Tra le tate attività di nuovo sospese per frenare l’espandersi della pandemia da Covid 19, ci sono quelle culturali e di spettacolo. Ad Acireale, ormai da anni, c’è un solo cinema, il “Margherita”, che serve, peraltro, un bacino di utenza extracittadino. Abbiamo intervistato il titolare, Salvatore Pennisi, per sentirne gli umori, ma anche per sapere di più sull’attività, sulle scelte e sul pubblico della sua sala cinematografica.
Come sta vivendo il momento cruciale della sua attività?
La mia attività, come molte altre, col nuovo decreto rimane chiusa, anche se, a differenza di quella di molti altri come i bar o i ristoranti che hanno la possibilità di lavorare la mattina o nel primo pomeriggio, l’attività che si svolge nei cinema è più svantaggiata perché il tempo disponibile non può coprire neanche la visione di un film, visto che alle 18 si deve chiudere. Purtroppo era impensabile aprire i cinema prima di un certo orario e quindi rimangono chiusi.
Lei che cosa pensa di questa disposizione?
Io mi rendo conto che in questo momento Conte ha fatto l’unica scelta che poteva fare e non è certo una scelta facile quella di chiudere e poi sovvenzionare tutti gli esercenti interessati, sicuramente sarà stata una scelta sofferta. Io sono dell’idea che il governo non ha interesse a sborsare una cifra che sicuramente indebolirà il paese e neanche creare un disagio economico a tutti gli italiani. Certo, anche se sono attività ricreative, penso che ogni persona ha bisogno di quell’attimo di distensione che può essere il cinema, il teatro o la palestra o andare alla sera a prendere un aperitivo o una pizza. Tra l’altro il cinema fa fermare la vita frenetica e fa sognare e, in questi giorni prima della chiusura, la gente ce l’ha ribadito più volte.
Ma gli ultimi giorni che siete stati in attività cosa ha detto la gente, si è lamentata o dispiaciuta di questa chiusura?
Appena si è sparsa la notizia abbiamo riscontrato la solidarietà di tanta gente, c’è stata una signora che mi ha emozionato: ha chiesto tre biglietti e poi ne ha chiesti altri tre per la domenica successiva, io le ho detto che noi saremmo stati chiusi a partire da lunedì e quindi i biglietti la domenica successiva non le sarebbero serviti. La signora sorridendo ha risposto – lo so, ma io li voglio comprare lo stesso, voglio aiutare l’attività. – Sicuramente mi emoziona molto anche la gente che mi incontra per strada e mi manifesta la propria solidarietà. La stessa cosa mi è stata riferita anche dai proprietari dei cinema dei paesi limitrofi con i quali ci sentiamo molto spesso soprattutto negli ultimi tempi. Anche loro hanno notato la sensibilità della gente consapevole che, non solo chiudeva un attività ricreativa, ma ci sarebbe stato un danno anche per il lavoratore che la gestisce.
Quest’estate c’è stata una ripresa con il cinema?
Certo dopo essere stati chiusi per alcuni mesi si sperava in estate di poter lavorare e bene perché i locali sono climatizzati e noi abbiamo sistemato i posti rispettando la distanza di legge tra una persona e un’altra. Ma, col senno del poi, mi sono reso conto che riaprire è stato uno sbaglio perché nei mesi estivi si è lavorato quasi niente. La gente purtroppo ha paura dei locali chiusi anche se il cinema è ben strutturato e non c’è pericolo perché, oltre all’aria climatizzata e ai locali ampi, c’è un sistema di areazione che consente un ottimo ricambio d’aria. Siamo riusciti a lavorare alla villa, all’Eden, anche se, chiaramente, il numero dei posti, proprio per il distanziamento, era ridotto.
Forse i film che c’erano in programmazione non hanno attirato la gente?
Purtroppo si è inserito anche un altro problema che è stato importante e negativo per noi. Molti film importanti sono stati proiettati in streaming quindi la gente già li aveva visti e nei cinema sono arrivati dei film non brutti ma che non interessavano molto le persone.
Tutte le notizie che nel periodo di lockdown e anche dopo si sono accavallate nelle trasmissioni televisive hanno inciso positivamente o negativamente per voi gestori?
Purtroppo nei talk show c’è stata molto spesso una comunicazione sbagliata che, anziché invitare la gente al cinema parlando della sicurezza del distanziamento, del riciclo d’aria, dei tetti alti, ha un po’ impaurito le persone e chiaramente, quando si parla della salute, la gente è molto influenzabile.
Adesso io attendo fiducioso il 24 novembre, anche se preferirei aspettare una settimana in più ma avere la sicurezza di ricominciare con più vigore e con più tranquillità, e questo per tutte le attività, e passare un Natale un po’ più sereno.
Pensa che gli incentivi che arriveranno saranno sufficienti?
Sicuramente saranno un momento di ristoro per tutte quelle persone che di colpo hanno dovuto abbassare la saracinesca e continuare a pagare magari alcune tasse anche se il pagamento dell’Imu è stato bloccato. E’ chiaro che non tutti la pensano come me, ma sono tanti quelli che accettano con fiducia e per necessità le decisioni dello Stato. Molti poi si sono lamentati del ministro Franceschini che, a parer mio, invece, si è sempre interessato non solo del cinema ma anche del teatro.
Voi avete un’associazione che si occupa di cinema e delle sale cinematografiche?
Sì la nostra associazione si chiama ANEC Associazione Nazionale Esercenti Cinema Sicilia, io ne faccio parte ed ho il ruolo di tesoriere.
Chi ha fondato il cinema Margherita?
Il cinema era di mio padre ed è stato fondato alla fine del 1957. Precedentemente nello stesso sito c’era un altro cinema. Nel 2004 ho fatto una scelta decisiva e il cinema è diventato multisala.
Da quanto tempo è lei a dirigere il cinema Margherita?
Ho perso mio padre che avevo 12 anni e da quando ne avevo 15 anni ho cominciato a dirigerlo. In oltre 48 anni sono stato io a scegliere nel bene nel male i film, spesso indovinando, molte volte sbagliando.
Come si fa a capire se un film può piacere o no?
La prima regola e la più importante è quella di non pensare mai al proprio gusto ma pensare e avere davanti il pubblico del proprio territorio. Un’altra regola molto importante è imparare ad educare le persone che vanno al cinema. Io ho cominciato organizzando cineclub e portando film di qualità che possono interessare un buon numero di persone. All’inizio non è stato facile, magari venivano poche persone, però man mano la gente col passa parola si è aggregata. Scelgo anche dei film commerciali e non solo per avere la sala piena ma anche per veder le persone quando vanno via serene e divertite. Comunque negli ultimi anni la nostra scelta è molto limitata perché spesso le ditte ci impongono determinati film e quanti giorni dobbiamo tenerli; anche se il film non ha un pubblico, dobbiamo proiettarlo per il tempo che loro hanno stabilito perché ormai abbiamo un contratto scritto. Negli ultimi anni il nostro ruolo non è più quello di qualche anno fa con forti responsabilità nello scegliere film, adesso siamo un po’ dei passacarte. Questo vale anche se un film piace al pubblico: evito di tenerlo in programmazione perché la ditta che viene dopo può richiedere lo stesso numero di giorni anche se il film poi non piace.
I momenti belli nel suo lavoro?
Anche se non sono stato io a fare il film ma è stato il regista, quando la gente esce e mi fa i complimenti io sono contento che per un’ora e mezza abbia potuto dimenticare i propri affanni. Un’altra cosa molto bella è che a volte nella programmazione scrivo che il film è consigliato, ovviamente da me, e vedo che la gente segue il consiglio dal numero delle persone che vengono. Ecco, questo mi fa molto piacere.
Mariella Di Mauro