutuli, Raffaele Ciriello, Enzo Baldoni, Fabio Polenghi, Vittorio Arrigoni, Andrea Rocchelli e Simone Camilli.
Giornalisti che toccano nel vivo i sentimenti e le dinamiche che animano le attività dell’Ordine dei giornalisti Sicilia, che li ricorda in una mostra permanente – per l’occasione esposta a Taormina – che ha sede presso la sede siciliana dell’Ordine, in via Bernini a Palermo, un bene confiscato alla mafia.
Scrivere è impegno civile, è responsabilità, è ricerca della verità ad ogni costo per mantenere alto il senso della deontologia professionale. Un esercizio sicuramente complesso ma anche sfidante.
Un esercizio complesso, tanto più che viviamo oggi in un ecosistema digitale che non modifica solo le modalità e i meccanismi del lavoro giornalistico, ma la dimensione stessa delle nostre vite, delle nostre abitudini, dei nostri percorsi di conoscenza e di informazione. Un ecosistema che offre enormi opportunità e rischi mai prima sperimentati. Vediamo con preoccupazione crescere gli effetti distorsivi e il linciaggio digitale – senza difese, senza appello e senza possibilità di ottenere giustizia – che avviene sui social media. E che viene amplificato da algoritmi che alimentano discredito, discriminazioni e linguaggi di odio.
In questo quadro, l’informazione professionale assume una nuova centralità e il giornalista deve avere ancora più attenzione ai propri doveri. Non derogare mai dalla verifica rigorosa delle fonti e attenersi alla continenza nel linguaggio. Avere a cuore l’accuratezza della narrazione e praticare, sempre e comunque, il rispetto per la dignità della persona. Il giornalismo deve ritrovare la dimensione etica del proprio lavoro, quell’orizzonte di valori fondanti basati sulla nostra Costituzione.
E tuttavia dopo sessant’anni l’Ordine dei giornalisti svolge ancora un ruolo fondamentale a tutela dell’informazione professionale in grado di affrontare le sfide del futuro e di offrire un servizio ai cittadini e alla democrazia, avendo come stella polare i principi della nostra Carta Costituzionale e l’articolo 21 che sancisce il diritto e la libertà di informare e di essere informati.
Presidente Gueli, da questi Stati Generali uscirà una ricetta da esportare a livello nazionale, di innovazione, di crescita per una professione che è chiamata ad evolversi stando al passo con i tempi e le nuove tecnologie?
È quello che auspichiamo. Si avverte sempre più la necessità di un giornalismo responsabile e al passo con i tempi. Ma siamo legati ad una legge professionale dai princìpi validi, ma con tante norme obsolete e inadeguate. Un’ ulteriore ragione per sottolineare la grande valenza culturale degli Stati generali della Parola, dell’Informazione e dell’Editoria. Da Taormina partono le sfide del futuro, votate all’innovazione e al cambiamento: chiediamo alle istituzioni atti concretiper poter svolgere con diligenza e onore quei compiti costituzionali che sono fondamentali per un paese libero come l’Italia.
A Taormina ci sarà anche un annullo filatelico che verrà accompagnato dal francobollo emesso dal Ministero per l’Impresa ed il Made in Italy per i 60 anni dell’Ordine dei Giornalisti. Presidente Gueli, quanto ritiene importante fare “viaggiare” il movimento giornalistico anche attraverso un messaggio postale?
Quella del francobollo e del timbro con il logo dell’Odg Sicilia sono solo alcune delle iniziative volute dall’Ordine – nazionale e regionale – per avvicinare le persone al giornalismo e all’informazione responsabile. Sono aspetti simbolici, iconografici, ma il messaggio è chiaro: il giornalismo è una parte della storia dell’Italia. Una parte rilevante della storia di tutti noi.
Al Presidente Gueli ed a tutto l’Ordine il compito di rendere efficaci i contenuti dei due giorni di lavori, con i professionisti della comunicazione che saranno impegnati a dare un segnale verso il futuro del giornalismo. L’auspicio è che dalla terra di Sicilia germogli una primavera dell’informazione sempre più di qualità pur nel mutare dei tempi. Tempi di prova dove il vero fatica a prevalere sulla falsa notizia, affinché diventi guida delle opinioni e delle coscienze, con trasparenza e professionalità.
Giuseppe De Carli