Interessare i giovani alla lettura e alla scrittura è possibile, anzi è fondamentale. Questo è quello che riesce a fare la scrittrice acese Maria Pia Basso, in un periodo storico in cui per svariati motivi la lettura e l’apprezzamento di un testo non è più cosa facile e frequente.
L’era del computer e dei telefoni cellulari se da un lato è segno del progredire della tecnologia e dell’evolversi dei tempi, dall’altro ha pesantemente impoverito la comunicazione diretta e il piacere di leggere un libro con un arricchimento personale. Ma, nell’ottimismo che deve caratterizzare chi crede profondamente nel proprio lavoro e nella propria creatività, si possono raggiungere risultati importanti e soddisfazioni che danno la conferma che crederci e scommettersi sulle proprie convinzioni può dare risultati concreti.
Maria Pia Basso ha già due pubblicazioni al suo attivo: “Noi due” e “Vento nell’anima”, che hanno dato alla scrittrice grandi soddisfazioni, ottenendo apprezzabili risultati sia dal pubblico che dalla critica. Ma oltre al contatto con i suoi lettori, la dottoressa Basso sta portando avanti un progetto con i giovani attraverso una rete di incontri nelle scuole, e questo non solo come momento di presentazione dei suoi libri, ma anche come occasione di confronto e discussione con gli alunni, attraverso la lettura e il commento del testo da parte dei giovani studenti. Certo, tutto questo deve essere supportato da un egregio lavoro da parte dei docenti che promuovono e favoriscono la comprensione di un libro, aiutando i ragazzi nell’approccio all’opera. Maria Pia Basso insieme al dottore Salvo Fichera, che da tempo coadiuva la scrittrice nelle presentazioni dei suoi libri, hanno incontrato nella biblioteca comunale di Ravanusa in provincia di Agrigento le seconde classi del liceo delle Scienze Umane e le terze e quarte classi del liceo scientifico “Giudici Saetta e Livatino”.
“Quello che è successo oggi in un paesino del’agrigentino ha veramente dell’incredibile, meraviglioso direi, e questo grazie a colleghi docenti disponibili ad una apertura mentale, coraggiosi nel volere uscire fuori dai soliti schemi didattici per il bene dei ragazzi in formazione. Che sia da monito anche in altri ambienti educativi”. Questo il commento del dottor Fichera alla fine dell’incontro e, c’è da augurarsi che altre scuole possano seguire l’esempio dei licei di Ravanusa.
Abbiamo posto alcune domande alla dottoressa Basso per farci raccontare in prima persona le sue emozioni e sensazioni a conclusione di questa esperienza.
Come è nata la sua passione per la scrittura?
“Credo che la passione per la scrittura mi accompagni fin dai tempi delle scuole medie in cui mi dilettavo nello svolgimento dei temi e in estate, del diario delle vacanze. Crescendo poi, l’ho assecondata attraverso la collaborazione proprio con “La voce dell’Jonio” occupandomi di realizzare articoli sulle associazioni di volontariato presenti nella zona acese ed in quelle limitrofe. Ma non avrei mai pensato di pubblicare dei libri! Invece è accaduto e ne sono felice perché questo percorso, iniziato due anni fa, continua a rappresentare la colonna sonora di una porzione gioiosa della mia vita”.
L’esperienza vissuta con gli studenti di Ravanusa è importante. Come è avvenuto il contatto fra lei e i giovani alunni?
“Il mio iter letterario si snoda piacevolmente anche attraverso Facebook. E questo mi ha portato a far conoscere i miei lavori verso cui ha mostrato interesse la professoressa Maria Grazia Intorre, docente di italiano e latino presso il liceo scientifico e delle scienze umane “Giudici Saetta e Livatino” di Ravanusa. E’ stato un suo commento a farmi capire che la scuola in cui presta sevizio era interessata alla lettura di “Noi due” e “Vento nell’anima”. Da qui la mia idea di fare la conoscenza degli alunni prima dell’incontro canonico previsto tra febbraio e marzo”.
Cosa ricorda in particolar modo di quelle ore trascorse insieme a loro?
“Mi è rimasto impresso l’intervento di un ragazzo che non aveva mai letto un libro e che è stato spinto da “Vento nell’anima” ad approcciarsi ad un testo che lo ha coinvolto sin dalle prime pagine. Sono inoltre lusingata per le parole espresse sul linguaggio utilizzato nel romanzo che hanno indotto i ragazzi ad ampliare il proprio vocabolario, effettuando una vera analisi dei testi secondo un percorso attento e meticoloso”.
Aveva avuto in passato esperienze simili?
“E’ la prima volta che vivo un’esperienza del genere da cui ho tratto vari spunti su cui focalizzare la mia attenzione per il futuro. Ciò che è certo è l’aver potuto godere della compagnia di tantissimi ragazzi volenterosi e brillanti ai quali ho affidato con grande piacere i miei pensieri più profondi trasfusi negli scritti”.
Quali sono i suoi progetti per l’immediato futuro?
“ Non nascondo di pensare di dare un seguito a questi due libri e mi auguro che questa esperienza possa costituire il primo gradino di una lunga scala su cui salire in nome della condivisione e del confronto, elementi imprescindibili per una evoluzione soddisfacente della propria identità”.
Gabriella Puleo