Il professore Rosario Faraci, presidente della Fondazione Bellini che, insieme agli altri membri della stessa fondazione, ha voluto ed organizzato il “Gala delle eccellenze”, in programma domani, 27 luglio, alle ore 21 in piazza Duomo ad Acireale, ci ha concesso una intervista su come è maturata l’idea di questo premio ai neo diplomati e quali sono i fini essenziali a cui la fondazione aspira.
La Fondazione Bellini si avvicina ai giovani. Come è nato e maturato il progetto del “Gala delle eccellenze”?
E’ nato da una intuizione del prof. Salvo Fichera, giornalista, docente nelle scuole e consigliere della Fondazione Bellini. In consiglio abbiamo condiviso tutti questa idea, perché crediamo fortemente che riconoscere il merito scolastico sia un’occasione per voltare pagina, per far sentire i giovani eccellenti protagonisti del cambiamento, per responsabilizzarli, per creare ogni anno una sorta passaggio del testimone fra i più bravi, ma anche per coinvolgere tutti gli altri che, indipendentemente dal risultato di eccellenza, hanno dimostrato in cinque anni di frequenza di amare e rispettare l’istituzione scolastica. La Fondazione Bellini ha nella sua “mission” il coinvolgimento dei giovani nelle proprie attività culturali. Abbiamo inaugurato nei mesi scorsi, insieme all’Amministrazione comunale, un’aula studio al primo piano del Palazzo di Città e ad oggi è affollatissima di giovani universitari.
Spesso si parla dei giovani studenti mettendo in risalto la poca voglia di studiare e lo scarso interesse allo studio. I 120 neo diplomati con 100 e 100 e lode smentiscono questo luogo comune. Lei da professore universitario cosa pensa degli studenti di oggi?
Dei giovani, studenti e non studenti, non posso che pensare tutto il bene che si possa immaginare. Sono le risorse più preziose di un presente diverso per un futuro possibile. E’ un mondo che non si conosce, perché gli adulti commettono spesso l’errore di non dialogare con i giovani, di non porsi in loro ascolto e rinunciano a decifrarne paure e ambizioni. Sbagliano gli adulti anche quando li accontentano “tout court” in tutte le loro richieste, limitandosi ad esercitare solo una funzione affettiva e abdicando ad altri soggetti quella missione educativa che prioritariamente spetta alla famiglia.Poi, non è vero che i giovani abbiano poca voglia di studiare. E’ invece possibile che tanto la Scuola quanto l’Università non siano sempre al passo coi tempi, non siano più capaci di stimolare l’interesse e la curiosità dei giovani, di promuovere forme di studio autonomo, responsabile, inclusivo e in linea con gli standard delle più moderne tecnologie. La sa cosa una cosa? Si parla e straparla molto dei giovani; ma si parla pochissimo coi giovani. E invece dai ragazzi c’è tanto da imparare, anche sul piano delle conoscenze di base. Questo processo si chiama “reverse mentoring” e dovremmo essere più umili anche come docenti nel riconoscere che si può apprendere e arricchire il proprio bagaglio culturale grazie ai più piccoli.
Sabato sera piazza Duomo sarà gremita. Un momento di aggregazione di alto livello culturale per la nostra città che pian piano sta riemergendo da un lungo letargo?
Acireale è e rimarrà sempre una città culturale, a dispetto di quanti la considerano morta e, da perfetti becchini, parlano solo al passato e si compiacciono nel dire e scrivere che oggi è una città incapace di produrre e disseminare cultura. Che poi vorrei capire cosa intendono per cultura. Tant’è vero che in otto istituti scolastici superiori quest’anno si sono registrati ben centoventi neo diplomati con votazione pari o superiore a 100/100 e questo di per sé è un fatto veramente eccezionale Ditemi Voi se anche questa non è cultura! Pertanto come Fondazione Bellini ci fa piacere portare il merito scolastico in piazza, nel cuore della città barocca, anche per favorire un processo di riappropriazione dei beni culturali, architettonici e monumentali da parte dei giovani. Ho detto ai neo diplomati in conferenza stampa che mi piacerebbe coinvolgerli prossimamente nell’individuazione di nuove idee e nuove soluzioni per restituire presto alla città i due teatri comunali, il Bellini e il Maugeri, che ricadono sotto l’egida della Fondazione e che sono tuttora chiusi per motivi tecnici e strutturali che pochissimi conoscono, mentre moltissimi ne parlano senza cognizione di causa.
Lei da presidente della Fondazione Bellini cosa spera che rimarrà nel cuore e nella mente dei premiati dopo questo importante evento che li vedrà protagonisti assoluti?
Spero che in ciascuno dei ragazzi e delle loro famiglie rimanga il ricordo di una bella festa al merito, di un’occasione per portare in piazza la freschezza e la genuinità del mondo giovanile, di un momento di aggregazione in cui è possibile fare nuove conoscenze. Il fatto stesso che i centisti delle varie scuole adesso potranno fare rete fra loro, quando prima non si conoscevano nemmeno, è un risultato straordinario. Queste sono le “memorie del cuore” che i neo diplomati non dimenticheranno mai. E mi creda, in questo modo, il senso di appartenenza ad una comunità e ad un territorio si rafforzano notevolmente.
Gabriella Puleo